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Liberazione-I nuovi libri di testo e i nuovi programmi-Moratti

Lezione di storia: "Se un bimbo ha poco cibo deve accontentarsi" I nuovi libri di testo e i nuovi programmi-Moratti Laura Eduati U un ragazzino africano racconta la sua vita nel villaggi...

25/08/2005
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Liberazione

Lezione di storia:
"Se un bimbo
ha poco cibo
deve accontentarsi"
I nuovi libri di testo e i nuovi programmi-Moratti
Laura Eduati
U un ragazzino africano racconta la sua vita nel villaggio: i colori della giungla, il poco cibo, la fame, i giochi con gli amici, la madre che fa chilometri a piedi per andare a prendere l'acqua. Qual è la morale? la morale è questa: bisogna accontentarsi di quel che si ha... Proprio così. Questa storia, ed esattamente in questi termini, un bambino italiano di seconda elementare potrebbe leggerla a settembre nel suo nuovo libro di lettura. Questo stesso bimbo, poi, può cambiare fascicolo e iniziare a studiare la storia: dai popoli primitivi, i greci, i cartaginesi, via via -nei prossimi anni - fino, in quinta, alla caduta dell'impero romano. Continuerà il programma dal Medioevo in poi solo in prima media, senza ripetere quindi la storia dell'antichità. Il bimbo, sempre sui banchi delle primarie, studierà solo la geografia dell'Italia e dell'Europa e non più anche la geografia della terra. Il suo compagno migrante - magari di origine maghrebina - non avrà nemmeno la possibilità di sapere dove sia il proprio Paese natale. Lo saprà quando sarà più grande.
Sono alcuni dei punti della programmazione scolastica introdotti dalla riforma Moratti e contenuti nelle indicazioni nazionali allegate al decreto che fanno saltare sulla sedia tanti insegnanti delle elementari e delle medie. Perché le indicazioni stravolgono, a loro giudizio, i punti cardinali della scuola dell'obbligo. "Diciamo pure che nei contenuti c'è un conservatorismo delle idee", taglia corto Tonia Guerra, insegnante delle elementari in una scuola di Bari. Guerra non si riferisce a Darwin e alla teoria evoluzionistica, scomparsi dai programmi di scienza e poi rapidamente reintegrati dopo che una schiera di premi Nobel e esimi scienziati aveva firmato un appello al ministro Moratti.

La maestra di Bari, anti-morattiana convinta, si indigna anche perchè gli studi sociali sono stati aboliti: non si studieranno più, quindi, le strutture sociali che si sono dati gli uomini nel corso della storia e nelle varie culture - quel relativismo culturale che papa Ratzinger ha condannato di recente a Colonia. Tutto ciò verrà sostituito da una "generica", educazione alla convivenza civile, che tra i suoi principi comprende anche la distinzione tra comportamenti maschili e femminili.

Ma non sono solo i contenuti a far ribollire gli insegnanti. Cristina Giadresco, insegnante di scuola elementare in uno dei circoli didattici più ribelli d'Italia, il San Girolamo di Venezia, ha dato una scorsa ai libri di testo che da quest'anno rifletteranno i contenuti della riforma. I nuovi testi, spiega, sono divisi in fascicoli, secondo gli argomenti: "Così si perde l'interdisciplinarietà che prima era garantita nei programmi stabiliti nel 1985. Ora, invece, ogni materia è frammentata, prevale l'aspetto nozionistico". A seguire il libro, assicura Giadresco, si perde la visione globale della conoscenza e si acquisisce una logica più superficiale, all'americana.

Ma ciò che pare incredibile agli occhi della maestra veneziana è che le case editrici, di propria iniziativa e senza consultare gli insegnanti, abbiano infilato nei libri delle proposte di portfolio, la nuova versione morattiana delle pagelle. "Non c'è ancora un modulo nazionale del portfolio, non capisco come sia possibile che le case editrici si sostuiscano ai docenti". Voti bassissimi anche alle schede di autovalutazione disseminate qua e là al termine dei fascicoli: "Un bambino deve sapersi autovalutare all'interno del suo personale contesto, e non come in un quiz valido per tutti, come quelli che si trovano sulle riviste femminili. E poi: perchè già alle elementari introdurre la competizione selvaggia? Le verifiche, quando sono così piccoli, non sono mai individuali, perché ogni bambino ha i suoi tempi, e raggiunge gli obiettivi a velocità diverse". Agli "asini" si prospetterà addirittura la bocciatura, uno strumento cui prima si ricorreva solo in casi molto gravi. Già, gli obiettivi: la riforma Moratti anticipa i tempi, cercando di velocizzare un po' tutto. Ad esempio si comincerà a studiare la storia e la geografia già dalla seconda elementare, e non dalla terza come è avvenuto finora. E il vecchio sussidiario ingloberà anche il tradizionale libro di lettura, "un minestrone".

Ma è la nuova periodizzazione dello studio della storia a raccogliere i voti più negativi. "Chi dice che ripetere l'impero romano, il Medioevo e le guerre mondiali per tre volte - elementari, medie e superiori - sia sbagliato? Dare per esaurito lo studio dell'antichità alle elementari è un errore grossolano: i bimbi studiano la storia in modo favolistico, è solo a 11 anni che iniziano ad avere una concezione adulta e razionale della materia", commenta un'altra "ribelle", Giovanna Capelli, dirigente scolastica di un istituto comprensivo di San Giuliano Milanese. Anche le sue classi, come quelle della veneziana Giadresco, quest'anno non adotterà i testi riformati, scegliendo testi alternativi - "ma le sovvenzioni della Lombardia alle scuole private ci hanno lasciati senza fondi", spiffera - e inoltre non applicherà un'altra tranche della riforma, quella sul nuovo orario di 27 ore. "Faremo 30 ore di scuola regolari, senza quelle materie opzionali che in alcune scuole lombarde sono dedicate alla break-dance o alla "lingua padana", cioé al dialetto milanese".

"Non abbiamo mai adottato testi prima, figuriamoci adesso", incalza Giadresco. E' lei che ha letto la storia del bimbo africano: "Mio Dio, è come insegnare ai bambini che la povertà è un fattore permanente e che nessuno ci può far nulla!".

"Le scuole si sentono libere di non adottare i testi perchè in realtà il decreto Moratti non ha ancora concluso l'iter", conclude Guerra. Ma il fronte non è solo con il ministero dell'Istruzione: i libri vecchio stile non si trovano già più perché le case editrici hanno stampato velocemente quelli nuovi, a volte solo cambiando impaginatura - come nei casi dei testi di matematica per le scuole medie. Vendendoli oggi a un prezzo maggiore.

Tutt'altra storia per i testi delle primarie, a carico dello Stato. Gli insegnanti del san Girolamo hanno un sospetto: "Che il 2 in 1, cioé libro di lettura e sussidiario in un unico volume, risponda solo alla logica di ridurre i costi dei libri, e non ad un cirterio didattico preciso". La guerra continua.


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