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Kataweb-I DOCENTI SISS - NON SIAMO NOI I PRIVILEGIATI

Venerdì, 30 Agosto 2002 I docenti Ssis: "Non siamo noi i privilegiati" Pubblichiamo la posizione del 'Coordinamento Nazionale Specializzati e Specializzandi SSIS' sulla recente sentenza del Tar...

31/08/2002
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Kataweb

Venerdì, 30 Agosto 2002

I docenti Ssis: "Non siamo noi i privilegiati"

Pubblichiamo la posizione del 'Coordinamento Nazionale Specializzati e Specializzandi SSIS' sulla recente sentenza del Tar Lazio'

Il tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione 3 bis, con una sentenza ferragostana, così come aveva fatto con la sentenza datata 28 maggio 2002,
ha sminuito il valore delle SSIS (scuole di specializzazione per l'
insegnamento secondario) e del titolo da esse rilasciato. In particolare viene tolto valore al punteggio aggiuntivo previsto dalla legge per i docenti specializzati SSIS. Il TAR, infatti, priva gli insegnanti precari (abilitati con le SSIS) del punteggio derivante dal servizio prestato durante la frequenza delle scuole di apecializzazione.

Basta leggere le motivazioni delle sentenze per capire quanto siano
pretestuose e giuridicamente infondate. Pertanto i docenti precari specializzati hanno già impugnato la prima sentenza davanti al Consiglio di Stato e così faranno con la seconda.

Il TAR sostiene di aver dato "una lettura della disciplina in chiave tutta europea" ma in tutta la sentenza non viene menzionata alcuna normativa europea, un riferimento che sia uno, una direttiva, una citazione indiretta,
niente!
Essa in sostanza asserisce, MAI BASANDOSI SU PRINCIPI NORMATIVI, ma solo su quelli del buon senso (ma il buon senso del TAR risulta alla fine essere un "mal senso"), che chi insegna e contemporaneamente frequenta le SSIS non fa bene né l'uno e né l'altro. È una legittima opinione di alcuni giudici che dovrebbe rimanere appunto un'opinione e non diventare una sentenza che priva
i docenti precari specializzati del loro punteggio in graduatoria. Questi insegnanti hanno, a costo di enormi sacrifici, portato avanti entrambe le attività con merito, come dimostrano i risultati conseguiti dall'una e dall'altra parte.
Il TAR vuole sostituirsi ai docenti delle scuole di specializzazione che
positivamente hanno valutato gli allora specializzandi, o ai presidi che nessuna nota di demerito hanno segnalato nei confronti dei docenti-sissini?
È il caso di segnalare che è prassi comune, oltre che lecito, oggi in
Italia, a meno di divieti formali, esercitare contemporaneamente più
attività lavorative. Anche nella scuola (come avviene nell'università)
migliaia di docenti esercitano, insieme all'insegnamento, anche la libera professione (è il caso di ingegneri, architetti, avvocati, ecc.) senza per questo meritare penalizzazioni rispetto ad altri docenti.

Ma il TAR forse non crede che debba esserci una formazione iniziale degli insegnanti, contraddicendo la sua "ispirazione europea" tant'è che dimostra nostalgia dei concorsi a cattedra, come si evince dalle seguenti "perle":
"(.) la categoria (dei docenti abilitati, n.d.r.) fino ad ora sicuramente più meritevole: quella che ha superato il pubblico concorso, pure classificandosi solo tra gli idonei (.)"
"(...) le abilitazioni conseguite attraverso il pubblico concorso, della cui serietà non è dato certo di dubitare (.)"
Nel 2002 si deve ancora sottolineare l'importanza della formazione per gli insegnanti? Del bisogno di conoscenze di didattica, di psico-pedagogia, di docimologia, di sociologia scolastica? O dell'importanza di un tirocinio
formativo coordinato da docenti esperti? Come è possibile richiamarsi all'Europa mentre si idealizzano i concorsi a cattedra che erano (vogliamo sperare che sia finita quell'epoca, checché ne pensi la terza sezione del
TAR del Lazio) delle elefantiache prove in cui le commissione d'esame
annaspavano per valutare oltre un milione di candidati. Centinaia di prove scritte da correggere ogni giorno, pochi minuti di orale per valutare una carriera di studi, per non parlare degli scandali finiti nelle aule dei tribunali penali di cui evidentemente gli amministrativi non sono a
conoscenza.

D'altronde non c'è da aspettarsi di meglio quando a fare legislazione in
materia scolastica è un tribunale amministrativo che certo non può essere esperto di didattica e delle reali necessità degli studenti. E infatti nella sentenza si legge perfino un esilarante passo quando si tenta di spiegare ulteriormente un ragionamento (in verità contorto) attraverso un esempio.
Denotando una maldestra conoscenza del sistema di reclutamento docenti, il TAR, invece di ricorrere ad esempi strettamente legati alla realtà, prende
"il caso di un docente dotato di abilitazione ordinaria in una certa materia (lingua francese) che, durante il corso SSIS relativo a materie scientifiche, per sostentarsi svolge attività di insegnamento precario in
quella materia (lingua francese)" come se fosse comune, per un insegnante, possedere sia la laurea in lingue e letterature straniere che quella in fisica o in ingegneria.

Concludiamo con l'auspicio di avere presto un ministero dell'istruzione che decida della politica scolastica in maniera efficace per gli alunni della scuola italiana, corretta nei confronti dei docenti, coerente dal punto di vista normativo in modo che a legiferare in una materia così importante per
la società non possa essere un tribunale amministrativo.

Il Coordinamento Nazionale Specializzati e Specializzandi SSIS


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