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Libertà/Pc: Riforma, al Gioia la rivolta dei cento

Oltre cento docenti del liceo Gioia (dove complessivamente ne operano circa 130) scrivono una pagina nuova ed importante della protesta di cui la riforma Gelmini costituisce il più eclatante obiettivo

05/12/2008
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Libertà

Professori sul piede di guerra: valutiamo forme di protesta pubblica

Classi di 32 studenti sono già una realtà, così come la carenza cronica di bidelli, di personale amministrativo, di risorse, ma non, finora, di buona volontà.
Oltre cento docenti del liceo Gioia (dove complessivamente ne operano circa 130) scrivono una pagina nuova ed importante della protesta di cui la riforma Gelmini costituisce il più eclatante obiettivo. Documento sintomo di un malessere giunto al limite, pare di capire, in cui l'esercito di docenti piacentini, che propone la costituzione all'interno del Gioia di un comitato misto "in difesa della scuola pubblica", promette battaglia: «Ci dichiariamo in stato di mobilitazione permanente e ci riserviamo di valutare l'opportunità di aderire a forme di incisiva protesta pubblica, quali la sospensione di attività non strettamente curricolari». Nelle premesse del documento (che riportiamo integralmente a pagina 60) i cento docenti avevano sottoscritto tutta la loro fede nel «valore della scuola pubblica come strumento di uguaglianza sociale e di promozione culturale e civile di un Paese democratico, della cultura e della specificità della riflessione pedagogico-didattica, del dibattito parlamentare in materia di istruzione pubblica». Nel ribadire le coordinate del contesto scolastico locale, piacentino ed emiliano, «sostenuto da professionalità ed elevata innovazione didattica» e da «inesistente assenteismo», i 100 prof piacentini del liceo di viale Risorgimento esprimono «vivissima preoccupazione per le prospettive delineate dai recenti provvedimenti in materia di istruzione pubblica, in particolare per l'ulteriore aumento del numero alunni per classe, con eliminazione del tetto vigente in presenza di disabilità, per la consistente riduzione del personale, per l'ulteriore riduzione delle risorse destinate alle scuole per la realizzazione di progetti educativi fondamentali». I promotori del documento invitano quindi «i docenti delle altre scuole piacentine, di ogni ordine e grado, ad esprimere analogamente la loro preoccupazione, qualora non lo avessero già fatto, e a chiedere rispetto per la scuola pubblica, mai posta in Italia tra le priorità dell'agenda politica ed ora oggetto di un attacco senza precedenti tramite riduzione delle risorse umane e finanziarie. Nel momento in cui i provvedimenti approvati stanno per essere tradotti in regolamenti attuativi, è infatti prioritario, rispetto ad ogni adempimento organizzativo, mantenere alto il livello di attenzione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica, prima di dedicarsi ancora una volta, con il consueto senso di responsabilità, a studiare una traduzione operativa di tali provvedimenti che limiti i danni al servizio offerto alla cittadinanza».
Chiedono, al personale Ata, «minacciato da drastiche misure di "razionalizzazione"» di condividere con i docenti «l'impegno alla mobilitazione», e ai dirigenti scolastici piacentini di «pronunciarsi pubblicamente, in merito ai provvedimenti incombenti, sull'esempio di quanto hanno fatto recentemente i rettori universitari concorrendo a determinare per il momento un significativo rallentamento nell'attuazione dei provvedimenti riguardanti l'Università e la Ricerca», appello al confronto successivamente esteso anche agli uomini di cultura, agli studenti e ai genitori del liceo Gioia. «Proponiamo - conclude il documento dei 100 prof - di costituire all'interno del liceo Gioia un "comitato misto in difesa della scuola pubblica", a cui collaborino operativamente rappresentanze significative del personale scolastico (docenti, ata), dei genitori e degli studenti, allo scopo di proseguire nell'organizzazione di condivise forme di informazione e mobilitazione, rapportandosi con gli organismi interni e relazionandosi con l'esterno».
Simona Segalini


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