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Manifesto-Scuola, un golpe sottobanco

Scuola, un golpe sottobanco Un misterioso decreto del ministero smantella l'autonomia scolastica e ripristina il centralismo IAIA VANTAGGIATO Centralismo gerarchico e limitazione dell'auto...

05/01/2002
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il manifesto

Scuola, un golpe sottobanco
Un misterioso decreto del ministero smantella l'autonomia scolastica e ripristina il centralismo
IAIA VANTAGGIATO

Centralismo gerarchico e limitazione dell'autonomia scolastica. Rema in questa direzione il decreto ministeriale firmato a sorpresa, il 21 dicembre scorso, da Letizia Moratti. Un decreto fantasma, come lo definisce il segretario generale della Cgil scuola Enrico Panini che ne ha avuto notizia - "in maniera rocambolesca", come tiene a precisare - solo il 3 gennaio scorso. Del decreto non c'è traccia, infatti, su nessuna Gazzetta ufficiale né alcuna notizia ne è stata data sul sito Internet del ministero dell'istruzione.
Eppure le disposizioni che il provvedimento contempla non sono certo di poco conto: viene sospesa l'entrata in vigore dei Centri Servizi per le istituzioni scolastiche (Cis) e decretato il potenziamento dei Centri scolastici amministrativi (Csa). Entrambi - Cis e Csa - erano stati pensati come reti decentrate di supporto per le scuole: i primi sul versante didattico, dell'aggiornamento e della formazione; i secondi, su quello amministrativo. Questi ultimi, addirittura, avrebbero dovuto sostituire gli ormai obsoleti e pachidermici provveditorati.
Il decreto con cui Cis e Csa erano stati istituiti mirava, insomma, a spostare la gestione della pubblica istruzione dal centro alla periferia e, non a caso, era stato approvato con l'assenso della conferenza unificata stato-regioni e con l'approvazione delle confederazioni sindacali. Ma il nuovo assetto - che doveva entrare in vigore dall'1 gennaio di quest'anno - non decolla. La spiegazione è in un provvediemnto che viene inviato ai soli direttori regionali: nessuna consultazione con la conferenza stato-regioni né con i sindacati di categoria. Al governo Berlusconi basta, insomma, una semplice informativa per liquidare il confronto con i sindacati.
"Ci sono tutti gli elementi - commenta Panini - per aumentare il livello di contenzioso tra la gestione centralizzata del ministero che nega l'esistenza delle regioni e il ruolo affidato alle regioni stesse dalle leggi della Repubblica". Giova ricordare che la stessa autonomia scolastica - dal 7 ottobre scorso - è entrata nel nuovo testo della nostra Costituzione.
Così che il decreto-Moratti apre due ordini di questioni: di merito e di metodo.
Nel merito: la sospensione dei Cis determina il fallimento di qualsiasi progetto di sperimentazione didattica legato al territorio mentre i centri amministrativi appaiono come una riedizione dei vecchi provveditorati, con un dirigente a capo di ciascuno. "Oltre a una lievitazione della spesa - commenta Panini - ciò comporta un maggiore centralismo nell'amministrazione e va contro l'autonomia e il ruolo delle regioni".
Quanto al metodo: come è possibile che un decreto ministeriale possa modificare senza consultazione del consiglio dei ministri o pubblicazione ufficiale una legge dello stato? La risposta - naturalmente - è in punta di diritto. Se la norma che ha istituito Cis e Csa è una legge, beh, ci vuole un'altra legge per modificarla. A meno che l'inghippo non sia nascosto nelle pieghe di una qualche delega che consente - fino a oggi - interventi correttivi. Ma anziché di una legge potrebbe trattarsi di un regolamento e non di conti: in tal caso ci vorrebbe comunque un nuovo regolamento del consiglio dei ministri previo parere del consiglio di stato. Nell'un caso e nell'altro - trattandosi di materie di competenza regionale - sarebbe gradito il parere della conferenza unificata di stato-regioni. Che è ben lungi dall'essere stata consultata. La battaglia sulla devolution potrebbe cominciare da qui. Vittime, intanto, di un altro fantasma - "il contratto che non c'è" - sciopereranno i presidi l'11 febbraio. Confermata per il 15 febbraio la grande mobilitazione unitaria del pubblico impiego.


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