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Messaggero-E' scontro sulla qualità della scuola italiana

E' scontro sulla qualità della scuola italiana L'Ocse: "Meno diplomati rispetto all'Europa". Il ministero: "Cifre vecchie, stiamo migliorando" di ALESSANDRA MIGLIOZZI ROMA - Pochi...

06/01/2006
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Il Messaggero

E' scontro sulla qualità della scuola italiana
L'Ocse: "Meno diplomati rispetto all'Europa". Il ministero: "Cifre vecchie, stiamo migliorando"
di ALESSANDRA MIGLIOZZI

ROMA - Pochi diplomati e laureati, ragazzi delle superiori che arrancano nei test internazionali di valutazione degli allievi, scarsi investimenti statali (anche se la spesa per alunno è tra le più elevate) e pochissimi insegnanti giovani nelle classi. E' il quadro che emerge dall'annuale rapporto Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, con 30 Paesi membri più i partner esterni) dal titolo "Uno sguardo all'Educazione" rispetto al sistema educativo in Italia.
Tabella dopo tabella (i dati sono per lo più riferiti al 2003) ecco quanto raccontano i dati Ocse: in Italia ci sarebbero solo 44 diplomati su 100 nella fascia di età tra i 25 e i 64 anni. La media degli altri membri è del 66% con gli Stati Uniti (88%) in testa. Nelle fasce più giovani le distanze si riducono, ma l'Italia si attesta, per numero di diplomati, al venticinquesimo posto, persino sotto la Polonia. I nostri studenti delle superiori, poi, non sarebbero particolarmente brillanti nei test di valutazione standardizzati di matematica (ci batte anche la Corea), scienze (siamo ultimi tra i paesi più industrializzati) e problem-solving.
Maglia nera anche per i laureati: ce ne sono 10 ogni 100 abitanti nella fascia di età 25-64, la media Ocse è di 24. E nella fascia 25-34 siamo ultimi, superati pure dalla Grecia. Giudizio negativo anche sugli investimenti: l'Italia impiega per il sistema educativo il 4,9% del Pil contro la media del 5,8 degli altri membri Ocse. Il costo medio per alunno, comunque, è più alto: 7.474 dollari contro i 6.081 degli altri membri. Situazione opposta all'Università: 8.363 dollari contro i 10.655 della media Ocse. Qualche nota positiva c'è: abbiamo poco più di 10 alunni per docente contro i 14,6 della media Ocse alle medie e alle superiori, meno alunni per aula, 139 operatori (tra docenti e non)ogni 1.000 ragazzi contro i 107 medi degli altri membri. Ma abbiamo anche la classe docente meno giovane: il 90% dei professori delle superiori ha oltre 40 anni, la media degli altri paesi è del 64%. E gli stipendi sono mediamente più bassi.
Ai numeri Ocse si oppongono però quelli del Miur. "Il rapporto è stato elaborato su dati non aggiornati - dicono da viale Trastevere -. Negli ultimi anni il nostro sistema educativo è entrato in una fase di piena ripresa e miglioramento grazie anche alla Riforma". Il Ministero snocciola i suoi dati: "dal 2001 al 2005 il finanziamento per l'istruzione è aumentato del 13%, da 35.787 milioni di euro a 40.407 milioni. Quello per l'università del 13,5%, da 6.162.880.000 euro a 7.028.000.000. Oltre 120.000 studenti sono rientrati nel sistema di istruzione e formazione con la riduzione dell'abbandono dal 25% del 2001 al 20% del 2005: la media europea è del 18%. E i laureati sono cresciuti dai 171.806 del 2001 ai 268.821 del 2004". Anche su età e stipendi degli insegnanti il Miur getta acqua sul fuoco:"con il nuovo sistema di reclutamento saranno assunti sempre più giovani e l'aumento medio degli stipendi nell'ultimo quadriennio è stato di 274 euro".
Sull'Università interviene il direttore generale per lo studente ed il diritto allo studio, Olimpia Marcellini:"Il rapporto non tiene conto degli ultimi due anni in cui si è registrato un aumento di laureati e un più 10% di iscrizioni alle lauree scientifiche". "Su una cosa l'Ocse ha ragione - chiude Guido Fiegna, del comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario del Miur -: da noi solo il 12% di giovani tra 25 e 34 anni ha un titolo universitario contro il 18% medio degli altri Paesi. Ma stiamo già migliorando: è calato ad esempio il numero dei laureati fuori corso ed è calato l'abbandono".


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