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Repubblica-La guerra del tempo pieno "Così si torna al doposcuola"

Pagina 11 - Cronaca La guerra del tempo pieno "Così si torna al doposcuola" Mario Mauro di Forza Italia: "Non sarà cancellato, ci sarà solo libertà di scelta per le famigl...

16/01/2004
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la Repubblica

Pagina 11 - Cronaca
La guerra del tempo pieno "Così si torna al doposcuola"
Mario Mauro di Forza Italia: "Non sarà cancellato, ci sarà solo libertà di scelta per le famiglie"
Il pedagogo Benedetto Vertecchi: "Il rischio è una discriminazione sociale e culturale fra gli alunni"
Quasi un quarto dei genitori chiede questa formula scolastica per i propri figli ed è una percentuale in continua crescita
MARIO REGGIO


ROMA - "È una scelta d'ingegneria politica di estrema spietatezza". Benedetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia Sperimentale all'università Roma Tre, non ha dubbi. È un ritorno drammatico al passato, al doposcuola degli anni ?50.
Così riappaiono i fantasmi di quell'Italia. Quel Paese dove l'alfabetizzazione di massa era un sogno, dove più dell'ottanta per cento dei bambini, dopo le elementari imboccava la triste strada dell'avviamento professionale e del lavoro precoce.
E pensare che l'idea del tempo pieno non nacque nelle austere stanze del ministro della Pubblica Istruzione. "Dopo la media unificata e l'inizio della scolarizzazione di massa, ci si accorse che i bambini che venivano dalle famiglie di basso livello economico e culturale non ce la facevano a reggere il passo - commenta il professor Vertecchi - i loro coetanei che vivevano in un ambiente acculturato erano già preadattati, avevano una competenza linguistica corretta. Così il tempo pieno divenne il motore dell'equità sociale nell'educazione". Il rischio è veramente un ritorno alla discriminazione tra le classi sociali?
"Non ho alcun dubbio. La Moratti non si è inventata niente di nuovo. È il sistema applicato negli Stati Uniti e in Inghilterra - prosegue Vertecchi - dove la distanza tra il "quarto" di popolazione scolastica avvantaggiata dalle condizioni sociali e il "quarto" debole si allarga sempre di più. Così aumenta il numero dei bambini che si abbrutiscono davanti alla tv. Se oggi entri in una classe elementare italiana non noti differenze marcate tra i bambini sia nell'atteggiamento che nel modo di apprendere. Il distacco arriva dopo. Se passa questa riforma non sarà più così: il condizionamento sarà palese dai primi anni della primaria e non ci sarà più rimedio".
Ma è proprio vero che la prima pietra della riforma Moratti porterà la scuola italiana verso il baratro? Molti genitori hanno paura che questa sia la verità. Un quarto delle famiglie ha scelto il tempo pieno per i propri figli. Un meccanismo che in trent'anni si è radicato nel pensare collettivo. Un modulo che ha portato alla specializzazione delle maestre: una si dedica alle materie letterarie, la seconda a quelle scientifiche, al terza alle attività creative. Che fine faranno? Il dubbio è che, approfittando del pensionamento di decina di migliaia di insegnanti nei prossimi anni, il tempo pieno diventi un retaggio del passato. Un pericolo negato in maniera decisa da Mario Mauro, responsabile scuola di Forza Italia, ciellino di ferro e consigliere della Moratti. "Il decreto non mette in discussione il tempo pieno e resterà gratuito. La novità della riforma è l'introduzione della libertà di scelta delle famiglie - afferma - senza lasciare la pianificazione alle scuole. Opposizione e sindacati parlano del ritorno del doposcuola. Altra falsità, perché tutte le attività didattiche hanno pari dignità, e non solo quelle che hanno permesso ai sindacati di dettar legge negli ultimi vent'anni".


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