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Repubblica-Cgil: "300mila posti di lavoro saranno a rischio nel 2003

Particolarmente penalizzati manifatture e terziario Cgil: "300mila posti di lavoro saranno a rischio nel 2003" La "malattia" contagia dalle auto alle telecomunicazioni "Il governo non ha un polit...

28/12/2002
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la Repubblica

Particolarmente penalizzati manifatture e terziario
Cgil: "300mila posti di lavoro saranno a rischio nel 2003"
La "malattia" contagia dalle auto alle telecomunicazioni
"Il governo non ha un politica di sviluppo"

ROMA - Trecentomila posti a rischio nel 2003. L'allarme occupazione viene dalla Cgil secondo le cui stime - condivise anche da Cisl e Uil - la dicoccupazione colpirà in particolare il settore manufatturiero e terziario.

Si prepara dunque un anno particolarmente incerto per il settore dell'industria, e la crisi Fiat, con i suoi oltre ottomila esuberi, non è che la punta dell'iceberg di una malattia industriale che appare sempre più contagiosa e alla quale, secondo i sindacati, il governo non sa porre rimedio perché è privo di "una politica industriale e non riesce nemmeno a recuperare i posti persi con la flessibilità del lavoro".

La forte preoccupazione della Cgil investe tutti i settori secondo i sindacati: dalle auto ai ciclomotori, delle telecomunicazioni con Ericcson, Alcatel, Italtel e Siemens in affanno in alcune zone del Paese, del tessile, con la Marzotto che prevede la chiusura dello stabilimento di tessitura di Manerbio, della chimica, dell'agroindustria, Cirio in testa, dell'edilizia che chiude l'anno con un tasso di crescita vicino allo zero. E ancora: dei trasporti, del credito con le principali banche che hanno già iniziato a far scivolare nel prepensionamento migliaia di lavoratori ed infine della scuola.

Ma vediamo la mappa delle criticità messa a punto dalla Cgil e condivisa da Cisl e Uil.

AUTO. La Fiat ha avviato un piano di ristrutturazione che prevede esuberi per 8100 unità. A questi si aggiungono i lavoratori dell'indotto: tagli occupazionali di questa portata hanno un impatto, secondo i calcoli dei sindacati, su almeno altri 32 mila addetti. Insomma, la crisi dell'auto colpisce oltre 40 mila lavoratori.

CICLO E MOTO. E' la Piaggio l'azienda del settore che registra i problemi maggiori. Nel 2002, 315 lavoratori sono usciti dal ciclo produttivo e, fino alla fine dell'anno, 2 mila unità sono interessate dalla cassa integrazione ordinaria. Nell'area toscana sono 3500 i lavoratori dell'indotto che rischiano di essere colpiti.

VEICOLI COMMERCIALI E INDUSTRIALI. Il comparto presenta una situazione stazionaria. I veicoli leggeri tirano di più di quelli grandi e forte è stato il calo delle esportazioni nel primo semestre 2002 rispetto allo stesso periodo del 2001.

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ELETTRODOMESTICI. Problemi solo alla Mulinex Ocean andata in amministrazione controllata dopo il fallimento in Francia. In Italia due stabilimenti a Brescia e La Spezia corrono rischi occupazionali.

SIDERURGIA. Dall'inizio delle privatizzazioni ('95) al 2000 c'è stata una consistente riduzione del numero di aziende: da 68 a 42. La zona più esposta è quella di Taranto con più di 1300 posti a rischio.

TV. Mediaset annuncia 800 esuberi legati al pronunciamento della Corte Costituzionale sull'invio di Rete 4 sul satellite. Mentre sul fronte dello spettacolo, la crisi della pubblicità e delle aziende tv e di cinema, sta producendo un forte calo di produzione e quindi qualche centinaio di posti di lavoro.

TELECOMUNICAZIONI. E' uno dei settori piu colpiti.
Diversi i fattori di crisi: un forte indebitamento dei gestori di telefonia; il "drenaggio" di risorse destinate all'Umts; il blocco degli investimenti e l'eccesso di capacità produttiva rispetto all'espansione degli anni '90-00. Ericcson, Alcatel (a Maddaloni e a Frosinone), Italtel (a Santa Maria Capua Vetere e Carini), Siemens (a Marcianise) hanno fatto ricorso a cassa integrazione ordinaria e straordinaria, a mobilità volontaria e incentivata e ad esternalizzazioni.

La Nokia ha avviato procedure di licenziamento per 122 lavoratori, mentre la Marconi Communications, che ha predisposto un drastico piano di ristrutturazione in tutto il mondo con 20 mila licenziamenti in Usa e Regno Unito (licenziati 20 mila dipendenti), ha denunciato in Italia 1100 esuberi strutturali su un totale di 2700 unità. Quanto agli erogatori di servizi di tlc, per Ipse/Atlanet, i lavoratori a rischio sono 400.

Situazioni di crisi si registrano alla Stm, società di semiconduttori e componentistica elettronica, alla Flextronics dove sono state avviate le procedure per 3.900 lavoratori, mentre Finmek e Mekfin hanno fatto ricorso a cassa integrazione ordinaria e straordinaria.

RETI E TRASMISSIONI TELEFONICHE. Il settore versa in una situazione di crisi da almeno quattro anni. La maggior parte delle imprese utilizza cassa integrazione e strumenti di accompagnamento alla pensione volontaria. Un accordo firmato nello scorso maggio prevede l'estensione della cigs per altri due anni e iniziative di Italia Lavoro per promuovere la formazione e la ricollocazione di circa 6.500 persone.

INFORMATICA. Ad accusare sintomi crescenti di crisi sono sia le piccole che le grandi imprese di informatica. Alla I'T di Pomezia, un'azienda con 500 dipendenti in una situazione di pre-fallimento, è stata avviata la cigs a zero ore per 290 addetti. Complessivamente si calcola che tra informatica e tlc ci siano a rischio circa 12.000
posti di lavoro.

CANTIERISTICA. La situazione più critica si registra al Cantiere Luigi Orlando di Livorno dove sono a rischio 750 posti. In Fincantieri, denunciano i sindacati, è aumentato il ricorso (oltre il 25%) agli appalti in deroga. Si profila la privatizzazione del gruppo e i sindacati puntano a mantenere l'integrità del gruppo con l'ingresso dell'intera Fincantieri in Finmeccanica.

TESSILE. E' aperta la vertenza sul piano di ristrutturazione del settore lana alla Marzotto, che prevede la chiusura dello stabilimento di tessitura di Manerbio e la relativa perdita di 270 posti di lavoro. Problemi anche allo stabilimento di pettinatura di Mortara, dove si registrano situazioni di saturazione, a quello di tessitura e fissaggio di Schio e al copertificio di Schio, con una forte caduta di ordini. Il tutto si aggiunge alla chiusura della commercializzazione della linea Lanerossi, alla forte riduzione della capacità produttiva della filatura di Valdagno. Ma la crisi è diffusa in tutta la filiera delle subforniture con un costante aumento degli interventi di cassa integrazione.

CHIMICA. Nel gruppo Eni, la Cgil denuncia una grande sofferenza in tutto il ciclo della petrolchimica. Si susseguono, afferma, tentativi costanti di smantellamento dei siti di Siracusa e Gela, del ciclo del caprolattame a Marghera, e alcune produzioni a Ferrara e Ravenna. Non ci sono esuberi già esplicitati, ma la situazione potrebbe presto precipitare. Per la Pirelli, invece, il settore più a rischio è quello dei cavi, dove, a causa della caduta dei mercati mondiali e al crollo degli investimenti nelle tlc e nell'energia, sono previsti processi di riduzione soprattutto all'estero. Allo stabilimento di Settimo Torinese sono 200 gli esuberi denunciati.

AGROINDUSTRIA. E' allarme rosso per la Cirio, il grande gruppo multinazionale con 17 mila addetti nel mondo, con 700 addetti fissi in Italia e 1700 stagionali. La crisi finanziaria del Gruppo potrebbe avere pesanti ricadute occupazionali anche sull'indotto: in Campania ci sono ben cinque grandi aziende conserviere che lavorano per la Cirio. Esuberi anche per Eridania, che conta 1500 addetti fissi e 3500 stagionali. Problemi anche nel settore bevande: la Peroni ha dichiarato circa 150 eccedenze d'organico, la Campari ha avviato processi di ristrutturazione e rischi all'orizzonte si profilano per la stessa Coca Cola.

EDILIZIA. Il tasso di crescita nel 2002 è stato vicino allo zero e per il 2003 le previsioni sono addirittura negative. A fronte di uno spostamento di risorse dagli interventi ordinari a quelli straordinari, le previsioni indicano una riduzione di circa 100 mila posti di lavoro.

TRASPORTI. A causa della riduzione di risorse della Finanziaria, rilevano i sindacati, non è possibile realizzare la formazione obbligatoria prevista per la navigazione di navi battenti bandiere europee (460 quelle italiane) mettendo a rischio, così, 15 mila lavoratori, tutti provenienti dal Sud.

CREDITO. Banca Intesa ha dichiarato 8 mila esuberi su tutto il territorio nazionale e 20 giorni fa è stata fatta una prima intesa per 5.600 con forme di accompagnamento; Capitalia ne ha dichiarati 3.750 e Carime/Comindustria 900 addetti prevalentemente nel Mezzogiorno (Puglia, Calabria, Campania). Complessivamente dovrebbero uscire dal settore oltre 12 mila persone.

SCUOLA. E' previsto il taglio di 35 mila docenti in tre anni dei quali 8.500 nel 2002. A questo si aggiungono i 17 mila licenziamenti dei lavoratori degli appalti Ata (ausiliari tecnici amministrativi) e i 12 mila posti a rischio nel triennio per i lavoratori Ata-statali.

SETTORE TURISTICO. Sia a causa dell'aumento dei prezzi, che dei venti di guerra, la media di quest'anno, fra il periodo estivo e quello delle feste, ha fatto registrare una riduzione del 25% dei posti di lavoro.

SETTORE FARMACEUTICO. L'analisi della Cgil mette in guardia dai tagli alla ricerca decisi dalla finanziaria 2003. Tagli che porteranno "le aziende farmaceutiche italiane a diventare aziende di sola commercializzazione. Il centro di ricerca di Nerviano, per esempio, rischia di essere messo in discussione. E per una serie di ristrutturazioni in atto si consegna tutto il settore farmaceutico alle grandi multinazionali che, per le decisioni che assumeranno, metteranno a rischio gli oltre 2000 ricercatori e i 6mila occupati".


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