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Repubblica: Sciopero generale, la Cgil scende in piazza

Berlusconi: un errore. Epifani a Confindustria: no alla riforma delle pensioni

12/12/2008
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la Repubblica

Previsti 100 cortei e un milione di persone in piazza, ma c´è l´incognita maltempo
BARBARA ARDÙ
ROMA - Va sola in piazza la Cgil. Guglielmo Epifani ha confermato per oggi lo sciopero generale contro la politica del governo. Va sola come nel 2002, quando mobilitò i lavoratori in difesa dell´articolo 18. Ma la sua è una solitudine apparente. È vero che gli altri sindacati confederali non ci saranno, che il Pd è spaccato sulla partecipazione, ma accanto ai lavoratori scenderanno in piazza gli studenti dell´Onda, quella sinistra arcobaleno che non siede più in Parlamento, l´Italia dei Valori, ventisei parlamentari del Pd, l´ex ministro Bersani e anche Rita Borsellino. Una solitudine, quella della Cgil, che in realtà suscita timori. Nella maggioranza (che teme la forza del sindacato di Epifani) e tra le altre sigle sindacali che si sono sfilate. Bonanni (Cisl), giorni fa è stato fischiato in una riunione di pensionati. Smottamenti qua e là dunque per uno sciopero che a Corso Italia definiscono storico e coraggioso. Storico perché non si ha memoria di una mobilitazione generale (dunque di tutte le categorie) e nazionale insieme, in solitudine. Coraggioso perché in un momento di crisi economica così pesante scendere in piazza significa rinunciare al salario o alla cassa integrazione per un giorno. Tanti i fax arrivati alla Cgil, di lavoratori che dicono «non ci sarò ma è come se ci fossi». Più di 100 cortei in altrettante città. Un milione di persone vuole portare in piazza il sindacato. Solo i ferrovieri non si fermeranno così come gli addetti ai trasporti locali delle città messe a terra dal maltempo a cominciare da Roma e Venezia.
Ma non saranno solo i numeri (che con la pioggia rischiano di dimezzarsi) a calcolare il peso di una mobilitazione di cui si parla da settimane e non solo sulla stampa italiana, anche su quella estera. Epifani è tranquillo anche sul fronte delle adesioni. Sui dubbi in casa Pd spiega: «C´è chi viene e chi non viene, ma l´importante è condividere il merito e trovo un consenso grande. Noi - ha aggiunto - chiediamo più lavoro, più salario, più pensioni, più diritti e vogliamo sollecitare una svolta di politica economica necessaria per evitare che la crisi» si scarichi su lavoratori, pensionati, precari. Non meno grave, secondo la Cgil, la mancanza di concertazione con il governo.
E a Bonanni, che l´ha chiamato uno «sciopero contro la jella» a causa della crisi, Epifani risponde così: «Noi scioperiamo contro le scelte del governo, non so se per Bonanni questo governo sia una jella».
Critiche sono arrivate anche dal Premier: «Credo che sia il contrario di ciò che bisognerebbe fare e che non può avere nessun effetto», ha dichiarato Berlusconi. Che su un punto è però d´accordo con Epifani: non è il caso di toccare la riforma delle pensioni, come ha chiesto il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia per finanziare gli ammortizzatori sociali. Non inciderebbe sulla crisi è il pensiero del premier. Al numero uno degli industriali ha risposto anche Epifani. «Quando c´è una crisi come questa - ha detto - è giusto non toccare l´età pensionabile. Ci sono altri spazi per trovare soldi per gli ammortizzatori sociali, il governo non ha messo una lira».


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