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Repubblica it-Genitori colpevoli "per contratto"Francia, bufera sulla nuova legge

Singolare proposta del governo d'oltralpe: a pagare per i comportamenti sbagliati dei figli saranno mamma e papà. Ed è polemica sul diritto allo studio Genitori colpevoli "per contratto"Francia, ...

14/01/2006
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la Repubblica

Singolare proposta del governo d'oltralpe: a pagare per i comportamenti sbagliati dei figli saranno mamma e papà. Ed è polemica sul diritto allo studio

Genitori colpevoli "per contratto"Francia, bufera sulla nuova legge

di TULLIA FABIANI

Il primo ministro francese Dominique De Villepin Troppo assenze a scuola. Difficoltà nell'inserimento o brutti voti: sarà tutta "colpa" dei genitori. E saranno loro a prendersi le responsabilità circa il comportamento dei propri figli in classe, con tanto di contratto siglato e ammende, che vanno dalla piccola multa fino alla sospensione degli assegni familiari. A proporre questo genere di provvedimento come possibile soluzione per i mali degli studenti e degli insegnanti è il governo francese che, dopo la rivolta delle banlieues parigine, nell'ambito della legge sulle pari opportunità a scuola, ha deciso di "aiutare i genitori a esercitare la loro autorità". E ha pensato di contribuire affinché mamma e papà riacquistino, (dando per scontato che l'avessero perso), un ruolo centrale nella disciplina dei figli; da qui la decisione di mettere a punto un vero e proprio accordo scuola-famiglia - ancora in bozza - definito "contratto di responsabilità parentale".

L'obiettivo principale, come ha annunciato il primo ministro Dominique de Villepin, è quello di "contrastare l'assenteismo scolastico e il fenomeno della dispersione prima del raggiungimento del diploma", che in Francia interessa circa quindicimila giovani; ma l'intenzione dichiarata del governo è anche quella di responsabilizzare genitori particolarmente distratti e disinteressati alla vita scolastica dei figli. Così con una semplice firma la mamma e il papà in questione si dovranno impegnare a seguire i figlioli, facendo in modo di sapere sempre se vanno a scuola e se una volta entrati in aula sono attenti alla lezione e si comportano bene, o cominciano invece a tirare penne e quaderni.

Perché, come da contratto, i genitori rispondono oltre che delle assenze dei figli, del loro "attardarsi senza sorveglianza negli spazi pubblici dell'istituto", anche del loro comportamento e sono responsabili di "tutte le situazioni in cui i ragazzi sono in difficoltà a causa di una mancanza o di una insufficienza dell'autorità parentale"; dagli episodi di bullismo, a quelli di violenza, come nel caso della docente pugnalata da un suo allievo qualche settimana fa. E in certi casi i genitori possono arrivare a pagare a caro prezzo le loro mancanze.

Se per coloro che rispettano il contratto sono previsti infatti aiuti - di tipo didattico e monetario - per chi è inadempiente scatta la penalità: sono previste sanzioni proporzionali ai vari "reati" e si arriva a sospendere l'erogazione (da tre a sei mesi) degli assegni familiari. Provvedimenti questi che secondo De Villepin non "hanno carattere punitivo", anzi ricordano diritti e doveri davanti alla legge e "offriranno alle famiglie un sostegno sociale".

Eppure l'impressione, per molti docenti e operatori del mondo della scuola, è tutt'altra: la decisione di applicare sanzioni finanziarie ai genitori di ragazzi che hanno problemi con lo studio appare in contrasto con il principio di un'istruzione pubblica e libera. E si parla di "stigmatizzazione delle famiglie più bisognose d'aiuto". Le critiche provengono dalle organizzazioni de l'Education nationale, ma anche dalle associazioni dei genitori: l'Unaf (Unione nazionale delle associazioni delle famiglie) si è detta "ostile" al contratto "perché gli assegni familiari sono fatti per compensare il carico economico che rappresenta un ragazzo e non per avere il ruolo di una sanzione"; mentre la Confédération syndicale des familles parla di un provvedimento "repressivo", con il quale "le istituzioni violano la vita delle famiglie" e trasformano i contributi famigliari in "premi al merito".

Il governo però sembra intenzionato a portare avanti l'idea senza correzione alcuna e, non curante per ora delle proteste, ai genitori, come pure alle scuole francesi ricorda soprattutto una cosa: che "la conclusione e il rispetto del contratto saranno obbligatori".
(13 gennaio 2006)


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