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Repubblica: Scuola, la riforma slitta di un anno "E il maestro unico sarà facoltativo"

La Gelmini: nessun dietrofront. Veltroni: avevamo ragione noi SALVO INTRAVAIA

12/12/2008
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la Repubblica

ROMA - Veltroni parla di «dietrofront del governo». La Gelmini invece dice che «non c´è alcuna marcia indietro» e non esita a definire «storica» la sua riforma. Ma l´accordo di ieri tra governo e sindacati sulla scuola modifica i tagli sul personale scolastico previsti dal cosiddetto Piano Gelmini, fa slittare al 2010/2011 la riforma delle scuole superiori e annulla il "maestro unico" nella scuola elementare. Per i sindacati si tratta di una vittoria mentre il ministro dell´Istruzione raffredda gli entusiasmi. A Palazzo Chigi, per l´occasione, era presente il sottosegretario Gianni Letta e i ministri dell´Istruzione, Mariastella Gelmini, della Funzione pubblica, Renato Brunetta, e della Salute, Maurizio Sacconi. La delegazione sindacale era composta da 12 elementi. Per il leader dell´opposizione, Walter Veltroni «il governo sulla scuola fa una completa marcia indietro». «Vuol dire - prosegue Veltroni - che avevamo ragione noi, avevano ragione i sindacati, gli studenti, i genitori e quel grande movimento che aveva bocciato la finta riforma». Ma Gelmini non ci sta. «Non difenderemo mai lo status quo - spiega - quindi si va avanti con le riforme» e sul maestro unico precisa: «Non abbiamo certo cambiato idea. Deve essere chiaro - prosegue - che il modello dei tre maestri per la stessa classe non esiste più. Avevamo spiegato che l´applicazione del nuovo modulo dipenderà dalla volontà delle famiglie: se sceglieranno l´orario a 24 ore la classe avrà il maestro unico, se opteranno per l´orario più lungo sarà affiancato da altri maestri».
Ma i sindacati la pensano diversamente. La Cisl, con Raffaele Bonanni e Francesco Scrima, parla di «governo che si impegna a recepire alcune indicazioni che, pur non rimuovendo interamente le ragioni del dissenso, in parte correggono e attenuano gli effetti di una manovra altrimenti difficilmente sopportabile per la nostra scuola». «Chi ha scioperato - incalza Massimo Di Menna, leader della Uil scuola - rinunciando allo stipendio di una giornata di lavoro, oggi può dire di averlo fatto proficuamente. Le nostre richieste erano chiare e concrete e sono state recepite dal governo». «Grazie allo sciopero del 30 ottobre siamo riusciti a ottenere una significativa correzione di rotta da parte del governo», dice Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli Insegnanti, che aggiunge: «Se il governo lo renderà possibile saremo disponibili al dialogo e al confronto, contribuendo ad apportare le necessarie modifiche ai provvedimenti, nell´interesse della scuola pubblica statale». Restano, comunque, alcuni punti in sospeso. «Restano aperte - prosegue Di Menna - due questioni centrali: quella del personale e la modernizzazione del nostro sistema scolastico». Lo sforzo del governo non fa cambiare opinione alla Cgil sullo sciopero di oggi. «L´apertura del governo rispetto al piano Gelmini non incide sullo sciopero generale: siamo solo di fronte all´inizio di un dialogo, di un processo di confronto», dichiara Mimmo Pantaleo per il quale «nonostante gli impegni presi restano delle ambiguità di fondo».

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