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Repubblica-L'Italia ancora bocciata sull'innovazione

La classifica della commissione Ue. Stanca: "Ritardi noti, ma anche passi avanti. E sulla competitività non siamo dietro il Botswana" L'Italia ancora bocciata sull'innovazione Dodice...

13/01/2006
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la Repubblica

La classifica della commissione Ue. Stanca: "Ritardi noti, ma anche passi avanti. E sulla competitività non siamo dietro il Botswana"
L'Italia ancora bocciata sull'innovazione
Dodicesima su quindici in Europa: "Pochi investimenti e formazione scadente"
ALBERTO D'ARGENIO


BRUXELLES - L'Italia si innova con un passo "troppo lento" e rimane uno degli ultimi paesi della vecchia Unione europea a quindici. Ben lontana dalle realtà più avanzate - come Svezia, Finlandia e Danimarca - e tallonata da alcuni nuovi soci dell'Ue, tra cui Estonia, Slovenia e Ungheria. A scriverlo è la Commissione europea che nello European Innovation Scorebord di ieri ha messo a nudo le debolezze di un Paese che non riesce a diventare moderno. In generale l'Europa tiene il passo degli Stati Uniti, ma perde terreno nei confronti del Giappone, saldamente primo nella classifica mondiale sull'innovazione.
Nella tabella presentata a Bruxelles, l'Italia è al dodicesimo posto tra i venticinque membri dell'Unione, lasciandosi dietro solo Spagna, Grecia e Portogallo tra i vecchi quindici. Roma, scrive la Commissione, è "particolarmente debole" negli input di innovazione, dove si trova al ventunesimo posto, e nell'innovazione dell'imprenditorialità, dove si classifica ventesima. Nella prima categoria gli analisti comunitari hanno individuato la scarsa incisività delle scuole professionali, della formazione continua e permanente (il cosiddetto lifelong learning) e hanno denunciato una carenza di laureati in ingegneria e materie scientifiche. La causa della "bassa performance" nella qualità dell'impresa, invece, è da ricercare nella scarsa cooperazione nell'innovazione tra le piccole e medie aziende, nella caduta dell'offerta di "venture capital" e nel livello di investimenti in tecnologie per l'informazione e la comunicazione sotto la media europea.
Nonostante queste critiche il ministro per l'Innovazione, Lucio Stanca, ha dato una lettura positiva all'analisi europea, osservando che lo studio contiene "ombre già note" ed evidenzia "diverse luci che non possono assolutamente essere ignorate". In generale, ha sottolineato, l'Italia ha un tasso di crescita dell'indice di innovazione "nella media europea" che sconta delle carenze ereditate dal passato. Negli ultimi tre anni, concorda Bruxelles, è cresciuto dell'1,4% e dal 1998 sono aumentate le spese in ricerca e sviluppo. Elementi che per l'Europa hanno comunque dato vita ad un processo di innovazione "troppo lento" a causa del quale l'Italia si è posizionata in fondo alla fascia dei paesi Ue stabili. Giudizio che comprende anche i punti forti del Paese, come la capacità di creare conoscenza ed applicazioni, nonché quella di vendere prodotti per i nuovi mercati.
Stanca non si è limitato a commentare positivamente il rapporto Ue con cui Bruxelles posiziona l'Italia al diciassettesimo posto su trentatrè nella classifica che conta l'Unione, gli altri paesi del continente, Usa e Giappone. Il ministro ha anche contestato la classifica stilata dal World Economic Forum di Davos, che relega l'Italia al quarantottesimo posto tra i paesi più competitivi del pianeta. "Non dice la verità, in realtà non è irrealistico ritenere che il nostro Paese si attesti al ventesimo posto", ha attaccato il ministro, negando che l'Italia possa trovarsi alle spalle di Tunisia o Botswana, "anche se abbiamo dei grossi problemi".


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