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Kataweb-Punteggi troppo alti, graduatorie da rifare

Mercoledì, 29 Maggio 2002 Punteggi troppo alti, graduatorie da rifare di Pino Patroncini Non c'è pace per le graduatorie permanenti. Lo scorso anno in questo stesso periodo una sentenza del T...

29/05/2002
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Kataweb

Mercoledì, 29 Maggio 2002

Punteggi troppo alti, graduatorie da rifare
di Pino Patroncini

Non c'è pace per le graduatorie permanenti. Lo scorso anno in questo stesso periodo una sentenza del Tar contro la suddivisione in fasce delle graduatorie permanenti dava modo al Ministro Moratti, all'epoca appena entrata nel suo incarico, di modificare le graduatorie a cui la maggior parte del personale precario della scuola affida le sue speranze di stabilizzazione.
Quella scelta, che risultò allora particolarmente vantaggiosa al personale proveniente dalle scuole private, sarebbe stata foriera di ulteriori conseguenze.
La più rilevante si vede oggi. Ad un anno di distanza lo stessa sezione del Tar del Lazio emette una sentenza che costringe il Ministero dell'Istruzione a rimaneggiare le graduatorie permanenti, messe insieme in fretta e furia (con parecchi errori, attualmente in via di correzione) per rispettare i tempi di emissione (scadenza 31 maggio) e di nomina in ruolo (scadenza 31 luglio).
Che cosa è successo? E' successo che una legge del 1998 che, all'interno delle graduatorie permanenti, dava diritto di avere un premio in punteggi agli abilitati delle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario annesse alle università, ha provocato un putiferio.
In primo luogo l'abolizione delle fasce metteva direttamente in concorrenza questi nuovi arrivati avvantaggiati dal premio con i precari storici abilitati due anni fa con i corsi abilitanti appositamente organizzati dal Ministero.
In secondo luogo la quantità di punti prescelta come premio (30 punti) sommandosi ad una votazione di specializzazione generalmente alta (36 punti) e alla possibilità di un servizio svolto negli stessi anni del corso (24 punti) dava ai "sissini" (il nome deriva dall'acronimo delle scuole di specializzazione in questione) una base di partenza di 90 punti, praticamente irraggiungibile per gli altri concorrenti.
La cosa ha immediatamente scatenato una serie di reazioni oscillanti tra la richiesta di un'abrogazione del premio e la richiesta di altri settori di precariato, come gli abilitati nei difficili e fortuiti concorsi ordinari, di godere dello stesso beneficio.
In questa situazione, che rischiava di scatenare una guerra tra i poveri, la Cgil Scuola e gli altri sindacati avevano proposto di disinnescare l'esplosivo non consentendo il cumulo dei punteggi tra premio ed eventuali servizi svolti durante il corso universitario, anche in ragione del fatto che il premio previsto dalla legge del 1998 oltre che ad incoraggiare la frequenza universitaria doveva servire a compensare proprio la presumibile impossibilità di prestare servizio da parte del personale neolaureato impegnato nella continuazione degli studi.
Analoga opzione era stata espressa all'unanimità dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione.
Ma il Ministero dell'Istruzione, che pure nei primi colloqui era sembrato sensibile al problema, aveva poi rifiutato la proposta, nonostante questa venisse da una sede autorevole come il CNPI.
Oggi la sentenza del Tar del Lazio, che si è espresso su una serie di contestazioni che vanno dal diritto ai 30 punti tout court ai tempi di immissione in graduatoria dei "sissini", ha individuato proprio in questo fatto dell'eccesso di punteggio dovuto al cumulo il tallone d'Achille del decreto ministeriale, ingiungendo al Ministro di annullare le graduatorie stesse.
Dunque il Ministero dovrà dare indicazione ai suoi uffici periferici di rifare le graduatorie, cosa che andrà fatta in tempi stretti per rispettare gli inderogabili termini di scadenza che il Ministro stesso a suo tempo decretò e che si sarebbe potuta evitare se il Ministro avesse dato retta ai sindacati e soprattutto al CNPI.

Pino Patroncini

Cgil Scuola


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