Messaggero: Riordino degli indirizzi dei licei e nuove norme per salire in cattedra. Così cambierà l'istruzione
Nel capitolo istruzione ci sono piccole grandi manovre che saranno messe in campo nei prossimi mesi dal governo
di ALESSANDRA MIGLIOZZI
ROMA - Dalla riforma delle scuole superiori a quella della formazione e della carriera dei docenti, passando per gli strumenti per premiare il merito degli studenti e quelli per aiutare le famiglie a spendere un po’ meno per i testi scolastici. Nel capitolo istruzione ci sono piccole grandi manovre che saranno messe in campo nei prossimi mesi dal governo.
A queste si aggiungono le riforme che riguardano l’università: la revisione del sistema di governance degli atenei e dei concorsi è già in Parlamento e diventerà legge a primavera. Invece la prima grande rivoluzione del 2010 sul fronte scuola arriverà a breve: nelle prossime settimane, salvo sorprese, sarà varata definitivamente la riforma delle superiori. Prima della Gelmini già la Moratti era arrivata a due passi dall’obiettivo. L’ex ministro Fioroni aveva fatto appena in tempo a mettere nero su bianco la sua ipotesi di revisione degli istituti tecnici e professionali. Ora la giovane avvocatessa di Leno è prossima a concludere l’operazione. Mancano solo il parere del Consiglio di Stato e quello delle commissioni parlamentari. Quest’ultimo è già pronto e potrebbe essere licenziato la prossima settimana. Subito dopo arriverà il sì dei ministri. L’obiettivo di fondo è quello di mettere ordine negli indirizzi attuali. Nei licei oggi ci sono 400 sperimentazioni, da settembre ci saranno solo 6 tipologie tra cui scegliere: classico, linguistico, scientifico, artistico più le due new entry, scienze umane e musicale-coreutico. Anche nei tecnici e nei professionali si registreranno meno opzioni, ci saranno più ore di laboratorio e saranno favoriti stage e tirocini. Tornando ai licei, saranno valorizzate le lingue: al classico si farà inglese per tutto il quinquennio. Allo scientifico sparirà il latino nell’indirizzo tecnologico per dare più spazio la matematica. Per il ministro la riforma è “inderogabile, deve partire da settembre 2010”. Con la revisione degli indirizzi scatterà anche quella delle materie che porterà ad inevitabili tagli tra i docenti, una nota dolente che mette in allarme i sindacati. Nei prossimi mesi, poi, dovranno essere convertite in legge anche le nuove regole per diventare insegnanti, messe nero su bianco dalla commissione guidata dal professor Giorgio Israel e già illustrate in Consiglio dei ministri dalla Gelmini. Il tirocinio e la laurea diventeranno obbligatori per gli aspiranti docenti e le assunzioni saranno fatte solo in base al reale fabbisogno per “mettere fine al precariato”. L’altra partita importante sarà quella della carriera degli insegnanti. A settembre il ministro ha detto che entro “sei mesi” bisognerà arrivare ad una legge per “dare una carriera ai docenti. Siamo l’unico paese europeo- ha spiegato Gelmini- insieme alla Grecia a non averne una”. Il ministro spera in una legge “bipartisan che venga dal Parlamento” e che possa essere una soluzione “stabile”. Altrimenti il governo “farà da solo”. L’obiettivo più volte dichiarato è quello di garantire a chi lavora meglio uno stipendio maggiore. Quanto al merito, si lavora anche sul fronte degli studenti: il ministro in futuro vorrebbe garantire ai 100 migliori della maturità l’ingresso gratis all’università. Mentre con gli e-book (libri elettronici), che dovranno entrare a regime nei prossimi due anni, dovrebbe diminuire la spesa per i testi di scuola. Sul fronte università arriveranno a breve la nuova governance degli atenei (organismi di governo più snelli, rettori in carica a tempo determinato, meno facoltà e dipartimenti) e la revisione del reclutamento dei professori che dovranno prima abilitarsi a livello nazionale. I ricercatori diventeranno figure a termine. Mentre per gli studenti è in arrivo un apposito fondo per il merito.