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Manifesto-Le "riforme radicali" battono cassa

Le "riforme radicali" battono cassa Prodi celebra il programma "forte e coraggioso". Ma il seminario dell'Unione viaggia su un doppio binario. Sui Pacs (negati) c'è l'intesa. Come su Iraq, scuola e...

06/12/2005
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il manifesto

Le "riforme radicali" battono cassa
Prodi celebra il programma "forte e coraggioso". Ma il seminario dell'Unione viaggia su un doppio binario. Sui Pacs (negati) c'è l'intesa. Come su Iraq, scuola e istituzioni. Oggi però tocca alla politica economica
COSIMO ROSSI
PERUGIA
"Se torno in campo per questa sfida è perché voglio cambiare l'Italia, e quindi non potrò che sottoscrivere proposte di riforma radicali, forti e coraggiose". Parola di Romano Prodi, conversando con i cronisti a margine del seminario programmatico con i leader e lo stato maggiore dell'Unione sulle colline umbre. Dal conclave unionista escono quindi anche le prime indicazioni di cosa intenda il professore per coraggio: cioè la forza di assumere impegni precisi sui "diritti delle persone" non meno che in tema di riforme - e liberalizzazioni - dell'economia. Prodi, del resto, ha aperto i lavori osservando come proprio la riforma proporzionalista introdotta dalla destra imponga una nuova centralità del programma. Dal momento che "c'è una legge che tende a scomporre - suona il ragionamento del professore - proprio per questo il programma è diventato un momento unitario più forte e importante". Ma anche un lavoro che non si conclude con la due giorni perugina con leader e stati maggiori.

La discussione nel ritiro umbro fa comunque segnare punti importanti sul ritiro dall'Iraq, sulle unioni gay, sull'immigrazione e la negazione dei Cpt, sulle riforme istituzionali, sulla tutela ambientale e perfino sull'inversione di rotta della regressione scolastica messa in opera da Letizia Moratti. Erano questi, per altro, gli argomenti in agenda per la giornata di ieri. Allo stesso tempo, però, la presentazione tenuta da Linda Lanzillotta del capitolo sulle politiche di sviluppo e finanziarie "è stata tutta improntata al mercato", lamenta Fausto Bertinotti annunciando che non ne condivide "né la definizione né l'impianto". A conferma del paso doble con cui incede la coalizione unionista verso la sfida di governo, secondo l'adagio dicotomico già scolpito nel manifesto programmatico delle primarie: più stato, più mercato.

Da Perugia prendono comunque il volo impegni avvincenti. "Immediatamente dopo, se vinceremo, proporrò un calendario per il ritiro del nostro contingente", dice Prodi e conferma Bertinotti, il quale non può che incassare con soddisfazione l'impegno, e senza perdersi in distinguo sulla tempistica del "calendario". Semmai è Piero Fassino che chiede un supplemento di discussione intorno a un argomento a suo avviso non sufficientemente sviscerano: cioè i rapporti con gli Stati uniti e con la Nato.

Il verde Alfonso Pecoraro Scanio, frattanto, fa capolino dall'eremo programmatico brindando al successo in tema di diritti civili. A cominciare dai Pacs. Formula che tuttavia è stata "volutamente" accantonata per non ingenerare gli "equivoci che ci sono stati in passato", spiega lo stesso Prodi quello che è il solito tentativo di nascondere sotto il tappeto la scabrosità dell'argomento. Dribblando insomma il desiderio di contrarre relazioni da parte delle coppie interessate, ci si attesta (un po' furbescamente) sui diritti delle coppie medesime.

Ma tant'è, sui diritti della persona il passo pare consistentemente più coraggioso di quanto non abbia promesso il lucido sperperato finora per gli scarponi chiodati di Camillo Ruini. Prova ne sia il fatto che secondo Prodi si sarebbe raggiunta la quadra anche a proposito di testamento biologico, benché "scindendo completamente" dal delicato argomento dell'eutanasia e attenendosi all'orientamento "unanime" della Commissione nazionale di bioetica. Non viene invece svelata la formula adottata, ma anche i Cpt sembrerebbero evasi. Di riforma in riforma, quella "dell'articolo 138 della Costituzione è una proposta condivisa da tutti", dice Prodi. E si muove verso una formula più restrittiva.

Le sinistre possono festeggiare "l'innalzamento dell'età scolare a 16 anni". Sempre per bocca di Bertinotti ma non diversamente da quanto recita il programma dei Ds: nel segno insomma di un compromesso che rievoca gli scontri del passato (il 1998 quando fu il Prc a puntare i piedi sui 16 anni) risarcendoli solo in parte (dato che la parola d'ordine di allora partiva da 18 anni). Ancor più controversa la discussione sul 3+2 universitario, che piace per alcune facoltà ma non per altre. Per non dire del capitolo Rai, non a caso tra i più spinosi e più tenuti in sordina. Cioè a dire rinviato "a un successivo approfondimento". Dato che a oggi non appare ancora colmabile la distanza tra Ds e Margherita da una parte (che propongono una holding bipartita: servizio pubblico con il canone e servizio commerciale) e Rifondazione, Verdi e Pdci dall'altra (disponibili ad aprire il capitolo privatizzazione solo nella misura in cui la maggioranza restasse statale).

Per Prodi, comunque, "i punti in sospeso sono pochi". E c'è semmai "convergenza completa su punti prima lontani". Nel segno "riforme che hanno un indirizzo preciso e che creano le premesse per ripresa economica, giustizia sociale e ridistribuzione del reddito. Tutte proposte forti e specifiche". Ma che sono ancora attese al varco del portafogli: cioè della discussione che si farà oggi sulle politiche economiche e fiscali, sulle quali già si annuncia lo scontro. E, probabilmente, il rinvio.


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