FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3856917
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto: «Uno sciopero per il futuro Il governo sbaglia ricetta»

Manifesto: «Uno sciopero per il futuro Il governo sbaglia ricetta»

Il segretario Cgil Epifani: il presidente Berlusconi sottovaluta la crisi

11/12/2008
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Loris Campetti
Oltre 40 mila assemblee nei luoghi di lavoro per costruire la riuscita di uno sciopero generale importante ma anche difficile, un sacrificio chiesto a chi non arriva a fine mese. Di «una grande mobilitazione» parla il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, e di un consenso «sulle nostre proposte e sulle critiche alla politica economica del governo: le risposte alla crisi sono sbagliate, sottovalutano la valanga che rischia di travolgere per primi i lavoratori dipendenti e i pensionati, l'occupazione e i redditi di chi lavora e a cui in 10 mesi sono state aumentate le imposte del 7%, mentre le entrate fiscali dalle imprese sono diminuite del 6%».
Epifani, il bollettino quotidiano segnala nuovi crolli della produzione e il boom della cassa integrazione. Come vedi questa crisi?
La valanga è arrivata e a gennaio farà ancora più danni. La novità sta nel fatto che questa crisi riguarda in modo sostanzialmente omogeneo tutti i comparti industriali. Non vedo oggi settori anticiclici, quelli classici come l'edilizia hanno smesso da mesi di esserlo. Regge solo qualche settore di nicchia. A Modena, in passato, si poteva contare sul fatto che quando entrava in difficoltà la ceramica o l'alimentare reggevano la meccanica o il tessile. Ora la crisi è generale, non c'è mobilità possibile. Sono preoccupato per l'intero mondo del lavoro, ma mi preoccupano soprattutto i giovani che dal sud erano saliti nelle fabbriche del nord: ora tornano a casa. Va ancora peggio ai migranti, schiacciati tra la crisi e il capestro della Bossi-Fini che esplelle dal paese chi resta per oltre sei mesi senza lavoro.
Non sarebbe il caso di utilizzare, in modo radicalmente diverso dal governo, la leva fiscale? Magari riprendendo la vecchia parola d'ordine di portare dal 12 al 20% la tassazione della rendita finanziaria?
Il fatto che cresca la tassazione sul lavoro dipendente mentre dimuinuiscono le entrate fiscali dalle imprese segnala un percorso opposto a quello che noi individuiamo nelle nostre richieste, alla base dello sciopero generale. Noi chiediamo la defiscalizzazione della tredicesima e un intervento strutturale sul 2009. Oggi c'è una perdita di valore della rendita, chiedere una maggiore tassazione è giusto ma resta sullo sfondo, non incontrerebbe il senso comune.
Dietro i provvedimenti del governo si cela un'ipotesi di futuro. Su questo si fonda il conflitto che porta allo sciopero generale?
Il dissenso con il governo va al di là dei provvedimenti non efficaci: noi denunciamo la mancanza di un progetto. Dove va il paese, una volta uscito dalla crisi? Gli altri governi europei hanno una strategia, dalla Francia alla Gran Bretagna, alla Spagna, alla Germania. Che sia il sostegno ai redditi, o gli investimenti sulle infrastrutture o sulla formazione e la scuola. Qui cosa si fa? Solo sostegno alle banche e assistenza ai più poveri. Non c'è un'idea di politica industriale, non una sulle energie rinnovabili, solo tagli e indifferenza nei confronti della sofferenza della gente.
Le dichiarazioni di Marchionne sul futuro della Fiat aumentano le preoccupazioni...
Anche sull'auto, sembra che il governo non abbia nulla da dire. Prima minimizza, poi invita a consumare di più, infine si limita ad aspettare quel che fanno gli altri governi. Non basta dire colbertismo, non basta sostenere la necessità dell'intervento pubblico: quale intervento, per fare cosa? Senza un progetto l'Italia rischia di uscire malissimo dalla crisi, con le imprese costrette a lottare tra di loro e i lavoratori ad arrangiarsi.
Crescono gli accordi separati senza la Cgil. Sacconi dice che anche la riforma del sistema contrattuale è cosa fatta, ci sta pensando lui dopo avere incassato l'accordo di Cisl e Uil con le piccole imprese e gli artigiani e messo un'ipoteca sull'accordo con Confindustria.
Questo governo non ha un ruolo attivo, non apre un tavolo di confronto trasparente, opera dietro le quinte. Fa accordi settore per settore per affossare il modello contrattuale universale. E' un percorso senza la forza degli accordi del 23 luglio, prefigura una soluzione sfilacciata, perciò sbagliata. Sacconi vuole ridurre il ruolo della contrattazione sviluppando la bilateralità. L'opposto della modernità, un'ipotesi che ci vede contrari.
Bonanni ripete che questo non è il momento del conflitto ma dell'unità. insomma tutti sulla stessa barca, sindacati, imprese e governo.
Noi ci battiamo contro le risposte alla crisi del governo e per degli obiettivi alternativi. E' ovvio che, tantopiù in momenti come questi, sarebbe necessaria l'unità sindacale, nella chiarezza però. Io non riesco a vedere gli obiettivi di Cisl e Uil. Siamo pronti al dialogo e all'unità, ma non a condizione di adeguarci a scelte che riteniamo sbagliate, ce lo dicono apertamente i lavoratori nelle assemblee, e non solo quelli della Cgil. Non c'è coerenza nel fatto che Bonanni abbia proclamato con noi e la Uil uno sciopero con il governo Prodi per le detrazioni sui prelievi ai lavoratori, mentre oggi non sciopera con il governo Berlusconi.
Che peso ha avuto la mobilitazione di Fiom e Funzione pubblica nella scelta dello sciopero generale?
Nessuno in particolare, se non la logica conseguenza delle nostre rivendicazioni e delle mobilitazioni che l'hanno preceduto. Per la Cgil resta il primato della scelta confederale. Siamo dentro un percorso condiviso.
Cosa farete dopo il 12? Fiom e Fp hanno solo sospeso il loro sciopero con manifestazione a Roma.
Dopo il 12 abbiamo bisogno di tornare nel territorio, anche perché ci sono vertenze che riguardano la casa, gli affitti, le tariffe, il ruolo degli enti locali dentro la crisi. Poi, ritengo che dovremo mettere al centro il mezzogiorno: questo governo sta colpendo i ceti produttivi del centronord e contemporaneamente sta sottraendo risorse a un sud che vive una situazione difficilissima. Il percorso, comunque, lo definiremo al direttivo del 22, anche in relazione a quel che ci hanno detto le assemblee e alla riuscita dello sciopero. Spero che la nostra mobilitazione modifichi le scelte del governo. Altrimenti ci penserà la gravità della crisi a imporre interventi adeguati.
Se la gravità della crisi è come la descrivi, perché non pensare a un grande piano del lavoro, dell'entità di quello di Di Vittorio?
E' un richiamo che ha senso, per evitare di uscire dalla crisi con un paese più chiuso e diviso. Ma serve anche un progetto per il futuro, basato sulla ricerca, sull'inclusione, sulla solidarietà. La situazione è più complessa di 50 anni fa.
Anche politicamente più complessa. La sinistra è diventata extraparlamentare e il Pd si divide anche sullo sciopero della Cgil.
Certo, colpisce. Sono problemi che vengono da lontano e la divisione dei sindacati mette in difficoltà il Pd. Dico solo che la Cgil ha delle proposte, sulla cui base ha indetto uno sciopero generale. Il Pd non può esentarsi dal dire la sua, poi non mi interessa la conta di chi partecipa allo sciopero.
Uno sciopero contro l'azione del governo. La Confindustria non merita un trattamento analogo?
Noi critichiamo il modo in cui il governo affronta la crisi dell'industria e del commercio, senza preoccuparsi della sua riqualificazione e dell'ambiente. Non parla poi alla piccola e piccolissima impresa. Per quanto riguarda la Confindustria, la Cgil non può certo condividere il consenso che esprime con il governo su temi centrali. Primo tra tutti, la pretesa di modificare il testo unico sulla sicurezza, anche alla luce delle stragi quotidiane sul lavoro che la crisi potrebbe addirittura accentuare.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL