Manifesto-Moratti promossa. Per finta
Moratti promossa. Per finta Via libera alla formazione professionale. Passa la legge della Confindustria Varata definitivamente dal Senato la legge di riforma sulla scuola in assenza di qualsiasi co...
Moratti promossa. Per finta
Via libera alla formazione professionale. Passa la legge della Confindustria
Varata definitivamente dal Senato la legge di riforma sulla scuola in assenza di qualsiasi copertura finanziaria. Berlusconi: "Su Tremonti saranno pressioni continue". Sul piede di guerra Cgil e Cobas
IAIA VANTAGGIATO
Con 142 voti a favore, 101 contrari e 2 astenuti, Palazzo Madama ha dato il via definitivo alla legge di riforma della scuola. E dopo l'astensionismo che la scorsa settimana aveva impedito più volte di raggiungere il numero legale, resta il dubbio che i senatori della maggioranza siano stati - oltre che bacchettati - anche precettati. Del resto, rispetto alla gravità dei conflitti interni che attraversano in questi giorni la Casa delle Libertà, impuntarsi su una riforma che - anche se varata - resta inapplicabile costituirebbe solo una perdita di tempo. Checché nei dicano i suoi tardivi ed enfatici estimatori, l'attuazione della riforma resta infatti vincolata ai due emendamenti approvati dalla Camera il 18 febbraio scorso, su suggerimento della Commissione Bilancio: il primo prevede una correzione "tecnica" che modifica il triennio finanziario di riferimento (non più quello 2002-2004 ma quello che va dal 2003 al 2005). Il secondo prevede che i decreti attuativi della riforma siano emanati solo in presenza di una effettiva copertura finanziaria. Ovvero solo dopo l'entrata in vigore di decreti legislativi che stanzino le risorse occorrenti e solo dopo il parere delle commissioni bilancio di camera e senato.
A partire da oggi, Letizia Moratti avrà 90 giorni di tempo per presentare al consiglio dei ministri il suo piano di investimenti e 24 mesi per emanare i decreti. Quindi sarà costretta a rientrare nella "lista spese" di un sin troppo parsimonioso Tremonti. In suo aiuto corre per l'ennesima volta Silvio Berlusconi che minaccia "pressioni continuative" sul ministro dell'economia. Certo, ammette senza il minimo imbarazzo, la situazione del Pil e il rispetto dei parametri di Maastricht non ci consentono ancora piena capacità di spesa per applicare subito la riforma. Poco male, assicura, perché i fondi per la scuola potranno essere reperiti anche attraverso la riforma delle pensioni. Come dire, togli qua e metti là.
Immediate e durissime le reazione di Cobas e Cgil che definiscono la nuova legge "una scatola vuota" e promettono battaglia: contro l'"orrendo scheletro normativo", i Cobas confermano lo sciopero nazionale indetto per il prossimo 24 marzo e ribadiscono il loro impegno in vista del manifestazione unitaria del 12 aprile. Che - promette il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini - "rappresenterà la prima grande risposta contro una legge illegittima sul versante costituzionale e devastante per gli effetti che produrrà sui livelli di istruzione del Paese".
Cautela esprimono, invece, Cisl e Uil che - prima di confermare l'adesione allo sciopero del 24 - chiedono un confronto col ministero. Al quale il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna, dichiara di volersi presentare con mente vuota da pregiudizi: il vento è cambiato e tanto vale dire che qualcosa di buono - una cosa qualsiasi, che so, il carattere nazionale dell'istruzione - questa legge ce l'ha. Dal canto suo lo Snals - pronto fino a ieri ad erigere barricate - oggi si impegna per dare alla riforma la migliore attuazione possibile.
Lancia in resta contro Moratti, parte anche l'Ulivo che da oggi farà partire ricorsi di incostituzionalità: i punti critici riguardano la mancanza di copertura finanziaria, la cancellazione esplicita dal testo dell'espressione "obbligo scolastico" e il venir meno di pari opportunità per tutti. Altro che pari opportunità: questa scuola, - precisa Tommaso Sodano, senatore di Rifondazione comunista - "riduce l'istruzione a mera alfabetizzazione della manovalanza flessibile, con una formazione pagata dallo stato e gestita direttamente dalle aziende". Una scuola "povera e per pochi" come precisa Vittorio Cogliati Dezza di Legambiente.
E dare ragione a entrambi è - paradossalmente - l'entusiasmo con cui il varo della riforma è stato accolto da Confindustria: "Ora la formazione entra in serie A", ha dichiarato soddisfatto Silvio Fortuna delegato del presidente di Confindustria per l'Education. E sicuramente il suo pensiero alato è volato verso il ricco Milan. Per Fortuna (e non per fortuna) avrebbe fatto bene, insomma, il parlamento a introdurre il liceo economico perché l'economia è cultura.
Affermazioni pesanti e beffarde alle quali reagiscono anche gli studenti dell'Uds: "Non resteremo a guardare mentre il governo canta il requiem alla scuola pubblica".
E mentre lo canta si diverte pure: "Dalla riforma Gentile alla gentile signora Moratti" celia con buona dose di cattivo gusto il presidente del consiglio Berlusconi. Ottant'anni di vuoto - a suo dire - finalmente riempito. Da un altro vuoto, varrebbe la pena di suggerirgli.