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Repubblica-Milano-Via ai corsi di arabo in sette scuole

A organizzare le lezioni, frequentate anche da cinque ragazzini ebrei e un italiano, è l'università Cattolica Via ai corsi di arabo in sette scuole Iscritti 320 bimbi tra cui 110 ex...

02/12/2005
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la Repubblica

A organizzare le lezioni, frequentate anche da cinque ragazzini ebrei e un italiano, è l'università Cattolica
Via ai corsi di arabo in sette scuole
Iscritti 320 bimbi tra cui 110 ex alunni di via Quaranta
Mario Dutto "Ogni anno diecimila nuovi allievi stranieri"
Se lui dice che un sondaggio deve finire 48 a 48, così deve essere
TERESA MONESTIROLI


Due ore a settimana, per venti settimane. Sette le scuole coinvolte, venti i corsi attivati (17 alle elementari, 3 alle medie), 320 i bambini iscritti. È cominciato ieri pomeriggio il corso di lingua araba promesso dal direttore scolastico regionale Mario Dutto alle famiglie di via Quaranta che avrebbero iscritto i loro figli in un istituto pubblico italiano. "È la prima volta che introduciamo in maniera sistematica e organizzata l'arabo nella scuola dell'obbligo - ha spiegato Dutto - da tempo le scuole, specialmente le medie, ci chiedono di poter inserire una lingua non comunitaria. Questo è un primo, importante passo avanti per le scuole della Lombardia che ogni anno vedono arrivare 10mila nuovi alunni stranieri".
Una promessa fatta ai genitori della scuola araba chiusa a settembre perché non idonea, che ha trovato anche l'adesione di molte famiglie musulmane che da sempre mandano i loro figli nelle scuole italiane. Oltre ai 110 alunni che hanno lasciato via Quaranta ci sono infatti anche 210 bambini che nella "scuola araba" non hanno mai messo piede. Tra questi cinque bimbi arabofoni di religione ebraica e un italiano.
A organizzare le lezioni è l'università Cattolica sotto la supervisione dei professori Paolo Branca e Milena Santerini. Gli insegnanti, tutti di madrelingua, sono stati selezionati e sottoposti a un corso di formazione che proseguirà anche nelle prossime settimane. In classe i bambini studieranno principalmente grammatica, pronuncia e conversazione ma ci sarà spazio anche per approfondimenti culturali. "Non si studierà il Corano - spiega la professoressa Santerini - saranno solo corsi di lingua, ma verrà posta attenzione anche all'aspetto culturale. L'obiettivo è l'integrazione e gli insegnanti dovranno prima di tutto capire quale tipo di bambini hanno di fronte". Dopo le prime diffidenze i dirigenti hanno accolto positivamente la nuova sfida. "Le famiglie sono entusiaste - spiega Nicola Parenza, vicepreside della Francesco D'Assisi dove ieri è partito il primo corso con 13 alunni - perché l'iniziativa va incontro alla domanda di rafforzamento della cultura d'origine dei genitori non italiani".
Delle sette scuole coinvolte - scelte dal provveditorato fra le 27 che ospitano i bambini di via Quaranta - cinque hanno inserito il corso fra le attività opzionali previste dalle riforma. "È il primo esempio efficace dell'attuazione della riforma Moratti - spiega l'assessore all'Infanzia Bruno Simini - che consente alle scuole di organizzare l'offerta formativa sulla base dei desideri dei ragazzi e delle famiglie. Questo corso è un'esperienza importante perché dimostra che si può garantire l'istruzione italiana a tutti i bambini che vivono nel nostro paese, senza farli rinunciare alla loro identità. Inoltre ha permesso di risolvere, anche se solo parzialmente, il problema di via Quaranta". Sono ancora 140 infatti i bimbi che non frequentano alcuna scuola ma che continuano a studiare in casa, avvalendosi dell'istruzione paterna. Per loro la "ex scuola araba" sta cercando di trovare una soluzione che potrebbe essere una scuola privata autorizzata. "Far partire una scuola a Natale è tardi - conclude Dutto - ora bisogna lavorare per l'anno prossimo. Sono pronto ad aiutare le famiglie ma solo all'interno dell'ordinamento italiano che offre diverse possibilità. Una scuola separata non è accettabile, creerebbe un nuovo ghetto".


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