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Liberazione-Trento, le lezioni no global non piacciono alla Digos

Il questore interviene in una scuola elementare. Genitori indignati Trento, le lezioni no global non piacciono alla Digos Graziarosa Villani Digos in classe a Trento per chiedere chiariment...

26/01/2003
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Liberazione

Il questore interviene in una scuola elementare. Genitori indignati
Trento, le lezioni no global non piacciono alla Digos
Graziarosa Villani
Digos in classe a Trento per chiedere chiarimenti su lezioni no-global alle elementari Raffaello Sanzio. E' stata più che una gaffe quella del questore cittadino Antonio De Luca che nei giorni scorsi, sollecitato dalla zia di una alunna, ha mandato un suo uomo a chiedere informazioni al dirigente scolastico. Si è trattato di una vera e propria ingerenza nella didattica di una scuola attiva da anni in progetti interculturali. Un gesto che ha provocato la reazione indignata di insegnanti e genitori.
Ne è scoppiato un caso rimbalzato sulle cronache cittadine de L'Adige che in qualche modo dipinge anche uno spaccato della provincia italiana. A Trento infatti il questore favorito dal poco lavoro (in questi giorni è impegnato a dirigere i preparativi per il disinnesco di un ordigno bellico rinvenuto a Mattarello, alle porte della città) è solito ricevere chiunque chiede di incontrarlo.

Così tempo fa accoglie una zia, anch'essa evidentemente con molto tempo da perdere, che decide di ingaggiare una crociata contro i no global e che, in una vera e propria delazione, accusa valenti maestre di indottrinare la nipote di quinta elementare con lezioni che parlano di sfruttamento di lavoratori e bambini dei paesi poveri ad opera di multinazionali. L'arcigna zia arriva addirittura a segnalare che in classe le maestre inviterebbero al boicottaggio di prodotti di multinazionali e all'acquisto di libri di una cooperativa sociale. Ed è a questo punto che il questore travalica i suoi compiti e, approfittando anche del fatto che questura e scuola sono praticamente dirimpettaie affacciandosi sulle centralissime piazze Sanzio e della Mostra che finiscono una nell'altra, spedisce un suo agente dal dirigente scolastico.

"Sono rimasto veramente allibito - dice Flavio Vadagnini a capo della scuola - della visita dell'agente di polizia. Sono pronto a mettere la mano sul fuoco sulla correttezza delle insegnanti di quella quinta elementare anche perché ci ho lavorato personalmente. Tanto più che è da cinque anni che la scuola, con il completo appoggio dei genitori, porta avanti progetti interculturali di questo tipo, attività per la quale è stata anche premiata. Si tratta di letture realizzate a misura di bambino che vanno a stimolare un senso critico sulle problematiche del mercato globale che sono argomenti importanti, attuali. Permettono agli alunni - dice ancora il dirigente scolastico - di conoscere, di farsi una propria opinione. Se la scuola non fa questo cosa deve fare".

Del resto la sua scuola, 254 studenti dei quali circa una settantina, tra cinesi, marocchini, pachistani, slavi, non italiani, è sede anche del centro territoriale per l'educazione multietnica.

"E' molto importante - sottolinea allora Vadagnini - realizzare questi progetti. Tanto più ora" alludendo allo zampino del questore.

"Non siamo maestre no global" si difendono un po' ironicamente le due insegnanti messe alla berlina. "Quando abbiamo saputo la cosa siamo state molto male - dicono Antonella Tomasi e Iva Rigo Righi - poi, per sdrammatizzare ci siamo fatte una bella risata. Per noi è importante che non si incrini il rapporto coi genitori e soprattutto coi bambini". Da un lustro curano un intenso programma pluridisciplinare, con il pieno placet dei genitori, dividendosi tra riunioni, corsi di aggiornamento, definizioni degli obiettivi, scelta dei materiali didattici. Verbali e documenti e soprattutto un "quaderno" di fine anno custodito gelosamente dagli alunni attestano l'attività. Un lavoro che è valso anche il premio al concorso "Il Trentino incontra il mondo".

"Il progetto di quest'anno - spiegano - da settembre ha portato i bambini a immedesimarsi nella vita quotidiana di un coetaneo di Calcutta oppure di Nairobi. I bambini sono stimolati a porsi delle domande alle quali rispondiamo usando diversi materiali, non libri ma documenti di diverso genere letti e commentati in classe. Attraverso il confronto - dicono ancora la due maestre - cerchiamo di formare coscienze critiche perché questo è il compito formativo della scuola".

Ma l'iniziativa del questore ha fatto allarmare anche i genitori che però senza defezioni hanno riconfermato, con una esplicita lettera con in calce 22 firme, la loro fiducia nelle maestre spronandole anche ad "andare avanti su questa strada".

"Mia figlia - spiega Mariantonia Ceschini rappresentante dei genitori - tornando da scuola mi ha chiesto con tono accusatorio se ero stata io a chiamare la polizia". Il gesto del questore è stato definito "inopportuno" anche da Giuseppe Urbani, consigliere circoscrizionale di An e padre di una alunna della classe.

Senza nei oltretutto anche l'operato della cooperativa Mandacarù che partecipa al progetto, nata in tempi non sospetti, nel 1989, per portare avanti, con botteghe e gruppi di acquisto, le problematiche del commercio equo solidale contribuendo in qualche misura al boom registrato nel 2002 che ha fatto registrare un aumento delle vendite di circa il 50 per cento. La cooperativa "no global" ante litteram si è data il nome di un cactus brasiliano simbolo della resistenza popolare all'oppressione. Da allora opera in tutto il Trentino con scuole di ogni ordine e grado. Ad essa fanno capo anche botteghe di commercio equo e solidale.

"La struttura - dice il presidente Claudia Festi - è talmente cresciuta che abbiamo costituito un gruppo di formatori fortemente aggiornati che adeguano il loro linguaggio al pubblico, scolaresche o classi di liceali, che hanno davanti. Solo conoscendo ci si può fare un'opinione".

In una Trento che sia il dirigente scolastico Vadagnini che il presidente di Mandacarù definiscono una città in cui, pur tra differenti posizioni "c'è una dialettica che si sviluppa in una sostanziale civiltà del dibattito", a questo punto, si può ritenere che se indottrinamento c'è stato, questo può essere stato esercitato nei confronti della "zia", vittima probabilmente della foga xenofoba del consigliere della Lega Nord Trentino Enzo Boso che alla Provincia ha avanzato la proposta choc di vagoni separati, immigrati e "pendolari padani".


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