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Ricercatori sul tetto, palazzo Campana occupato e studenti in piazza

TORINO La protesta contro la riforma Gelmini. Oggi quattro cortei, ieri affollata assemblea a Palazzo Nuovo per decidere le prossime iniziative

30/11/2010
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il manifesto

Torino in fermento, come altre città italiane. Palazzo Nuovo e il Politecnico occupati, ma anche alcuni licei. E i ricercatori che erano scesi dal tetto venerdì notte ci sono risaliti ieri. Il Torino Film Festival è stato inaugurato anche con la solidarietà del suo direttore, il regista Gianni Amelio che ha portato la sua solidarietà agli occupanti. Ieri nuova assemblea per mettere a punto gli ultimi preparativi per le iniziative di oggi. Ne sono previste varie. Quattro i cortei che attraverseranno Torino. Ieri c'è stata un'affollata assemblea pubblica nell'atrio di Palazzo Nuovo. L'università di Torino è occupata da vari giorni ormai e gli studenti hanno organizzato un calendario molto fitto di iniziative e eventi per arrivare alla giornata di mobilitazione di oggi.
I ricercatori sono saliti sul tetto con coperte e sacchi a pelo per protestare contro la riforma degli atenei. Per i ricercatori questa «cosiddetta riforma in realtà rischia di stravolgere la vita degli atenei italiani, già pesantemente penalizzati dai tagli ai loro bilanci».
Già nei giorni scorsi ci sono stati cortei in tutta la città e assemblee sempre molto affollate. Tra le iniziative messe in campo dagli studenti anche l'occupazione dei binari della stazione di Torino Porta Nuova e il blocco della didattica anche in molte scuole superiori. «Dalle elementari all'università, contro la Gelmini blocchiamo la città», è stato lo slogan ripetuto dagli studenti nei vari cortei. Anche la Mole Antonelliana, simbolo di Torino, è stata occupata con gli studenti che hanno srotolato un lungo striscione.
«Esattamente 367 giorni fa - ricordano gli studenti - a Torino occupammo il rettorato dell'Università per denunciare i rischi che questa proposta di legge si portava dietro. Essa racchiude in sé tutte le contraddizioni politiche e sociali che la nostra generazione si trova a dover combattere: un futuro fatto di precarietà; la cancellazione della democrazia dai processi decisionali; la finanziarizzazione della conoscenza; la ricerca insensata di profitto da ogni attività sociale e culturale».
Un attacco sistematico, sottolineano gli studenti perché «colpisce la struttura dell'università e al contempo ne azzera i fondi per ottenere un'obbligata privatizzazione. E sistematica è stata la risposta del mondo del sapere: siamo stati in grado di mettere in discussione le logiche del potere e la sua arroganza».
Anche palazzo Campana, oggi sede di matematica e un tempo storico luogo delle mobilitazioni del sessantotto (fu una delle primissime ad essere occupata nel '67, dando il "la" alla contestazione studentesca) è stata occupata nei giorni scorsi. L'assemblea degli occupanti, riuniti in un'aula magna strapiena, ha deciso di praticare il blocco della didattica, modalità che a Torino non era più stata adottata da decenni.
L'appello degli studenti torinesi si conclude così: tutto il paese deve decidere da che parte stare, o con l'università pubblica o contro di essa.
 


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