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SCUOLA/ FINANZIARIA: PER CGIL E' UN ATTACCO AL SISTEMA PUBBLICO

SCUOLA/ FINANZIARIA: PER CGIL E' UN ATTACCO AL SISTEMA PUBBLICO Panini: regalino da 157 mln di euro a favore delle scuole private 21-12-2005 20:09 Articoli a tema / Tutte le news di Politica Ro...

22/12/2005
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SCUOLA/ FINANZIARIA: PER CGIL E' UN ATTACCO AL SISTEMA PUBBLICO
Panini: regalino da 157 mln di euro a favore delle scuole private
21-12-2005 20:09
Articoli a tema / Tutte le news di Politica

Roma, 21 dic. (Apcom) - "Ormai l'attacco alla scuola pubblica è continuo e costante: l'obiettivo è di costruire un mercato dell'istruzione nel quale il sapere diventi una merce e le scuole aziende". Così Enrico Panini, segretario generale della Fc Cgil, sintetizza l'approvazione in Finanziaria dell'art.1 bis "Norme in materia di scuole non statali" e della circolare ministeriale, diramata pochi giorni fa, attraverso la quale i responsabili delle scuole private possono non necessariamente rifarsi ai contratti collettivi nazionali di lavoro per assumere personale scolastico.

Per il leader della Flc-Cgil si tratterebbe dell'"ennesimo atto a favore delle scuole private che, in rapidissima successione, vedono nella legge finanziaria triplicato il buono scuola e, con una circolare ministeriale, cancellato l'obbligo dei gestori di applicare i contratti collettivi nazionali di lavoro al personale. L'obiettivo è chiaro: da un lato si vogliono togliere tutti i vincoli posti dalla Legge 62, lasciando mano libera ai gestori, e dall'altro si vogliono individuare gli strumenti per finanziare le scuole private ed aggirare l'articolo 33 della Costituzione".

Il sindacato si pone critico anche sulle procedure di approvazione del provvedimento che ha permesso l'integrazione del bonus a favore delle famiglie: attraverso la mancata discussione in Parlamento si è giunti ad "un regalino di 157 milioni di euro, cioè più del triplo di quanto stanziato, per la precisione 49.820.216 euro, con la Finanziaria del 2005, per un buono scuola a favore di chi iscrive i figli alle scuole private".

Secondo Panini, è evidente che "il Governo vuole impedire che il Parlamento discuta sullo stato di applicazione della parità scolastica. Si sterilizza una norma della legge di parità secondo la quale, dopo un periodo di transizione, il ministro avrebbe dovuto riferire in Parlamento sullo stato di attuazione e poi, sulla base del dibattito, proporre le soluzioni per consentire il superamento delle precedenti norme contenute nel Testo Unico".


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