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Manifesto-Finanziamenti diretti ai privati. Il governo ci prova

Finanziamenti diretti ai privati. Il governo ci prova Al voto un emendamento per aggirare il divieto costituzionale. Al via istituti "né statali né paritari" Il voto è previsto per il l'11 gennai...

09/01/2006
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il manifesto

Finanziamenti diretti ai privati. Il governo ci prova
Al voto un emendamento per aggirare il divieto costituzionale. Al via istituti "né statali né paritari"
Il voto è previsto per il l'11 gennaio prossimo, giorno in cui, al Senato, il governo tenterà di fare l'ultimo regalo alle scuole private prima dello scioglimento delle camere previsto per il 29 gennaio. Si tratterà di un vero e proprio blitz che, se dovesse riuscire, consentirà attraverso un emendamento la creazione di una nuova forma di scuole private - né statali né paritarie - alle quali verranno devoluti finanziamenti e che, in futuro, potrebbero addirittura arrivare a rilasciare titoli di studio. "Così si smantella direttamente l'articolo 33 della Costituzione" lancia l'allarme Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil che chiede al Senato di respingere l'emendamento in questione. "Siamo di fronte a un atto politico pesantissimo - denuncia - in una situazione nella quale ormai le scuole paritarie sono in numero maggiore delle scuole statali". L'emendamento in questione si propone di modificare il decreto legge 205/05 contenente "misure urgenti in materia di università, beni culturali e in favore di soggetti affetti da gravi patologie, nonché in tema di rinegoziazione di mutui". Una sorta di calderone di fine legislatura prescelto dal governo come mezzo per far arrivare ulteriori finanziamenti alle scuole private aggirando i limiti posti dalla Costituzione, ma anche per impedire al Parlamento di discutere sullo stato di applicazione della parità scolastica.

Se approvato, l'emendamento porterà alla costituzione di un nuovo tipo di scuole private, diverse da quelle statali e paritarie ma alle quali verrebbero riconosciuti gli stessi compiti, come la funzione del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione che rappresenta l'anticamera per il rilascio di titoli di studio. Ma non basta. Spiega infatti la Cgil: "Si ampliano le convenzioni delle scuole elementari parificate e si estende l'istituto della parificazione (istituto precedente la Costituzione, nato in una fase nella quale queste scuole coprivano ampie carenze delle scuole pubbliche) a tutte le scuole elementari paritarie". Completano il quadro una serie di adeguati finanziamenti. Un particolare, quest'ultimo non secondario, visto che i soldi non ci sarebbero. La commissione Bilancio del Senato ha infatti rilevato la mancanza di una copertura finanziaria, anche se non ha voluto esprimere un parere sull'emendamento. "L'emendamento - prosegue ancora Enrico Panini - prevede che la convenzione possa essere estesa a tutte e scuole primarie paritarie che prima non la possedevano, introducendo così il finanziamento diretto esplicitamente negato dall'articolo 33 della Costituzione".

Da qui l'invito del sindacato al Senato perché l'11 gennaio prossimo respinga l'emendamento e a "tutti i cittadini che hanno a cuore la salvaguardia della scuola pubblica" a manifestare la loro contrarietà inviando fax di protesta ai presidenti della camera e del Senato.


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