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Repubblica-Sanità, rivolta contro le mutue

Sanità, rivolta contro le mutue L'Ulivo: il governo abbandona i deboli. No dei sindacati Pezzotta: i servizi devono restare pubblici. La Turco: la nostra proposta di legge è diametralmente opp...

12/07/2002
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la Repubblica

Sanità, rivolta contro le mutue
L'Ulivo: il governo abbandona i deboli. No dei sindacati

Pezzotta: i servizi devono restare pubblici. La Turco: la nostra proposta di legge è diametralmente opposta
L'alternativa dei consumatori: assistenza finanziata dalle società farmaceutiche
Cgil, Cisl e Uil unite nel respingere il piano previsto dal Dpef: dai ministri un comportamento anti-sociale
LUISA GRION

ROMA - In suo nome il sindacato si è ricompattato, l'opposizione è diventata un coro armonico, i medici e i pazienti si sono sentiti dalla stessa parte della barricata. Il "no" al ritorno della società di mutuo soccorso ha messo d'accordo i più disparati fronti e, pare, ha creato qualche perplessità anche all'interno del ministero che lo ha proposto.
Che l' "esperimento" non si debba fare lo dicono, per esempio, sia la Cisl che la Cgil che dopo la rottura sull'articolo 18 ritrovano qui unità di vedute. "Per noi la sanità deve restare pubblica, non si ammettono mutue sostitutive" ha commentato Pezzotta, questa volta in piena intesa con Cofferati che ha fatto notare come gli effetti di un ritorno alla mutua "siano particolarmente pesanti sulle fasce più deboli che non possono pagare" (ma il leader della Cgil ha colto anche l' occasione per dire che " le prime indicazione dei tagli stavano già nel patto per l'Italia" firmato appunto da Cisl e Uil). Dichiarazioni fotocopia e opposizione netta anche dal fronte compatto dei pensionati Cgil-Cisl-Uil: Spi-Cgil in particolare fa notare "l'atteggiamento anti-sociale del governo" e bolla l'operazione con "l'ultimo colpo dato ai deboli e agli anziani".
Unito nel "no" l'Ulivo che in materia di assistenza ai non autosufficienti, ha una proposta di legge già iscritta all'ordine del giorno della Commissione Affari sociali. "Il nostro è un testo unitario che tiene conto anche della proposta dei sindacati - spiega la diessina Livia Turco - riconosce a ciascun non autosufficiente con età superiore ai 65 anni un assegno integrativo per le spese di assistenza da coprire con la finanza pubblica, non con quella privata come questo governo vuol fare. Qui siamo alla politica dell'abbandono". La bocciatura è "totale" anche per la Margherita di Francesco Rutelli, ma al di fuori del campo politico denunce altrettanto forti arrivano dal fronte dei consumatori. Adusbef e Codacons vedono nel progetto di Sirchia "l'arrivo del modello americano e delle sue sperequazioni sociali che comporta", sarebbero invece d'accordo su mutue integrative finanziate dalle case farmaceutiche. Fronte compatto anche fra camici (dai medici dirigenti dell'Anaao Assomed a quelli di famiglia del Fimmg) e i pazienti. Il Tribunale del malato teme altre novità: "L'impressione - commentano - è quella di un progetto che verrà rivelato all'opinione pubblica poco per volta, sperando che si abitui all'idea. Certo non si sentiva proprio la necessità di questo ritorno al passato: la soluzione proposta è peggiore del male".
la mitragliata di critiche sembra creare qualche dubbio all'interno dello stesso ministero della Sanità. "Lo scopo del progetto è tentare di ridurre la spesa sanitaria - ha detto il sottosegretario Cesare Cursi - occorre procedere con cautela e attenzione. Va studiato come chiedere una sorta di solidarietà affinché le categorie meno abbienti siano realmente tutelate".

L'INIZIATIVA
I sindacati chiedono una legge
"La collettività deve finanziare quei servizi"

ROMA - Di chi non è autosufficiente, oltre un milione di persone in Italia, deve farsi carico l'intera collettività. Contro il ritorno delle mutue private Cgil, Cisl e Uil hanno ritrovato l'unità. I segretari dei rispettivi sindacati dei pensionati hanno consegnato al presidente della Camera Casini una petizione sostenuta da oltre un milione di firme, raccolte in un mese e mezzo. Chiedono l'approvazione di una legge che istituisca un fondo nazionale per i non autosufficienti, finanziato dalla fiscalità generale, e la costruzione di una rete di servizi sociali territoriali, con la stretta collaborazione delle regioni e degli altri enti locali, a beneficio dei non autosufficienti e delle loro famiglie. Essenziale è che la struttura abbia un controllo pubblico, anche se nella gestione possono essere coinvolti altri soggetti. L'opposizione alle proposte del ministro Sirchia è nettissima. Per sua natura, la logica assicurativo-mutualistica - denunciano Betty Leone dello Spi-Cgil, Antonio Uda della Fnp-Cisl e Silvano Miniati della Uil Pensionati - si fonda su un di più di risorse economiche, che solo i più forti hanno a disposizione; è un sistema che non può funzionare sui rischi che colpiscono i più deboli. I sindacati ricordano che il ministro Sirchia si era impegnato ad aprire con loro un confronto sul tema e ora invece si contraddice, avanzando una proposta di segno opposto.
(s.bia.)


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