Repubblica-Iscrizioni riaperte, ma mancano i fondi. Il premier: si va per gradi
Scuola, la riforma Moratti è legge in classe a cinque anni e mezzo Iscrizioni riaperte, ma mancano i fondi. Il premier: si va per gradi Il Senato approva la riorganizzazione dei cicli di stu...
Scuola, la riforma Moratti è legge in classe a cinque anni e mezzo
Iscrizioni riaperte, ma mancano i fondi. Il premier: si va per gradi
Il Senato approva la riorganizzazione dei cicli di studio: 24 mesi per applicarla
Berlusconi: "E' la prima volta dai tempi di Gentile". La parola passa al ministro Tremonti
MARIO REGGIO
ROMA - Il Senato ha approvato la legge delega di riforma della scuola. Dopo il flop della scorsa settimana, questa volta la Casa delle Libertà ce l'ha fatta: 146 i voti a favore, 101 i contrari, due gli astenuti.
Cosa accadrà ora?
Poco o niente. In realtà i decreti attuativi dovranno essere finanziati da apposite leggi di spesa, a meno che il ministro non trovi i soldi, raschiando il fondo del barile del bilancio del suo dicastero. Un bilancio già massacrato dal decreto taglia-spese che ha cancellato quest'anno oltre 2 miliardi di euro. Tant'è che sono iniziati i tagli delle cattedre: ottomila il prossimo, per arrivare a quota 36 mila. Qualcosa, però, il ministro Moratti può farlo subito: l'anticipo scolastico volontario nella prima classe e della materna e delle elementari. "Sono già disponibili 12 milioni di euro per il 2003 - precisa il ministro, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi - 45 per il 2004 e 66 per l'anno successivo. E tra breve firmerò la circolare che riapre le iscrizioni". Per il primo anno delle elementari il ministero ha ipotizzato un tetto massimo di 80 mila nuovi alunni. "Per la materna non possiamo fare ipotesi - afferma la Moratti - perché non sono equamente diffuse su tutto il territorio, e poi stiamo lavorando all'accordo con i Comuni che ne hanno la competenza e la gestione ". Più che un accordo si tratta in realtà di uno scoglio difficile da superare: da mesi, infatti, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani ha fatto sapere al governo che senza finanziamenti aggiuntivi per i nuovi docenti e le strutture la partita è già chiusa.
Malgrado il "freno a mano" imposto dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha aperto la conferenza stampa ha spinto il piede sull'acceleratore dell'ottimismo. "È la prima riforma organica da quella Gentile, dopo 34 tentativi falliti in 34 anni - sentenzia sorridendo - è una delle ventiquattro riforme che abbiamo promesso agli italiani, ed è arrivata subito dopo quella del mercato del lavoro".
Anche il ministro Moratti ha espresso la sua soddisfazione: "La maggioranza si è ritrovata sulla riforma ed è stata compatta. Una riforma che mette al centro del sistema la persona, che dice no al nozionismo e vuole esaltare gli interessi individuali degli studenti. Per fare questo ogni partito della Casa delle Libertà ha rinunciato ad un pezzetto d'identità".
Ma i presenti hanno immediatamente colto un'atmosfera diversa: Silvio Berlusconi e Letizia Moratti sono entrati nella sala stampa di Palazzo Chigi scuri in volto. E c'è voluta la verve del cavaliere per scaldare gli entusiasmi dei numerosi fans presenti. Eppure l'aria si è raffreddata quasi subito, molto diversa da quando, il 2 febbraio del 2002, nella stessa sala il premier presentò la legge delega sulla scuola. In quell'occasione ribattezzò "Margareth" Letizia Moratti, per ribadire la fermezza del ministro, e annunciò "Gli insegnanti? Li riempiremo di soldi".
Stavolta Silvio Berlusconi ha dovuto ammettere che la riforma sarà graduale: "Gli ostacoli vengono dal Prodotto interno lordo e dai vincoli di Maastricht". Come dire: il ministro dell'Economia ci dirà, di volta in volta, cosa e quando un pezzo di riforma si potrà fare.
Facciamo un po' di conti. Il governo, in base alla legge delega, ha tempo 24 mesi per tradurre in provvedimenti pratici i sette articoli della delega. Ma da oggi alla fine del 2003 non c'è una lira da spendere. Tutto dovrà essere rinviato al 2004. A parte l'incerto futuro economico, Palazzo Chigi sarà alle prese con altre leggi delega per le quali dovrà trovare i soldi: il fisco, le pensioni, il mercato del lavoro, gli ammortizzatori sociali e le grandi opere di Lunardi. Anche i più ottimisti nutrono seri dubbi sulla possibilità di trovare i soldi sufficienti. E se qualcosa uscirà fuori dal cilindro di Tremonti sono in pochi a pensare che la scuola sia il primo pensiero del ministro del Tesoro.