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Messaggero-La Moratti: "Tutti i prof al loro posto"

La Moratti: "Tutti i prof al loro posto" Ma i sindacati replicano: non è vero, ritardi nelle nomine e deficit di risorse di ANNA MARIA SERSALE ROMA - L'anno scolastico partirà ...

09/09/2004
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Il Messaggero

La Moratti: "Tutti i prof al loro posto"
Ma i sindacati replicano: non è vero, ritardi nelle nomine e deficit di risorse
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - L'anno scolastico partirà senza scossoni. Il ministro Moratti è ottimista e garantisce alle famiglie una ripresa soft, con tutti gli "insegnanti al loro posto". "Le graduatorie permanenti sono state aggiornate e l'assegnazione delle supplenze è a buon punto - afferma il ministro, che oggi in una conferenza stampa illustrerà le novità introdotte dalla riforma - Prima dell'inizio delle lezioni gli insegnanti saranno tutti nominati. Gli uffici hanno lavorato sodo e l'avvio sarà regolare". La Moratti ribadisce che "il quadro normativo" è la garanzia del buon funzionamento della scuola. Quanto alle novità, tutor, lingue straniere, anticipo dell'età scolare, informatica e portfolio degli studenti (cartella personale che racchiude l'intera carriera scolastica), il ministro assicura che tutto funzionerà al meglio. Garanzie anche sul fronte dell'handicap: "Non è vero che ci siano stati dei tagli, i genitori stiano tranquilli, il servizio di assistenza sarà garantito". Garanzie anche sul tutor: "Costituisce - sottolinea la Moratti - un elemento fondamentale per assicurare, fatta salva la piena contitolarità didattica degli altri docenti, le funzioni di raccordo con le famiglie e con il territorio, di orientamento e di sostegno degli allievi, in modo da favorire il pieno successo formativo per tutti".
I sindacati, invece, parlano di un quadro "molto confuso". "Mancano insegnanti e risorse - afferma Enrico Panini, segretario della Cgil - Ci sono ritardi nelle nomine dei supplenti. E' diminuito l'obbligo scolastico e sulle sorti della scuola superiore c'è totale incertezza". Cgil, Cisl, Uil e Gilda sono in fibrillazione e proprio due giorni fa hanno rotto le trattative sul tutor. Al tavolo con l'Aran (l'agenzia delegata dal governo per le trattative sul pubblico impiego) le posizioni erano molto lontane. Al punto che Gilda e Confederali hanno abbandonato: "Non ci sono neppure i presupposti per discutere - hanno detto - il governo offre cifre irrisorie". I sindacati si oppongono al tutor e sono decisi a fermare i progetti del ministro: "E' intollerabile il ritorno al maestro unico, con la perdita di circa 60mila posti di lavoro". Le critiche sono anche di ordine "pedagogico e didattico". Dice Francesco Scrima, segretario nazionale della Cisl scuola: "Motivi professionali e organizzativi ci spingono a dire "no": saltano la collegialità e la pari dignità tra i docenti. A ciò si aggiunge il fatto che le cifre di cui si parla sono irrisorie e mortificanti per la professionalità dei docenti". Alessandro Ameli della Gilda rincara la dose: "Non ci sono soldi. Il tutor non ha copertura finanziaria neppure nell'immediato. Per l'anticipo delle iscrizioni alle elementari la situazione non è molto diversa. In che modo il ministro pensa di introdurre nuove figure professionali e garantire alle famiglie la scuola a 5 anni?".
E mentre si discute di tutor e finanziamenti, a Milano si profila un nuovo caso. Centottantadue classi delle superiori hanno zero iscritti all'ora di religione e 1.800 docenti dell'Associazione nazionale insegnanti cattolici lanciano un appello al cardinale Tettamanzi: "Occorre un piano di rilancio - dicono - C'è stata una sorta di rassegnazione, come se questo dato fosse ineluttabile. È mancata una strategia e adesso paghiamo lo scotto, non si può fare finta che il fenomeno non esista. Fra studenti delle scuole statali, comunali e private, è di sessantamila il numero di coloro che non frequentano la lezione di religione, di cui solo trentamila nelle superiori di Milano città". In realtà il fenomeno è molto esteso e riguarda soprattutto le grandi città.
Ma oggi tornano tutti a scuola? No, la campanella stamattina suona per Lombardia, regione che fa da apripista. Poi, a scaglioni, tutti gli scolari d'Italia si rimetteranno lo zaino in spalla. Sono quasi 8 milioni e 700 mila i ragazzi in totale. Il 13 settembre, lunedì prossimo, toccherà ai ragazzi di Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta e province autonome di Trento e Bolzano riaprire i quaderni. Il 14 riprenderanno gli studenti del Friuli e il 15 quelli di Marche, Abruzzo, Emilia-Romagna e Campania. Il 16 settembre Lazio e Liguria. Comunque le date, indicate dalle direzioni regionali, non sono vincolanti. Grazie all'autonomia gli istituti possono decidere di modificare il calendario, purchè siano garantiti 200 giorni di lezione.


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