Repubblica-Bologna-'assalto dei precari alle nuove cattedre

Ieri la ressa dei professori al Csa di via de' Castagnoli
L'assalto dei precari alle nuove cattedre
Pronte le graduatorie degli insegnanti
Le liste di terza fascia partorite in fretta e furia nella notte per rispettare le scadenze
Folla per vedere i quattro volumi fitti di dati anagrafici, punteggi e sigle
PATRIZIA USAI

Allo scoccare delle 11, le urla di Antonio Largo arrivano in via de' Castagnoli. Nella sede del Centro servizi amministrativi c'è già ressa. Con una gestazione lampo di 25 giorni, le graduatorie di terza fascia dei docenti precari sono uscite, partorite in fretta e furia nel cuore della notte, per rispettare l'ultima scadenza imposta dal ministro Moratti. Quattro volumoni fitti di dati anagrafici, punteggi, sigle, posati con tonfo greve sui banchetti dell'atrio. Per ogni elenco, un capannello di "prof" che arranca, sbuffa, arraffa, formando cerchi densi di afa e umanità. Ciascuno cerca il proprio nome nella lista. Quando non c'è, si annebbia la vista. Le invettive contro il ministro Moratti si sprecano. "Io ho insegnato per 40 anni, ma un caos così nella scuola non l'ho mai visto", sbotta Silvana, agguerritissima professoressa in pensione di Forlì, che è a Bologna per controllare il punteggio della figlia insegnante. "Ogni anno la Moratti esce con una novità - prosegue infuriata - e poi se la rimangia con un decreto che annulla quello precedente. Senza alcun rispetto per gli insegnanti". L'orgoglio dei prof si riaccende: "C'è una gavetta lunghissima e faticosa da fare per diventare insegnanti, e noi siamo disposti a farla, ma non c'è alcun rispetto per noi", spiega Maria Calosso, una insegnante elementare di 33 anni. Se uno come prof nella scuola non ci è mai stato, non ci crede. Buttando l'occhio all'anno di nascita dei docenti precari, si resta di stucco: 1950, 1952, 1957, 1949? Ci sono professori di 50 anni e oltre, abilitati magari nell'83, che non hanno ancora una cattedra. Che ogni anno devono vivere l'odissea delle graduatorie. "Sospesi a un filo, e tremiamo per ogni nuovo decreto, compiliamo domande su domande, ricorsi su ricorsi", racconta Cristina in mezzo alla ressa. Carta e penna, Cristina controlla il suo punteggio, e che ci siano le R, le X, il numero esatto di figli a carico. La S di supplenza. Che vuol dire (si spera) almeno un'altra pagnotta, un altro anno di lavoro assicurato. Perché i precari, vivono così.
In coda all'ufficio ricorsi (che vanno presentati entro il 24 agosto) c'è una fila lunghissima. Le graduatorie pubblicate in gran fretta sembrano zeppe di errori. E questo nonostante il personale del Csa abbia dovuto rinunciare alle ferie d'agosto.
Alle 11,25 vengono ritirati gli elenchi delle materne ed elementari. Senza spiegazione. Gli insegnanti presenti rimangono sbigottiti. Solo dopo un'ora sapranno che le graduatorie erano sbagliate. Il gabbiotto di vetro del centralino è preso d'assalto. Una trentina di persone chiedono di salire. Consegnano il documento d'identità, prendono il numero. Aspettano di accedere ciascuno al proprio girone infernale, 1? piano, 2? piano, scuola materna, elementare.
Qualcuno oltrepassato il portone di ingresso, preferisce svoltare subito a sinistra. Lì ci si fa traghettare tra vecchi punteggi e nuove regole da Antonio Largo, barba bianca e carnagione al neon di chi ad agosto non ha visto il mare. Tuona consigli e massime filosofiche. Chi non capisce, va all'ufficio ricorsi. Aperto anche oggi, fino alle 13.