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Liberazione-Libera storia in libero Stato

Il Polo si spacca sui libri di testo. Per Follini dell'Udc "una baggianata" Libera storia in libero Stato Graziarosa Villani Il ministro Giovanardi: proposta "irricevibile" Il libero ins...

13/12/2002
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Liberazione

Il Polo si spacca sui libri di testo. Per Follini dell'Udc "una baggianata"
Libera storia in libero Stato
Graziarosa Villani
Il ministro Giovanardi: proposta "irricevibile"
Il libero insegnamento non si tocca e la risoluzione approvata mercoledì alla commissione cultura della Camera che avrebbe dovuto impegnare il governo al controllo sull'insegnamento della storia, specie quella contemporanea, divide il centrodestra.
E ieri è stato il governo stesso, per bocca del suo ministro per i rapporti col parlamento Carlo Giovanardi dell'Udc, a sconfessare la sua stessa maggioranza.

"La risoluzione per quanto riguarda il governo è semplicemente irricevibile" ha sottolineato il ministro Giovanardi. "Non spetta certamente all'esecutivo - ha aggiunto - vigilare sull'obiettività dei libri di storia. Il governo non può e non deve intervenire in via amministrativa".

"Non riesco a capire - ha detto Titti De Simone, deputata di Rifondazione comunista dimostrando apprezzamento per quanto detto da Giovanardi - perché il sottosegretario alla pubblica istruzione Valentina Aprea - non abbia assunto un'analoga posizione. Siamo davanti - ha detto ancora - a una schizofrenia del governo che richiede un chiarimento. Il governo deve esprimere una posizione univoca e certa".

La questione come un boomerang rischia di minare la già provata stabilità della coalizione di maggioranza. Se il governo, al momento, se ne lava le mani, la vicenda, attaccando il principio costituzionalmente sancito del "libero insegnamento" ha toccato il nervo scoperto a molti esponenti dell'Udc e non solo. Si è mobilitato tutto il quartier generale nominato al recente congresso alla fiera di Roma.

Il presidente dell'Udc e ministro delle politiche comunitarie Rocco Buttiglione ha chiamato in causa la stessa Moratti. "Non mi sogno - ha detto - di affidare a un ministro della pubblica istruzione, per quanto sensibile e colto come Letizia Moratti, l'accertamento della verità storiografica dei libri di testo che deve emergere dal confronto fra gli storici".

Parole dure anche da Marco Follini, neo segretario Udc, che ha definito la risoluzione una "baggianata". "Che molti libri scolastici stridano con la realtà - ha detto Follini - è un fatto" e ha aggiunto "che la risoluzione strida coi principi costituzionali è un altro fatto".

Ma non sono stati i soli esponenti del Polo a storcere il naso sul provvedimento presentato dal forzista Fabio Garagnani. Domenico Fisichella di An, docente di Scienza della Politica ha detto che è stato "un errore presentare la risoluzione ma che comunque il problema c'è".

Come a dire che nell'occasione la maggioranza ha mostrato di non sapere quali sono le regole sulle competenze in materia tanto che il governo ha dovuto rispedire al mittente la grossolana risoluzione approvata a tutti i costi nonostante il forzista Ferdinando Adornato, presidente della commissione, abbia tentato inutilmente una mediazione.

Ma seppure inefficace la risoluzione è un altro attacco alla carta costituzionale, l'ennesimo tentativo di riscrivere la legge fondamentale dello Stato. Questa volta è l'articolo 33 della Costituzione che si vorrebbe emendare. Non mancano così le reazioni delle opposizioni. Si parla di un ritorno al regime, della riproposizione di un Minculpop.

"La nostalgia - ha detto Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas Scuola - che i partiti di governo manifestano nei confronti del Minculpop che, durante il fascismo, decideva cosa il popolo italiano potesse leggere o studiare, deve provocare la risposta più dura e generalizzata da parte di tutti coloro che hanno a cuore la libertà di insegnamento, il pensiero critico e il rispetto delle più elementari regole democratiche". Bernocchi ricordando che la scelta del libro di testo a scuola "non è mai affidata al solo, insindacabile volere di un docente, ma passa al vaglio dei vari organi collegiali" ha precisato che "nessun altro intervento dall'esterno può essere accettato". E di una storia a uso e consumo della Casa della Libertà parla anche Giovanni Berlinguer, leader del correntone Ds "Il fatto è - dice - che adesso si vorrebbe capovolgere la storia e fare una nuova storia come se il fascismo fosse stato una malattia tipo influenza o colite e non un evento disastroso per la storia di Italia, una violenta dittatura che ha soppresso ogni libertà".

Il maldestro blitz in commissione cultura rinfocola anche le proteste degli studenti che il 18 dicembre scendono in piazza in tutta Italia.

"Occupazioni e autogestioni nelle scuole continuano in tutte le regioni, gomito a gomito - ha detto ieri l'Unione degli studenti - con gli universitari che in questo momento stanno occupando gli atenei: centinaia di scuole protestano contro il tentativo di imporre una cultura di Stato attraverso il controllo dei libri di storia, contro l'ipocrisia e la falsità di un governo che stanzia solo 10 milioni di euro in Finanziaria per l'edilizia scolastica, mentre si può permettere di stanziare ben 90 milioni di euro per le scuole private, contro la riforma Moratti, contro la devoluzione che di fatto cancellerà la scuola pubblica italiana sostituendola con tante scuole regionali".


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