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L'appello dei docenti universistari per un sapere pubblico, libero e di qualità

Un attacco all'Università statale e al paese Per febbraio 2005 è programmata la discussione in Aula alla Camera del DDL sullo stato giuridico dei docenti universitari (v. nota 1). È questa la ri...

12/01/2005
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Un attacco all'Università statale e al paese
Per febbraio 2005 è programmata la discussione in Aula alla Camera del DDL
sullo stato giuridico dei docenti universitari (v. nota 1).
È questa la risposta del ministro Moratti alla richiesta del mondo universitario di ritirare un DDL che completerebbe la demolizione del Sistema statale dell'alta formazione e della ricerca.
Il Ministro d'altronde era stato chiaro nel suo intervento alla seduta del CUN del 16 dicembre scorso: "la rimozione del blocco delle assunzioni e il cospicuo (sic!) incremento del FFO degli Atenei consentono di guardare al perfezionamento del provvedimento con maggiore ottimismo. È dunque possibile accelerare l'iter del provvedimento" (v. nota 2). In altri termini, il Governo rinuncia all'immediata chiusura degli Atenei, elargendo
un po' di soldi, e non reitera l'incostituzionale blocco delle assunzioni,
richiedendo in cambio che non venga ostacolata l'approvazione di un provvedimento fortemente voluto da chi intende controllare complet amente le risorse pubbliche per l'alta formazione e la ricerca per dirottarle ancor
più nelle Università private, nei Centri di 'autoeccellenza' e negli Istituti di ricerca a gestione privatistica.
L''offerta' del Ministro a chi richiede il rafforzamento anche istituzionale della 'gestione forte' del Sistema nazionale delle Università (riforma per lo svuotamento del CUN) e dei singoli Atenei (modifiche
normative per aumentare e/o prolungare i poteri dei Rettori) comprende anche la compartecipazione alle modifiche per rendere più digeribile un provvedimento, che deve comunque mantenere la sua principale ragion
d'essere: 'sistematizzare' e ampliare la precarizzazione del reclutamento e
della carriera della docenza universitaria.
E nella stessa logica del coinvolgimento dei poteri forti, indispensabile è il mantenimento dello strumento della legge-delega, che consentirà alla lobby accademica trasversale di scrivere la 'vera' legge scrivendo poi anche i decreti delegat i, indipendentemente dal governo in carica.
Si vuole che sia chiaro una volta per tutte che sulle questioni universitarie a legiferare non deve essere il Parlamento e che la stragrande maggioranza del mondo universitario non vi deve mettere bocca. I
Collegi dei Presidi, i Senati Accademici, i Consigli di Facoltà e di Dipartimento, le Assemblee di docenti e di studenti, le Organizzazioni della docenza devono capire finalmente che il loro protestare contro una
riforma mortale per l'Università statale lascia il tempo che trova e che ad
altri competono le decisioni sulle sorti dell'alta formazione e della ricerca, che, a parole, tutti definiscono essere fondamentali per il rilancio del Paese. E al Paese viene lanciato un chiaro messaggio: l'Università deve essere 'messa a norma', ad essa deve essere tolto ogni residuo di autonomia e di democrazia.
All'interno di questo obiettivo strategico, la lobby accademica trasversale, con il DDL sullo stato giuridico, vuole affermare il suo
'nuovo' modello di organizzazione della docenza: pochi docenti in ruolo, nei due distinti ruoli degli ordinari (i frofessori 'veri') e degli associati (gli assistenti), e migliaia e migliaia di precari, mal pagati e privi di qualsiasi autonomia didattica e di ricerca, con la prospettiva di pochi concorsi all'iniziale 'ruolo' precario degli associati.
Per gli attuali oltre 50.000 docenti precari nessuna reale prospettiva di certezza lavorativa e per gli attuali oltre 20.000 ricercatori nessun riconoscimento del ruolo di professore finora svolto e, anzi, l'ulteriore emarginazione nel 'binario morto' del ruolo ad esaurimento.
In questo quadro, alla lobby risulta indispensabile il mantenimento sostanziale degli attuali meccanismi concorsuali, prevedendo concorsi nazionali (per aumentare il potere dei gruppi dominanti nazionalmente nei vari settori), che in realtà non ne scalfiscono la logica localistica (continua a essere la facoltà a scegliere il 'vero' vincitore). E 'n aturalmente' continuando a non distinguere tra reclutamento e avanzamento
di carriera.
Il mondo universitario non può consentire la cancellazione dell'Università statale, uno dei principali presidî della democrazia del Paese.

10 gennaio 2005

= Nota 1. Dal PROGRAMMA DEI LAVORI DELL'ASSEMBLEA DELLA CAMERA
(gennaio-marzo 2005) Predisposto dalla Conferenza dei presidenti di gruppo del 28 dicembre 2004:
.Febbraio Esame dei progetti di legge:
. disegno di legge n. 4735 e abbinate - Delega al Governo per il riordino
dello stato giuridico dei professori universitari; .

= Nota 2. V. documento dell'ANDU "DDL: Moratti accelera" in:
https://www.bur.it/sezioni/sez_andu.php 23 dicembre 2004

Per ogni comunicazione: cell. 3386532369; e-mail: anduesec@tin.it
[ANDU - Associazione Nazionale Docenti Universitari]


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