Ministro, non sa cosa si fa a scuola
Ma perché i sottosegretari, che pure sono persone di scuola, non spiegano al ministro che il tempo di lavoro dei docenti non si esaurisce in quello dedicato alle lezioni frontali?
L’ultima uscita del ministro Profumo, che propone per il riassetto di bilancio ulteriori risparmi a carico della Scuola, portando a 24 le ore di lezione per tutti i docenti di scuola secondaria inferiore e superiore dimostra come questo Governo sia in perfetta sintonia e continuità con il governo Berlusconi i cui ministri Gelmini e Brunetta consideravano i docenti fannulloni oltre che impreparati e troppo numerosi. Ma perché i sottosegretari, che pure sono persone di scuola, non spiegano al ministro che il tempo di lavoro dei docenti non si esaurisce in quello dedicato alle lezioni frontali? Chi governa la scuola deve capire (e se non ci riesce da solo bisogna esigere che si aggiorni!) che l’attività docente non è di natura impiegatizia e riproduttiva, ma ha le caratteristiche della ricerca: quella che quotidianamente ogni docente e ogni comunità educante mette in atto per trovare strategie didattiche efficaci a rispondere ai bisogni di ciascun alunno, per adeguare i propri strumenti professionali al continuo riassetto dei saperi disciplinari e delle tecnologie didattiche, per conoscere e dominare efficacemente l’universo mass-mediale e comunicativo a cui gli adolescenti sono esposti, all’interno del quale devono essere messi in grado di muoversi con capacità critiche. Per questo ogni buon docente non esaurisce le proprie conoscenze nella fase della prima formazione, ma necessita di una formazione e di un aggiornamento continui nei diversi ambiti: disciplinare, psico-pedagogico, sociologico, d el l ’attualità e dell’informazione e deve conoscere le realtà, positive, ma anche a rischio che si muovono nei territori in cui la scuola opera. Inoltre l’insegnamento e l’educazione sono azioni che non si svolgono individualmente , ma in collaborazione: con altri docenti e con il personale tutto delle scuole, con i genitori, con gli educatori che operano in maniera informale al di fuori delle scuole, con l’associazioni smo…al l ’interno di comunità educanti tanto più efficaci nell’azione quanto più sinergiche e cooperative, soprattutto nelle zone a rischio e verso alunni in età fragile ed esposta quale è quella di preadolescenti e adolescenti. Disegnata così la funzione docente è complessa e richiede impegno, continuità, supporto d al l ’amministrazione e dal mondo della ricerca e della cultura. Proprio il contrario della mortificazione e della precarietà in cui tagli, cattive riforme, disinteresse l’hanno fatta sprofondare negli ultimi decenni. Il lavoro dei docenti con gli studenti va dalla programmazione dei percorsi per la classe e per i singoli alunni alle interrogazioni individuali e di gruppo, dalla correzione dei compiti alle attività di recupero e di sostegno per gli alunni più bisognosi, dalla assistenza durante le attività di laboratorio alle realizzazione dei percorsi progettuali e delle attività integrative opzionali, dalle visite di istruzione ai percorsi di ricerca, dalla somministrazione delle prove di verifica periodiche agli esami finali dei cicli. Ci sono poi i tempi dedicati al ricevimento dei genitori, alla partecipazione ai consigli di classe e agli altri organi collegiali, ai dipartimenti disciplinari, alla programmazione delle attività interdisciplinari, alla registrazione e alla documentazione delle attività che si svolgono con le classi, all’aggiornamento individuale e di gruppo, al rapporto con le reti di scuole del territorio per curare l’orientamento e la continuità, al rapporto interistituzionale con altri soggetti che intervengono nella attività di educazione-istruzione, quali i servizi materno-infantili e le ASL, gli Enti locali, le Associazioni culturali, i sistemi delle biblioteche… Si può, allora, parlare di ridisegnare l’orario di lavoro dei docenti, ma per ricomporne le parti, valorizzare le attività fino ad oggi non sufficientemente emerse, individuare le diversità e le costanti fra ordini e gradi e cattedre disciplinari, garantire spazi fisici pertinenti e dedicati, perché alcune di queste attività possano essere svolte all’interno degli edifici scolastici e assegnare risorse per una formazione in servizio di qualità e una ricerca oggi affidati alla sola buona volontà individuale, non certo per imporre un aumento di ore di attività frontale per svolgere supplenze o insegnamento su spezzoni di cattedre. Se si mette al centro dell’attività delle scuole la relazione educativa e la sua significatività, non si possono caricare i docenti di un numero eccessivo di alunni (già altissimo per molte cattedre i cui docenti intervengono per poche ore la settimana in ogni classe), aggiungendo ore di attività frontali. Sel esprime l’as s o l u to dissenso verso la proposta del ministro Profumo, ne chiede la cancellazione dalla legge di riassetto finanziario che verrà discussa dalla Camera e garantisce il proprio impegno a valorizzare e rendere visibili carichi e competenze della funzione docente nella elaborazione del proprio programma sulla Scuola che sta elaborando, in collaborazione con docenti ed esperti del mondo della cultura e della ricerca, in vista della prossima tornata elettorale.
SIMONETTA SALACONE GIÀ DIRIGENTE SCOLASTICA DELL’ISTITUTO “IQ BAL MASIH” DI ROMA E REFERENTE NAZIONALE PER LA SCUOLA DEL DIPARTIMENTO SAPERI DI SEL