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Repubblica-I giovani e l'invadenza della cultura visiva

I giovani e l'invadenza della cultura visiva CORRADO AUGIAS C aro Augias, nella lettera della madre d'una ragazza tredicenne sulla lettura dei libri per le vacanze mi ha colp...

14/07/2004
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la Repubblica

I giovani e l'invadenza della cultura visiva

CORRADO AUGIAS

C aro Augias, nella lettera della madre d'una ragazza tredicenne sulla lettura dei libri per le vacanze mi ha colpito un'espressione che a mio vedere mette in chiaro la difficoltà denunciata: questa madre sostiene che la ragazza aveva difficoltà "a concentrarsi sul testo che stava leggendo". Infatti, non si tratta di capire perché Verga o Lampedusa e Primo Levi le fossero ostici. Credo che per lei sia ostico anche il Salgari o il "Lupo ci sei?" della nostra adolescenza. La vera difficoltà della scuola di oggi è quella d'insegnare ai ragazzi come affrontare un libro, la difficoltà sociale di un inedito analfabetismo che potremmo chiamare acculturato. I ragazzi sono abituati a una cultura visiva, una cultura cifrata in immagini che scavalca ogni scrittura. Anzi, che arriva loro prima dell'apprendimento della scrittura. Una cultura infantile fondata sulle "aste" e sulla lettura del "Giornalino di Gian Burrasca" gli è estranea. Per loro, direi, non ci sono libri più o meno "difficili", ma è lo stesso leggere che è "difficile", "deconcentrante".
Enzo Siciliano, Roma

Caro Augias, i genitori italiani sono sempre pronti a lamentarsi degli insegnanti. E' successo anche per il suggerimento di leggere durante le vacanze 'Se questo è un uomo' di Primo Levi. Smettiamola di considerare i tredicenni una specie da proteggere dai libri dal contenuto "severo"; anzi smettiamola di tenere i ragazzi lontani dagli ostacoli, impedendo loro di imparare a saltarli. Volesse il cielo che la difficoltà peggiore da affrontare nella vita fosse di leggere e riassumere Primo Levi!
Antonella Ghibaudi
fulvio .icm@libero.it
L e letture estive della ragazzina tredicenne hanno suscitato grande interesse. Qualunque cosa si pensi nel merito il primo commento è: bene! Che ci si appassioni su un tema come questo è segno di salute; forse, dato quello che si vede e si sente in giro, a cominciare dal livello della politica, è anche un antidoto. Credo che Enzo Siciliano abbia messo il dito nella piaga individuando come frase chiave nella lettera della signora Comin la difficoltà a concentrarsi sul testo. 'Se questo è un uomo', libro tradotto in ogni lingua, tragica odissea della modernità, ha, nell'orrore, movenze così 'avventurose' che non si capisce davvero come si possano avere difficoltà a concentrarsi. Non sappiamo se a scuola o in famiglia la ragazza Comin abbia avuto qualche informazione preventiva su ciò che è stato il nazismo, lo sterminio degli ebrei, la soluzione finale; capisco che possano sembrare alla mente di un'adolescente nata nel 1991 eventi poco meno remoti delle battaglie del Risorgimento; e che quindi andrebbero introdotti per esempio con il vecchio discorso, purtroppo sempre valido, che le tentazioni tiranniche sono un pericolo costante di ogni democrazia, nel 1922, nel 1933, oggi. Resta però il cambio di passo e di mentalità che il prevalere, l'invadenza, di una cultura visiva che scavalca ogni scrittura ha comportato. In una situazione del genere, i metodi spicci suggeriti dalla signora Antonella Ghibaudi non mi pare che sarebbero i più indicati. Lo scopo di queste letture estive non è solo di far fare i 'compiti delle vacanze' ma anche di far nascere l'amore, anzi la necessità, del leggere come strumento di consapevolezza di sé.


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