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Messaggero: Scuola, contro i tagli scioperi e lezioni bloccate

Finanziaria, la protesta dei sindacati: manifestazione nazionale il 17 dicembre

25/11/2006
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Il Messaggero

di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Scuola, sindacati Confederali sul piede di guerra. La manovra di Padoa Schioppa non li convince e rivendicano «modifiche sostanziali» alla Finanziaria 2007. A sostegno della vertenza varano un pacchetto di scioperi e manifestazioni da attuare dal 6 al 17 dicembre, giorno in cui, pur essendo domenica, faranno una manifestazione nazionale a Roma. Ma vediamo che cosa prevede il calendario di Cgil, Cisl e Uil: il 6 assemblee unitarie in tutte le scuole; il 7 presidi davanti a tutti i Csa (gli ex provveditorati) e davanti alle Direzioni scolastiche regionali. L’11 dicembre, invece, ci sarà lo sciopero generale di tutti i lavoratori della scuola dell’infanzia, elementare e media, alla prima o ultima ora, accompagnato da sit-in davanti al ministero della Pubblica Istruzione. Il 12 dicembre manifesteranno gli ausiliari, i tecnici e gli amministrativi. Il 13 dicembre, infine, ci sarà sciopero della scuola superiore, sempre alla prima o ultima ora.
Perché la mobilitazione? Perché scioperi e manifestazioni in tutta Italia? Uno dei temi più controversi è quello della cosiddetta “clausola di salvaguardia”, una noticina inserita nella Finanziaria che, secondo i sindacati, vincola le 150 mila assunzioni promesse dal governo alla realizzazione dei risparmi di spesa da ottenere con i tagli. Dice Francesco Scrima, segretario nazionale della Cisl-scuola: «La clausola era stata tolta, poi è tornata nel testo della Finanziaria. Le assunzioni non possono essere subordinate ai risparmi e quindi ai tagli. Quanto alle graduatorie permanenti è inaccettabile una data di scadenza, chiediamo che il termine al 2010 venga cancellato, anche perché in quelle liste ci sono persone che hanno acquisito dei diritti. Perciò le graduatorie dovranno andare ad esaurimento, senza date prefissate».
Il ministero della Pubblica istruzione replica alle contestazioni. Punto primo: «La clausola di salvaguardia non danneggerà la scuola. L’emendamento prevede che dalla clausola siano escluse le spese per il personale e tutte le risorse destinate all’autonomia scolastica». Punto secondo: «Non è più previsto l’azzeramento delle graduatorie permanenti. Il governo si è già impegnato a introdurre la modifica al Senato per garantire i diritti acquisiti, trasformando le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento. Entro 18 mesi dall’entrata in vigore della legge il ministro riferirà al Parlamento per individuare nuove forme di reclutamento. Ma coloro i quali sono già presenti nelle attuali graduatorie e coloro i quali acquisiranno il diritto nei prossimi due anni rimarranno in tali graduatorie fino all’assunzione».
Ma i sindacati contestano anche l’innalzamento dello 0,4% del rapporto alunni-classe: «Comporta un taglio di 19.000 cattedre - sottolinea ancora Francesco Scrima, Cisl - e la soppressione di 6.00 posti Ata (personale tecnico-ausiliario». Anche su questo punto Viale Trastevere replica deciso: «L’incremento sarà compensato in termini di organico dall’incremento della popolazione scolastica, già in atto, e dall’innalzamento dell’obbligo di istruzione». Ma anche gli Ata sono scontenti. Le 20 mila assunzioni previste dal governo non bastano, ne erano state chieste 40 mila. Intanto, la mobilitazione dei sindacati Confederali riceve le critiche dei Cobas: «Manifestazioni tardive».


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