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Scuola, rivoluzione delle pagelle Alle elementari addio all'esame

Circolare del ministero: spetterà alle singole scuole stabilire i parametri in base ai quali saranno giudicati gli alunni Scuola, rivoluzione delle pagelle Alle elementari addio all'esame di MARI...

07/12/2004
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Circolare del ministero: spetterà alle singole scuole stabilire
i parametri in base ai quali saranno giudicati gli alunni
Scuola, rivoluzione delle pagelle
Alle elementari addio all'esame
di MARIO REGGIO

Letizia Moratti
ROMA - Va in pensione l'esame di quinta elementare. Cambiano i criteri per giudicare i livelli di apprendimento degli studenti del primo ciclo d'istruzione, vale a dire della scuola primaria e della secondaria di primo grado. Rimane in vigore la scheda di valutazione, anche se spetterà alle singole scuole stabilire i parametri in base ai quali saranno giudicati gli alunni.

Sono le novità contenute nella circolare emanata ieri dalla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici. Della cancellazione dell'esame per passare dalle elementari alle medie si era già parlato. Ma per tutti gli altri provvedimenti la scuola rischia di andare nel caos. Cominciamo dai livelli di apprendimento didattici degli studenti.

Il ministero parla di attuazione della riforma, quindi del passaggio "dalla scuola dei programmi alla scuola dei piani di studio personalizzati". Un bel problema. Chi si dedicherà ai programmi individuali di quasi quattro milioni di allievi? La figura del tutor, uno dei fiori all'occhiello della riforma Moratti, naviga ancora tra le nebbie. La trattativa con le organizzazioni sindacali, appena iniziata, si è conclusa con una prevedibile rottura. E ancora non si sa chi dovrà svolgere il ruolo di tramite con le famiglie.

La circolare attuativa della riforma parla anche della necessità di provvedere, oltre che alla valutazione degli apprendimenti, anche a quella dei comportamenti e dell'andamento delle attività opzionali scelte dalle famiglie. Ma anche qui, in mancanza del tutor, non è ancora chiaro chi dovrà svolgere questo compito.

Ancora più complesso il problema delle schede di valutazione. La circolare ribadisce che da quest'anno la competenza "nella definizione dei modi, dei tempi e dei criteri di valutazione degli alunni, nonché della predisposizione degli strumenti di valutazione spetta ai docenti e alle istituzioni scolastiche autonome". Ma saranno uniformi su tutto il territorio nazionale? Il ministero suggerisce una sorta di griglia interpretativa di ogni materia per la scuola primaria e quella secondaria di primo grado.

Ma i suggerimenti sono alquanto generici. Per esempio: alla fine dei primi cinque anni, per la matematica, il bimbo deve "usare il numero per contare, confrontare e ordinare raggruppamenti di oggetti". Oppure per la religione cattolica, "comprendere, attraverso i racconti biblici delle origini, che il mondo è opera di Dio, affidato alla responsabilità dell'uomo".

Come se non bastasse, ad ottobre il ministero decide di abolire la pagella nazionale, sostituita da una scheda elaborata dalle singole scuole. Tutto questo senza scrivere prima le indicazioni nazionali per rendere omogenea la valutazione. Presidi e insegnanti protestano e il ministero torna sui suoi passi. Con un piccolo problema.

Nessuno ha avvisato il Poligrafico dello Stato del dietrofront. Quindi ora le scuole dovranno rimediare fotocopiando gli originali forniti dal ministero. Il costo, ovviamente, sarà a carico dei singoli istituti, quindi delle famiglie.


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