Repubblica: Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger "Nemico di Galileo, qui non può parlare"
Dopo l´appello dei fisici gli studenti preparano la contestazione
Giovedì il Papa terrà un discorso all´inaugurazione dell´anno accademico
Annunciati sit-in. Il rettore: al di là delle opinioni, viene tra noi come messagero di pace
ANNA MARIA LIGUORI
ROMA - «Benedetto XVI non deve entrare all´Università La Sapienza». Il vade retro viene da un nutrito gruppo di docenti e studenti dell´ateneo più antico d´Europa e apre un nuovo fronte laici-cattolici. Il rischio è che giovedì prossimo, quando è in programma un discorso del Papa - terzo pontefice in visita all´ateneo - vada in scena una clamorosa contestazione, un sit-in antipapalino all´ombra delle Minerva. La parola d´ordine è: «Non vogliamo Ratzinger nel tempio della conoscenza perché è troppo reazionario».
L´alzata di scudi laica era stata preannunciata giovedì da una lettera ai vertici dell´università che hanno invitato, il 17 gennaio, papa Ratzinger ad inaugurare l´anno accademico 2007-08, il 705° dalla fondazione. Sessantasette docenti, tra cui tutti i più noti fisici dell´ateneo, hanno firmato un appello (pubblicato scorso su Repubblica) perché "quell´invito sconcertante", così lo hanno definito, venga revocato. Il messaggio anti Ratzinger è stato spedito direttamente al rettore Renato Guarini: «Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso a Parma, Joseph Ratzinger ha rilanciato un´intollerabile affermazione di Feyerabend: "Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto"». Una frase che ha fatto sobbalzare il gruppo di scienziati che ora fa la fronda alla visita di Benedetto XVI. E che si dicono «indignati in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all´avanzamento e alla diffusione delle conoscenze. Quelle parole ci offendono e ci umiliano. E in nome della laicità della scienza auspichiamo che l´incongruo evento possa ancora essere annullato».
La risposta del rettore Guarini? Un invito alla tolleranza e nessuna marcia indietro. «Al di là delle divergenze di opinioni - dice - bisogna accogliere Benedetto XVI come un uomo di grande cultura e di profondo pensiero filosofico, come messaggero di pace e di quei valori etici che tutti condividiamo». Così la cerimonia è stata confermata, e sarà divisa in due parti: la lectio magistralis tenuta da Mario Caravale, docente di storia del diritto, che parlerà della pena di morte, poi gli interventi del ministro dell´Università Fabio Mussi e del sindaco di Roma Walter Veltroni. Poi il discorso di Benedetto XVI. Alla fine, tutti in cappella.
Ma la vigilia potrebbe diventare "pesante". Dopo i professori anche gli studenti promettono che non resteranno a guardare. Annunciano che faranno un sit-in contro «l´oscurantismo» di Benedetto XVI, terzo papa in visita alla Sapienza dopo Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1991. «Non capiamo per quale motivo il Papa debba prendere parte alla cerimonia» sottolinea Michele Iannuzzi della Rete per l´Autoformazione. E centinaia di studenti delle università romane già fanno sapere che nei prossimi giorni si daranno appuntamento sotto la statua della Minerva, simbolo del sapere e della conoscenza. Già mercoledì organizzeranno cortei, campagne di comunicazione e daranno vita a "gesti eclatanti" per coinvolgere il maggior numero di studenti in quella che vuole essere «una vera e propria lotta contro l´ingerenza del pontefice nelle istituzioni italiane».
Clima di mobilitazione anche tra i docenti. Andrea Frova, docente di Fisica generale, è tra coloro che hanno partecipato alla stesura della lettera: «L´invito è una scelta inopportuna e vergognosa e non è sufficiente che il Papa non tenga più la lectio magistralis, come avevano deciso all´inizio. È solo un maquillage fatto anche piuttosto male. Si tratta di un capo di stato straniero ed inoltre il capo della Chiesa cattolica. E noi che abbiamo dedicato tutta la vita alla scienza non ci sentiamo di ascoltare, a casa nostra, una voce autorevole che condanna di nuovo Galileo». Un altro dei firmatari più attivi è Carlo Cosmelli, docente di Fisica: «Le accuse anti-scienza che il Papa ha lanciato da cardinale le ha ribadite anche nella sua ultima enciclica. Lui è convinto che, quando la verità scientifica entra in contrasto con la verità rivelata, la prima deve fermarsi. Una cosa del genere in una comunità scientifica non può essere accettata».