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Messaggero-A rischio il "tempo pieno", corteo di protesta a Roma

A rischio il "tempo pieno", corteo di protesta a Roma ROMA - Il tempo pieno è a rischio? Smetterà di essere un "progetto pedagogico gratuito, come è ora, tornando al modello del vec...

13/01/2004
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Il Messaggero

A rischio il "tempo pieno", corteo di protesta a Roma
ROMA - Il tempo pieno è a rischio? Smetterà di essere un "progetto pedagogico gratuito, come è ora, tornando al modello del vecchio doposcuola a pagamento, con un insegnante tutor, che da solo deciderà il programma didattico per il bambino?" Secondo i sindacati e le associazioni di genitori il tempo pieno, nato negli Anni Settanta come un'importante conquista sociale, sarebbe ora in pericolo. Tanto che una trentina di Coordinamenti e Comitati sorti spontaneamente in tutta Italia hanno organizzato un corteo nazionale di protesta, che si svolgerà a Roma sabato prossimo.
Le associazioni che hanno indetto la manifestazione contestano "i tagli sui fondi per la scuola pubblica e il decreto attuativo della riforma Moratti, che, svuotando il tempo pieno, fa fare un salto indietro alla scuola elementare, tra le migliori al mondo". Su questa tesi concordano tutti i sindacati. "Siamo schierati - afferma Daniela Colturani, segretario nazionale della Cisl scuola - in favore di questa battaglia, da cui dipende la qualità dell'offerta formativa. Riteniamo indispensabile che venga mantenuto l'impianto pedagogico del tempo pieno". "Fondato sulla collegialità tra docenti - incalza Chiara Acciarini, senatrice dei Ds - sulla continuità tra mattino e pomeriggio, e non sullo spezzettamento degli orari, secondo un piano di lavoro ben determinato. Reintrodurre il vecchio doposcuola significa tornare a concezioni superate". L'altro nodo è la mensa. "Era un importante momento educativo e di socializzazione - continua la Acciarini - diventerà una sorta di parcheggio con un solo insegnante a controllare 60-80 bambini".
Viale Trastevere manda segnali rassicuranti e rilancia il messaggio del ministro Letizia Moratti: "Le famiglie possono stare tranquille, nulla mette in pericolo le 40 ore settimanali". La Moratti lo aveva già detto di recente, rispondendo in Parlamento alle interrogazioni presentate dall'opposizione. Ma il tam-tam della protesta non si ferma, viaggia su Internet. Le ripetute assicurazioni del ministro non hanno convinto genitori e insegnanti, che da mesi sono in allarme. Il bersaglio è il primo decreto attuativo della riforma Moratti, su cui Camera e Senato dovranno esprimere il proprio parere (che ha valore solo consultivo) entro il 19 gennaio.
A. Ser.


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