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Liberazione-Gli "effetti collaterali" del maestro unico

finanziaria in arrivo taglierà decine di migliaia di cattedre e di posti di lavoro. A rischio democrazia e qualità Gli "effetti collaterali" del maestro unico Piero Castello Non è facile...

27/09/2002
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Liberazione

finanziaria in arrivo taglierà decine di migliaia di cattedre e di posti di lavoro. A rischio democrazia e qualità
Gli "effetti collaterali" del maestro unico
Piero Castello
Non è facile per i cittadini comuni, non addetti ai lavori, capire fino in fondo la distruttività della Finanziaria 2003 nei confronti della scuola pubblica, conviene esaminarla articolo per articolo.
L'articolo 8 stabilisce che nell'anno scolastico 2003/04 "il rapporto medio provinciale alunni/classe è incrementato di una unità".

Questo che sembra un dato quasi insignificante in concreto significa che nelle grandi città il numero di alunni per classe si avvicinerà a 40, visto che nei paesi, in montagna, nelle isole il numero dei bambini e studenti continuerà ad essere, giustamente, più basso. Ma la cosa più difficile da conoscere è la conseguenza sul numero delle classi: un solo bambino in più in ciascuna delle classi residue comporterà la soppressione di 18.575 classi e la cancellazione di 37.150 posti da insegnante! Ma l'effetto della legge finanziaria va bene al di là del testo letterale. Qualcuno si ricorderà che la finanziaria per il 2002 prevedeva per tutto il Lazio la soppressione di 837 posti di insegnante, ebbene il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio è riuscito a sopprimere soltanto a Roma 1.749 posti.

Ma quale maestro prevalente: maestro unico
L'articolo 9 stabilisce che dal prossimo anno scolastico "nella scuola elementare l'insegnamento è impartito dal maestro prevalente (nel senso che il maestro è pluridisciplinare ed è coadiuvato da altri maestri solo nell'insegnamento della lingua straniera e per il funzionamento del tempo prolungato) ". Per chi ha un minimo di esperienza scolastica questo significa esattamente maestro unico. A prescindere dalle implicazioni educative e pedagogiche questo significa la soppressione di almeno 70mila posti solo nella scuola elementare.

Il secondo comma dello stesso articolo stabilisce che sarà un decreto interministeriale (leggi ministero delle finanze) che autorizzerà o meno le classi di Tempo Pieno. Ritorniamo agli anni '60 quando il Tempo Pieno alle elementari e Tempo Prolungato alle medie era la gentile concessione dell'amministrazione invece che un diritto di alunni e famiglie.

Il Personale Tecnico e Amministrativo? Cancellato!

L'Articolo 10 dice molto perentoriamente che il personale Ata deve essere cancellato "nella misura del 20%" in particolare devono essere eliminati i bidelli (collaboratori scolastici). Motivazione? Nessuna. Già il loro numero è insostenibilmente insufficiente, spesso non si sa a chi lasciare la classe per andare a fare pipì, non si sa a chi rivolgersi per un aiuto con i bambini disabili o insofferenti, per una qualsiasi collaborazione in orario scolastico. Gli Amministrativi nelle segreterie hanno dovuto farsi carico di tutto il lavoro svolto dagli ex provveditorati (dalle pensioni alle ricostruzioni delle carriere) con organici da anni in precipitoso decremento. In conclusione si tratta del taglio di 52mila posti di lavoro di personale non docente.

I malati tornano ad insegnare?

L'articolo 11 recita "saranno stabiliti modalità e criteri finalizzati alla riduzione del 40% del personale dirigente, docente e non docente fuori ruolo'". Molto bene se si trattasse di togliere di mezzo tutti quei distacchi assegnati clientelarmente ad enti e soggetti i più disparati, ma la maggior parte di questi insegnanti sono quelli posti "fuori ruolo" per ragioni di salute e valutati da una commissione medico/legale come non idonei all'insegnamento. La maggior parte lavorano nelle biblioteche e segreterie. Molti di essi hanno gravi disturbi psichici o alle corde vocali, che faranno? Ritorneranno in classe ad insegnare?

Bambini portatori di handicap: sempre peggio
Il rapporto alunni insegnanti di sostegno che oggi, già insufficiente, è di un insegnante per ogni 138 alunni passerà, dall'anno prossimo, ad un insegnante ogni 145 alunni. Questo significa che l'attuale organico di 54mila insegnanti si ridurrà a 51mila con un taglio di 3mila posti di insegnanti di sostegno, e ciascun posto dovrà essere preventivamente autorizzato dal Dirigente Regionale. Così pure ogni nuova classe che dovrà essere istituita per aumento degli alunni dovrà essere autorizzata dal Dirigente Regionale.

Il personale che lavora nei distretti scolastici dovrà ritornare nelle scuole visto che i distretti saranno definitivamente soppressi dall'attuazione di nuovi organi collegiali territoriali, ma quando entreranno i vigore i Consigli Scolastici Locali ancora una volta, dovranno sopravvivere senza personale?

Una ragione in più per lo sciopero generale
Non erano né poche né poco gravi le ragioni che hanno indotto i Cobas, e adesso tutti gli altri sindacati della scuola, ad indire lo sciopero generale per il 18 ottobre: difesa ed estensione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, contratto scaduto da un anno senza una lira di vacanza contrattuale, il disegno di Legge Delega Moratti/Bertagna che ha iniziato il suo iter parlamentare, la insipiente "sperimentazione" nelle scuole elementari e materne, la prima volta nel dopoguerra senza l'assunzione di un solo precario a tempo determinato' e questa finanziaria dovrebbe proprio indignare tutti gli insegnati e fare in modo che neanche uno vada a scuola il 18. Ma è indispensabile che nei cortei che si faranno in tutte le regioni gli spezzoni degli insegnanti siano ben visibili e caratterizzati e soprattutto che siano strapieni di studenti, genitori e cittadini che hanno a cuore la scuola pubblica e la democrazia nel nostro paese, per una prima solenne bocciatura nelle piazze della seconda tremenda berlusconiana Legge Finanziaria.


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