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Manifesto-Stop alla Moratti

Stop alla Moratti Il consiglio dei ministri frena sulla riforma. Che deve ottenere il via libera dalle regioni IAIA VANTAGGIATO Stoppata in consiglio dei ministri la riforma sulla scuola ...

12/01/2002
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il manifesto

Stop alla Moratti
Il consiglio dei ministri frena sulla riforma. Che deve ottenere il via libera dalle regioni
IAIA VANTAGGIATO

Stoppata in consiglio dei ministri la riforma sulla scuola presentata - fuori calendario - dal ministro dell'istruzione. Il disegno di legge non era infatti all'ordine del giorno nella riunione del governo di ieri ma la ministra - che secondo indiscrezioni intenderebbe lasciare il suo posto non appena varata la riforma - aveva deciso di presentarla ugualmente per forzare i tempi.
L'opposizione di An, Lega e Ccd-Cdu ne hanno però impedito l'immediata approvazione mentre in giornata è stata anche ventilata l'ipotesi di una delega al Parlamento. I due punti sui quali la discussione è stata più accesa riguardano le risorse finanziarie da destinare alla riforma della scuola - e sulle quali proprio il ministro dell'economia Tremonti ha avanzato numerose riserve - e l'attribuzione alle Regioni delle competenze sull'istruzione professionale. In base all'articolo 5 della proposta Moratti e delle norme sulla devolution, infatti, passerebbe alle regioni la competenza esclusiva in materia di formazione e istruzione professionale. Compito dello stato - come recita il medesimo articolo - sarebbe, invece, quello di definire le norme generali sull'istruzione e "i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale". Previsto per mercoledì prossimo, l'incontro con la conferenza stato-regioni resta così l'unica possibilità per ottenere il via libera sulla riforma.
Bisognerà dunque attendere almeno una settimana prima del possibile varo del disegno di legge di riforma dei cicli in otto articoli che è stato illustrato ieri - nel corso di una riunione durata oltre quattro ore - dal ministro dell'istruzione.
Una ipotesi di riforma che, secondo il ministro per le politiche comunitarie Rocco Buttiglione, va comunque approfondita. Anche se Buttiglione minimizza sui ventilati contrasti tra ministri: "Moratti ha illustrato la sua riforma ottenendo unanime riconoscimento dal presidente Berlusconi e da tutto il governo". E allora quali sarebbero i punti da approfondire? "Questioni di poco conto - taglia corto - che non toccano l'impianto sostanziale del progetto di legge per la cui approvazione ci siamo dati tempi brevi". Condivide e apprezza l'impianto Silvio Berlusconi che però diserta, insieme a Moratti, l'incontro con i giornalisti.
Quanto alla proposta presentata ieri, nessuna modifica rispetto alle anticipazioni degli ultimi giorni: innalzamento dell'obbligo scolastico a dodici anni complessivi; possibilità per le famiglie di mandare a scuola i loro bambini anche prima dei sei anni; ciclo primario di otto anni - cinque di elementari più tre di medie - senza esami intermedi; mantenimento del doppio canale liceo-formazione professionale e possibilità di passaggio da un canale a un altro; liceo di cinque anni l'ultimo dei quali di orientamento e raccordo con università e formazione tecnica; accesso garantito all'università - previo anno di studio e esame di stato - anche per chi sceglie la formazione professionale; alternanza scuola lavoro, ovvero possibilità, per quanti abbiano compiuto i 15 anni, di effettuare stage lavorativi o tirocini nelle aziende che avranno valore di credito formativo. Introdotta, non foss'altro che per rispetto a una delle tre "I", l'obbligatorietà della seconda lingua straniera scelta tra quelle dell'Unione europea.
La proposta di legge prevede anche una valutazione biennale degli studenti da parte dei docenti: saranno questi ultimi a decidere dell'opportunità o meno - per i primi - di proseguire gli studi. Viceversa sarà un Istituto nazionale di valutazione a misurare - sempre ogni due anni - la qualità complessiva dell'offerta formativa e dei livelli dell'apprendimento. Sconosciuti ne restano i membri e ignoti sono ancora i criteri reali di valutazione.
Quanto alla qualità della funzione docente, naturalmente anche qui ci si investe: formazione iniziale universitaria della stessa durata e dignità per gli insegnanti di tutti gli ordini di scuola e lauree specialistiche e tirocinio per due anni. Oltre che formazione "in servizio" dei docenti con crediti universitari ai fini della carriera.


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