Manifesto-Una legge che non interessa a nessuno"

intervista

"Una legge che non interessa a nessuno"
Albertina Soliani (Margherita): "Moratti non si è mai fatta vedere, ignorando perfino i parlamentari della Cdl"
IAIA VANTAGGIATO
Il disegno di legge delega sulla scuola ha ottenutoil via libera del Senato. Per approvarlo il centrodestra ci ha messo sette mesi. "Tempi impensabili - commenta Albertina Soliani, rappresentante per la Margherita in commissione cultura del senato - se solo ci trovassimo di fronte a una maggioranza solida".

Senatrice Soliani, la sensazione è che la maggioranza sia del tutto indifferente al varo di questa legge...

La maggioranza, a mio avviso, è più che indifferente: è insoddisfatta. E non parlo solo dei centristi. Tutta la maggioranza ha denunciato una totale mancanza di dialogo. Moratti, al senato, non si è fatta mai vedere, non ha mai parlato con nessuno né preso in considerazione il contenuto di alcun emendamento. E non è un caso che oggi - col trasferimento del testo alla camera - abbia già chiesto un procedimento d'urgenza. Ma soprattutto la maggioranza non crede alla legge perché non crede all'istruzione. Vogliamo paragonare questa discussione con l'entusiasmo che ha circondato il dibattito sulla Cirami?

Tremonti per primo ha messo a tacere Moratti affermando che non ci sono le risorse necessarie...

Tremonti non ha messo a tacere Moratti, ha messo a tacere la scuola, l'università e la ricerca. E lo ha fatto coi tagli di spesa e di personale, docente e non docente. La sua è una strada pericolosa che porta dritta alla cancellazione dei diritti soggettivi: se parli di diritti e se ti chiedi che fare veramente della vita delle persone, allora devi dire che quei diritti vanno materialmente tutelati. Oppure scegliere la via intrapresa da Letizia Moratti: dire cose che non significano niente e che non servono a niente.

Di tutela dei diritti ha parlato, invece, Giuliano Amato intervenendo come rappresentante unico dell'Ulivo...

Amato ha parlato con parole semplici e così è riuscito a riportare la scuola al centro dell'unica questione che ancora conta: quella dell'inclusione sociale. Il rischio che corriamo - ha detto - è quello di un meccanismo di contrattazione individuale che non garantisce ai singoli l'uguaglianza, ovvero la possibilità di superare - attraverso lo studio - le condizioni di partenza. Ieri, chi non aveva niente poteva pensare alla scuola come alla possibilità di un avanzamento. Oggi ci limitiamo a registrare e confermare quelle stesse condizioni.

E' rimasta inascoltata la proposta dell'Ulivo di integrare i due sistemi?

Sì, e si fa fatica a credere come questo governo non riesca a capire che il problema vero è quello di integrare la cultura generale con una capacità professionale che deve essere continuamente capace di modificarsi. Ciò che conta non è avere ragazzi specializzati già a 13 anni - perchè il loro mestiere subirà cambiamenti continui - ma avere teste pensanti.

Critiche pesanti sono state avenzate anche nei confronti dell'anticipo nelle scuole dell'infanzia e del tempo pieno che viene in gran parte tagliato...

Moratti ignora che ci sono delle aree - periferie urbane ma anche regioni in posizione di svantaggio economiche - in cui il problema dell'anticipo neanche si pone. Prima ancora bisogna riuscire ad entrare nelle scuole. Quanto al tempo pieno, ha ragione Amato: i bambini che restano a casa di pomeriggio "apprendono a seconda del nonno che hanno".

Quali sono i rischi maggiori di questa riforma?

Temo che, all'interno di questa maggioranza, stia venendo meno la cultura costituzionale. Il nostro bipolarismo - lungi dal rappresentare una alternanza sulla base di valori condivisi - sta facendo piazza pulita di questi stessi valori.