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Messaggero: I presidi al ministro: «Niente fondi per pagare i supplenti e le pulizie»

La Gelmini: «Ma la riforma è più apprezzata di quanto si possa credere»

17/01/2010
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Il Messaggero

di ALESSANDRA MIGLIOZZI
ROMA - I dirigenti scolastici scrivono alla Gelmini per chiedere più fondi. Poco prima di Natale le scuole hanno ricevuto una circolare del ministero con su scritta la cifra che potranno mettere a bilancio per il 2010 e con un monito preciso “non ci saranno altri fondi”. Ma i dirigenti non ci stanno: l’Anp, l’associazione nazionale dei presidi, ha preso carta e penna e inviato una lettera al ministero firmata dal presidente, Giorgio Rembado, in cui si dice che alcune delle indicazioni fornite da viale Trastevere sui bilanci “aggravano la situazione finanziaria degli istituti, già di per sé pericolosamente precaria”.
Un giro elegante di parole per dire che i soldi non bastano. L’Anp scrive al Miur che, in pratica, se si prende la cifra a disposizione di ciascuna scuola, una volte detratte le spese per il fondo di istituto, per le pulizie e gli esami di Stato, resta “una esigua differenza che dovrebbe coprire le spese per le supplenze brevi e il fabbisogno per il funzionamento”. Risorse che secondo i primi calcoli effettuati dall’Associazione nazionale dei presidi che si basano su “con un campione significativo di scuole” sono “assolutamente inadeguate”. Insomma, le scuole lanciano l’allarme fondi.
Secondo quanto ha valutato l’Anp, spiega sempre Rembado nella lettera, nel secondo quadrimestre ci saranno istituti che non avranno i soldi per pagare i supplenti e per il funzionamento didattico e amministrativo. Vale a dire che non potranno chiamare sostituti in caso di assenze dei professori o pagare il materiale corrente che viene consumato in classe e in segreteria. Probabilmente, come succede da anni, gli istituti ripiegheranno sulle famiglie. Anche se stavolta sarà più difficile aumentare i contributi a carico di mamme e papà con la crisi in atto. Anche per questo i presidi chiedono al ministero di fare chiarezza definitivamente sui debiti che lo Stato ha con gli istituti scolastici che, negli scorsi anni, hanno anticipato molte spese. Si tratta di un miliardo di euro che la nota ministeriale chiede di mettere fuori bilancio. Il che avvertono dall’Anp manderà “in grave disavanzo di amministrazione” tutte le istituzioni scolastiche. Qual è il meccanismo? I fondi stanziati per il 2010 sono inferiori rispetto alle necessità delle scuole. Mettendo i residui attivi (i crediti) fuori bilancio i presidi andranno in rosso. A quel punto bisognerà vedere se i Consigli di istituto saranno disposti a firmare bilanci in passivo, anche perché potrebbero non superare il vaglio dei revisiori dei conti.
Dunque, gli istituti con le casse più vuote potrebbero essere costretti a chiamare un commissario ministeriale per risolvere la situazione se lo Stato non onorerà almeno in parte i suoi debiti. Ultimo capitolo, quello che riguarda le pulizie. Il ministero ha tagliato anche lì: le scuole potranno spendere il 25% in meno. “Il che- avvertono i dirigenti che già sono alle prese con le ditte che si occupano di pulire- determinerà un peggioramento significativo del servizio”. Ovvero ci potrebbero essere bagni e aule meno puliti e bidelli tolti dalla sorveglianza per riprendere in mano scope e stracci.
«Mi dispiace - è la risposta del ministro alle critiche alla riforma delle superiori durante un’intervista del Tg4 - che si faccia della controinformazione. Ma ormai sappiamo che ogni riforma, ogni cambiamento, è sempre accompagnato nel nostro paese da forti critiche da parte di alcune frange estremiste della sinistra. Noi, però, procediamo. Crediamo di essere dalla parte della ragione e pensiamo soprattutto che si risponde alla crisi ridando peso specifico, ridando valore alla scuola stessa. Sono molti di più, non solo gli studenti e le famiglie, ma soprattutto gli insegnanti e i dirigenti scolastici condividono i contenuti di una riforma attesa da più di 20 anni».


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