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Ma come è difficile essere trasparenti

Dubbi e perplessità sugli adempimenti in materia di anticorruzione e trasparenza

22/01/2014
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di Gabriella Bellafiore da Sinergie di Scuola

La confusione regna sovrana: il Miur ha formato Dirigenti scolastici e direttori mettendo on-line delle slides da leggere e ha - sempre tramite slides - investito i dirigenti scolastici dell'alto incarico di "Responsabili della Trasparenza". E con ciò ha scatenato la corsa all'adempimento, perché l'impianto sanzionatorio previsto in caso di violazioni degli obblighi di trasparenza è decisamente impressionante.

Giusto per avere un'idea, questo è il testo dell'art. 46 del D.Lgs. n. 33/2013 (“Violazione degli obblighi di trasparenza – Sanzioni”):

Responsabilità a carico del responsabile della trasparenza, dei dirigenti e dei funzionari

Inadempimento agli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa
- Elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale;
- Eventuale causa di responsabilità per danno all’immagine della p.a.;
- Valutazione ai fini della corresponsione:
a) della retribuzione accessoria di risultato;
b)della retribuzione accessoria collegata alla performance individuale del responsabile.

Mancata predisposizione del Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità
- Elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale;
- Eventuale causa di responsabilità per danno all’immagine della p.a.;
- Valutazione ai fini della corresponsione:
a) della retribuzione accessoria di risultato;
b) della retribuzione accessoria collegata alla performance individuale del responsabile.

Direi che questo è sufficiente per spaventare chiunque!

Allora cosa fare? Oddio, questo non si sa con certezza...

La categoria dei Dirigenti scolastici, tramite l'Associazione Nazionale Presidi, ha espresso il proprio disagio con una lettera indirizzata al Presidente Consiglio dei Ministri, al  Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione.

Il Miur dal canto suo ritiene che le scuole non siano assoggettabili a tutti gli obblighi previsti dalla normativa sulla trasparenza ed è in attesa del parere della Funzione Pubblica (vedi notizia, ndr).

Intanto però i Dirigenti scolastici, avendo ben in mente la scadenza del 31 gennaio, nella veste di "Responsabili per la Trasparenza" cercano di non farsi trovare impreparati, e stanno predisponendo il "Piano triennale per la trasparenza e l'integrità", dando esecuzione ad un incarico ricevuto per slides... E che incarico!

Il "Responsabile della Trasparenza" previsto dall'art. 43 del D.Lgs. 33/2013 è anche "Responsabile della Prevenzione della Corruzione". Ma la legge 190/2012 non prevede che tale figura sia individuata dall'organo di indirizzo politico (Consiglio di Istituto) tra i dirigenti amministrativi di prima fascia in servizio?

E ancora: il Dirigente scolastico non è anche responsabile dell'ufficio per i procedimenti disciplinari? Direi di sì!

Beh, allora a confusione si aggiunge confusione, ad incompatibilità si aggiunge incompatibilità o come minimo conflitto di interessi. Come può essere il Responsabile della Trasparenza anche Responsabile del Procedimento Disciplinare? Secondo l'A.N.A.C. (Autorità Nazionale AntiCorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche) per i segretari comunali ciò non è possibile, dunque perché per i Dirigenti scolastici dovrebbe esserlo?

Ancora una volta emerge l'assurdità dell'applicazione tout court alla scuola di norme pensate per amministrazioni pubbliche di dimensioni finanziarie e organizzative ben diverse rispetto a quelle rintracciabili nelle scuole.

Ancora una volta qualcuno si butta a pesce nell'affare: le scuole sono infatti sommerse da proposte di applicativi che promettono di aiutare ad adempiere agli obblighi previsti dalle norme sulla trasparenza.

Ancora una volta le scuole sono soffocate da "lacci e lacciuoli" burocratici che nulla hanno a che fare con le finalità proprie di una istituzione scolastica autonoma.

Ah, cara Autonomia scolastica, tanto sbandierata, mai realizzata, vogliamo ricordarla, almeno in teoria?

"L'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento".


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