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Manifesto: Almeno 1 milione in piazza La mobilitazione in 108 città

Domani bandiere listate a lutto: basta infortuni

11/12/2008
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il manifesto

Antonio Sciotto
ROMA
Almeno un milione di persone scenderanno domani in piazza per lo sciopero generale, ma sono cifre «prudenziali»: la Cgil ha messo in moto la sua potente macchina organizzativa in ben 108 città - tutti i capoluoghi di provincia - mentre pullman e treni speciali si muoveranno a partire da questa sera per portare lavoratori e pensionati nei luoghi della protesta. «Un milione sono i manifestanti che ci impegniamo a portare di certo, quelli che hanno prenotato i pullman, i treni o ci hanno contattato nelle sedi territoriali - spiega il segretario confederale Enrico Panini - Poi ci sono le persone che si muovono da sole, autorganizzate».
Il sindacato si attende una grande partecipazione allo stop di domani, con importanti adesioni anche nelle fabbriche, nonostante la crisi: motivo per cui si protesta - in particolare contro le ricette «inadeguate» messe in campo dal governo - ma, paradossalmente, anche un freno potenziale alla fermata degli operai: «Tante fabbriche sono già chiuse per la cassa integrazione o riaprono dopo qualche settimana - aggiunge Panini - Ogni lavoratore sceglierà facendo i conti con le proprie condizioni, ma già le adesioni che abbiamo, anche in territori difficili e dove la crisi picchia, ci fanno capire che la voglia di esserci è forte».
Lo sciopero è stato indetto per 4 ore con manifestazioni in tutti i capoluoghi, ma diverse regioni e camere del lavoro, come molte categorie (Fp, Fiom, Flai, Filcams, Flc, Fisac, Filcem, Filt, Slc) lo hanno esteso all'intera giornata o turno di lavoro. Inoltre, i cortei sono di carattere regionale in Emilia Romagna, Sardegna, Molise, Puglia e Marche. Il segretario generale Guglielmo Epifani parlerà dal palco di Bologna, e qui l'organizzazione si aspetta la maggiore affluenza: alle 12 di ieri, per il solo capoluogo emiliano, erano prenotati oltre 500 pullman e 2 treni speciali. Il comizio di Epifani si potrà seguire in diretta sul sito www.cgil.it, come continui aggiornamenti verranno dati dalla web radio Articolo 1. Verrà coinvolto anche il sito di Rassegna sindacale e dalle 12 verranno fornite in tempo reale le adesioni dalle principali fabbriche.
Al centro della protesta «ci sono le 6 proposte contro la crisi - spiega Panini - che abbiamo già presentato all'Assemblea dei quadri e delegati di novembre: ammortizzatori per tutti i lavoratori, sostegni ai redditi da lavoro e pensione, investimenti e politica industriale, infrastrutture ed edilizia popolare, più welfare e la sospensione per due anni della Bossi-Fini in caso di perdita del posto per crisi aziendali. Il cosiddetto decreto anti-crisi non risponde a tutte queste istanze». Ma non basta, perché nelle città in cui si sono registrate recenti morti sul lavoro, la Cgil sfilerà con le bandiere listate a lutto. Inoltre, in tutti i capoluoghi, prima dei comizi si osserverà un minuto di silenzio. «Non va bene che si voglia stravolgere il Testo Unico, e poi ci preoccupiamo pure per la scuola, del ragazzo morto a soli 17 anni a Rivoli», ha concluso il segretario.
Il testo con le ragioni dello sciopero è pubblicato anche in arabo, inglese, francese e spagnolo (si può scaricare dall'home page del sito Cgil), a cura del Dipartimento immigrazione e nell'ambito della campagna «Stesso sangue, stessi diritti», lanciata un mese fa per sensibilizzare gli italiani in merito ai diritti di cittadinanza degli immigrati. Le trattenute dei sindacalisti saranno devolute interamente al progetto «Educazione di base e formazione sindacale per giovani donne del Gujarat (India)».
Susanna Camusso, segretaria confederale Cgil, ha replicato al ministro del Lavoro Sacconi, secondo il quale «la riforma dei contratti è già di fatto operativa». La Cgil per ora non è disposta a un accordo, «a meno che non cambi il testo di Confindustria»: «Piuttosto che spingere sulle divisioni, il ministro eserciti il suo ruolo di mediatore: per ora hanno saputo soltanto entrare a gamba tesa, detassando i contratti individuali. La priorità è che il governo agisca, non quella di dividerci con gli altri».


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