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Manifesto: Precariato sans frontières sulle cattedre della Luiss

Anche nei più prestigiosi atenei confindustriali si applicano le ricette considerate «buone per tutti». Questa lettera proveniente da alcuni docenti della Luiss di Roma chiarisce anche quali siano le conseguenze.

08/10/2006
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il manifesto

«C'era una volta una Università privata che si vantava (giustamente!) dell'aggettivo «Internazionale», che fa parte dell'acronimo Luiss. Quattro lingue straniere (Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo) erano insegnate seriamente da docenti di grande valore a gruppi di circa 25 studenti, mentre nelle università pubbliche le lingue erano cadute molto in basso e spesso rese facoltative. Unica in Italia, la Luiss offriva 3 anni di Lingua Inglese anche alla Facoltà di Giurisprudenza, con tanto di esame finale scritto ed orale.

Va precisato che la maggior parte dei docenti Luiss e tutti quelli di lingue, ad eccezione della titolare dell'Istituto di Lingue, erano e sono tuttora precari, con contratti annuali di prestazione d'opera rinnovabili a discrezione \

Adesso tutto questo è a rischio di scomparsa. Per seguire la moda a volte perversa del risparmio a tutti i costi, altrimenti denominato «outsourcing», \ è stato deciso che dal prossimo anno accademico 2006-2007 pochi dei 65 docenti di lingue, cioè quelli già in possesso di contratto con altra università, rimarranno in forza alla Luiss con il consueto contratto annuale. La maggioranza dei docenti \ che dopo molti anni presso la Luiss avrebbe diritto ad una stabilizzazione, sarà (ceduta, venduta, liquidata) invitata ad andare a far parte (se fortunata) del corpo docente di «prestigiose» scuole di lingue quali il British Council per l'Inglese o il Cervantes per lo spagnolo, che hanno avuto o avranno in appalto l'insegnamento delle lingue alla Luiss, a condizioni tuttora ignote e sicuramente mortificanti per docenti a livello universitario ad alta specializzazione. Secondo i nuovi criteri, gli studenti presenti e futuri, che pagano tasse salate, riceveranno l'insegnamento linguistico di base da scuole non Luiss , e solo 10 ore di insegnamento professionale impartite dai docenti dell'Università. Un bel progresso non c'è che dire. A titolo risarcitorio, la Luiss avrebbe proposto una «transazione» di 2/3000 euro al momento del passaggio alle scuole: meglio sarebbe che si parlasse di liberatoria per mettere una pietra sul passato e impedire legittime azioni legali.

\ Invitiamo tutti, studenti in primis, a meditare sulle conseguenze inevitabili di una caduta di qualità della formazione offerta dalla Luiss. Noi stigmatizziamo il totale disinteresse delle autorità accademiche per il disagio e lo sconcerto per una strategia studiata a tavolino senza tener conto delle inevitabili conseguenze negative per il prestigio dell'università e i posti di lavoro messi a rischio di scomparsa e chiediamo una totale inversione di rotta per costruire sull'esperienza pregressa la futura università veramente internazionale.

Francesco Recchini e altri docenti Luiss


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