Messaggero. Un'insufficienza? Niente esami
Le prove dal 22 giugno. Gelmini: «Non basta la media del 6 per essere ammessi»
di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - «Non basta la media del sei, saranno ammessi agli esami di maturità solo gli studenti con la sufficienza in tutte le materie, compresa la condotta», scatta da quest’anno la norma approvata nel 2009 per rendere «più severo e credibile» l’esame che da tempo si era svuotato di contenuto. Lo ribadisce il ministro dell’Istruzione Gelmini, che l’anno scorso aveva modificato il regolamento. Dunque, soltanto gli studenti che abbiano strappato il 6 in tutte le materie potranno candidarsi alla maturità. Risultato: è prevedibile un incremento delle bocciature nello scrutinio finale, bocciature già aumentate lo scorso anno con un + 1,6%. «E’ sempre una perdita la bocciatura - disse allora la Gelmini - ma dobbiamo imparare a difendere la scuola del merito». L’altro scossone quest’anno arriva dal greco: la lingua di Platone è stata scelta come seconda prova scritta per gli studenti del classico. Lo ha annunciato utilizzando un video su un canale di YouTube la Gelmini, che, per le altre materie, ha confermato le tradizionali prove di indirizzo: matematica allo scientifico, pedagogia al pedagogico, e così via. Per alcuni la scelta di riproporre dopo tanto tempo il greco è un richiamo al rigore, per gli studenti è solo un “incubo”. Comunque, il ministro rassicura: «Già nel 2009 sono state scelte tracce più chiare, sintetiche e vicine agli interessi degli studenti, anche quest’anno sarà così. Pur nel rispetto della tradizione della maturità italiana, saranno individuati elementi di novità, con tracce vicine alla sensibilità dei ragazzi». Per 500mila maturandi, dunque, è iniziato il conto alla rovescia. Gli esami inizieranno il 22 giugno con la prova scritta di italiano, il 23 giugno si terrà la seconda prova, poi le scuole organizzeranno il calendario per il resto. Qual è il clima? Che cosa ne pensano i docenti di questo esame tanto controverso? «Gli ultimi ministri hanno tentato di rinnovare l’esame, ma senza grandi risultati - sostiene Gigliola Corduas, presidente della Fnism, la Federazione nazionale degli insegnanti - Il vero problema è che il nostro modello di scuola è vecchio, superato. Ma se la scuola è statica ci sono dei limiti strutturali, non è possibile migliorare l’esame. O si cambia la secondaria con una riforma seria, non con gli slogan, o non avremo mai un esame innovativo, selettivo e serio. Hanno provato a rendere gli esami più severi, ma se non rendiamo più severa la formazione all’origine è tutto inutile. Per liberarci dei vecchi schemi dobbiamo cominciare a stabilire quali competenze e quali saperi dobbiamo sviluppare con la scuola, solo così potremo misurare, valutare e comparare i nostri ragazzi dal Nord al Sud dell’Italia». Perplessità anche da un altro esperto, l’economista Giacomo Vaciago, che lancia una provocazione: «In realtà continuiamo a peggiorare il livello degli studenti che arrivano all’esame, perché li costringiamo a studiare tutti le stesse cose. E questo è un errore. Le materie non le deve scegliere la Gelmini ma i ragazzi, come si fa da anni negli Usa e in Gran Bretagna. Dobbiamo favorire le loro scelte, non forzarli ad essere tutti simili».