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Madia: “Non ci sono risorse per sbloccare i contratti pubblici”

Incontro con i sindacati: Camusso, confermate le ragioni dello sciopero

18/11/2014
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La Stampa

Non ci sono le risorse per sbloccare i contratti dei dipendenti pubblici nel 2015. Ma c’è un impegno: nessun esubero. Nonostante il superamento delle province e la razionalizzazione della Pubblica amministrazione, «nessuno andrà a casa». Anzi, il governo ribadisce la volontà di «assumere i vincitori per concorso e i precari della scuola». Sono i punti fermi che il ministro della PA Marianna Madia ha chiarito ieri sera ai segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, convocati per un paio d’ore a Palazzo Chigi alla presenza del sottosegretario Delrio. A loro il ministro ha proposto anche di incontrarsi di nuovo «per discutere insieme le regole del gioco», cioè di lavorare insieme alla normativa del contratto del pubblico impiego. Un’apertura che non cambia però il segno dell’incontro, bollato alla fine come deludente e insoddisfacente dai sindacalisti. 

«E’ un incontro di cortesia o una nuova stagione?», chiede nel suo intervento la leader Cgil Susanna Camusso. «Non è un incontro di semplice cortesia; quanto alla stagione, io so solo che siamo in autunno», la risposta ironica ma ferma del ministro. L’appuntamento era fissato per parlare del disegno di legge delega sulla Pa, «l’occasione per parlare della riforma e riaprire il tavolo del contratto», si augura alla vigilia dell’incontro il segretario della Cisl, Annamaria Furlan, perché «non è possibile che in una finanziaria da 36 miliardi anche questa volta siamo al blocco del pubblico impiego». Speravano in uno sblocco del contratto, i sindacalisti, ma il ministro non li ha accontentati. Il ragionamento che porta a dire che no, non è possibile, è che le priorità sono altre, dinanzi a dati ancora preoccupanti della disoccupazione, a persone che rischiano il lavoro e altre che guadagnano troppo poco.  

«La riapertura del contratto del pubblico impiego è nell’agenda di governo, ma per il 2015 non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi», spiega quindi chiaramente il ministro ai segretari riuniti – oltre alla Camusso e alla Furlan, ci sono Carmelo Barbagallo della Uil e Paolo Capone dell’Ugl -, gelando le loro aspettative, «anche noi sappiamo che il contratto del pubblico impiego bloccato da sei anni è un problema. Ma abbiamo scelto di concentrare le risorse su chi stava peggio», considerato anche che «i bonus degli 80 euro andranno a un lavoratore pubblico su 4, circa 800mila dipendenti pubblici». 

Posizioni che deludono i sindacalisti. «Al di là del bel modo con cui vengono detti i “no”, non abbiamo alcuna novità positiva», giudica alla fine la Furlan. «Qualche auspicio sul futuro, nessuna risposta», aggiunge la Camusso, che considera «discutibile» la dichiarazione della Madia sugli 80 euro: la Cgil ha già proclamato lo sciopero generale per il 5 dicembre, e «l’esito della riunione conferma le ragioni dello sciopero». Ma non è detto che altri non seguiranno quella strada. Potrebbe farlo l’Ugl. Convocherà lo sciopero anche la Cisl? «Saranno le categorie a decidere che fare visto l’andamento dell’incontro», lascia aperta ogni possibilità la Furlan. 


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