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Messaggero-Scuola, scontro sulla riforma: le iscrizioni partono al buio

Scuola, scontro sulla riforma: le iscrizioni partono al buio di ANNA MARIA SERSALE ROMA - Ci siamo. Per le preiscrizioni è iniziato il conto alla rovescia. Il 25 gennaio scadono i...

05/01/2006
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Il Messaggero

Scuola, scontro sulla riforma: le iscrizioni partono al buio
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Ci siamo. Per le preiscrizioni è iniziato il conto alla rovescia. Il 25 gennaio scadono i termini per prenotare il posto alle prime classi, dalla materna alle superiori. Se l'iscrizione, in passato, era un atto burocratico, ora, invece, mette in fibrillazione due milioni e 300 mila famiglie. Nonostante le campagne informative e la recente circolare del ministro, le novità della riforma disorientano molti genitori: orari obbligatori, con possibile scelta di quelli opzionali; lingua straniera unica oppure bilinguismo, anticipo facoltativo per i piccoli, fino alle angoscianti incertezze sulla secondaria. "Mio figlio andrà in uno degli otto licei voluti dalla legge Moratti?", chiedono in molti. No, perché la riforma non decolla e l'attuazione slitta al 2007-2008. "Però la confusione regna sovrana - afferma Francesco Scrima, segretario nazionale della Cisl scuola - Alle superiori sono in vigore i vecchi indirizzi, mentre le famiglie credono di trovare le novità annunciate". "E' un pasticcio - sostiene Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola - migliaia di ragazzi si iscriveranno ad una scuola che in realtà è superata dalla riforma". Certo, chi parte con il vecchio ordinamento finirà il ciclo di studi senza cambiamenti in corsa. Per capirci, se uno si iscrive alla scuola per geometri uscirà geometra e se un altro sceglierà l'indirizzo periti, avrà in tasca un diploma con titolo corrispondente. Ma c'è un forte disagio per le incertezze che riguardano la coesistenza di due sistemi e la poca chiarezza che ancora accompagna il destino dei tecnici e dei professionali. "La confusione - incalza Di Menna - sta determinando la corsa verso i licei, anzi verso il liceo scientifico, che rischia di scoppiare". La scelta delle superiori, si sa, è una delle più importanti della vita. Incanalarsi in un indirizzo piuttosto che un altro può condizionare o perfino determinare molti aspetti della vita futura. "Alle difficoltà di partenza - spiegano professori e presidi bersagliati dalle famiglie - ora si aggiungono nuove incognite che rendono tutto più arduo".
Le Regioni hanno ingaggiato un braccio di ferro con Letizia Moratti. Ad eccezione delle quattro guidate dal centrodestra, le altre hanno alzato gli scudi. Le critiche di merito, ufficialmente, sono state accantonate dal momento che la riforma è legge. Ma i rappresentanti dei Parlamenti locali hanno puntato i piedi sulle carenze organizzative: "Senza soldi", hanno detto, e senza avere il tempo di chiarire il loro ruolo nella gestione diretta delle scuole, "la riforma non può partire". Così hanno ottenuto il rinvio.
Però viale Trastevere non si arrende. Dopo avere scritto nel decreto che la riforma slitta di un anno, il Ministero riprende in esame l'ipotesi della sperimentazione didattica sotto le pressioni di una parte della Cdl, soprattutto di Forza Italia, che, comunque vadano le elezioni, vuole garantirsi l'attuazione di quella che Berlusconi ha definito "una riforma epocale, ottenuta dopo 80 anni di attese". Di possibile sperimentazione si era parlato anche nei mesi scorsi. Ma dopo il "no" delle Regioni la Moratti è cauta. Fonti bene informate parlano di un "progetto", anzi di una serie di "progetti di innovazione", proposti alle scuole, che sul piano formale potrebbero essere il sistema per sdoganare il via alla sperimentazione senza creare incidenti diplomatici. Il ministro Moratti nei prossimi giorni deciderà se dire alle scuole di usare l'autonomia per aderire o meno all'iniziativa.


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