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ItaliaOggi: Riforma, i tre assi della Gelmini

Ecco come il ministero conta di far partire le nuove superiori dopo i pareri del Consiglio di stato Non escluso il ricorso a un decreto legge, come fece la Moratti

19/01/2010
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ItaliaOggi

di Alessandra Ricciardi

I piani alti di viale Trastevere ostentano sicurezza. Come del resto lo stesso ministro, Mariastella Gelmini, che ribadisce quanto detto la scorsa settimana, all'indomani dei pareri del Consiglio di stato sui regolamenti che disciplinano licei, istituti tecnici e professionali, i tre tronconi delle nuove superiori: «Si parte, per le prime classi, dal prossimo settembre, non è pensabile che ci possa essere nessuno slittamento», così replicando alle perplessità di ordine giuridico e alle critiche pervenute dall'opposizione e dai sindacati, che chiedono il rinvio di un anno. E, secondo quanto apprende ItaliaOggi, la strategia per farcela è pianificata. Perché un problema quei tre pareri del Cds, nonostante siano formalmente favorevoli, lo creano: Palazzo Spada, infatti, oltre a raccomandare una serie di cambiamenti (per esempio l'eliminazione del comitato scientifico) nella versione definitiva con cui i regolamenti saranno licenziati dal consiglio dei ministri, chiedono che i provvedimenti attuativi, dalle indicazioni nazionali ai quadri orari, siano adottati con atti aventi forza normativa. Eliminando il riferimento a decreti «di natura non regolamentare». Se questo passaggio fosse inteso come la richiesta di procedere con altri regolamenti, implicherebbe un iter analogo a quello dei regolamenti appena licenziati dal Cds (prima delibera del consiglio dei ministri, parere di Cds e commissioni parlamentari, nuovo sì del cdm). E dunque con tempi non compatibili con le iscrizioni ai nuovi licei, da farsi entro fine marzo (un mese in più rispetto a elementari e medie, per far partire la campagna informativa presso le famiglie).

Ma non è questa l'interpretazione che sarebbero intenzionati a dare al ministero: si tratterebbe semplicemente di eliminare il riferimento ai decreti aventi natura non regolamentare, una correzione tecnica, che non escluderebbe di procedere con semplici decreti ministeriali. Questa è un'ipotesi a cui non è estranea anche l'argomentazione che i pareri, sia parlamentari (attesi per i prossimi gionri) che del Cds, comunque non sono vincolanti. Ma non è finita. Se il decreto non dovesse bastare, si sta pensando in prima battuta di allegare indicazioni e quadri orari ai regolamenti su licei, tecnici e professionali, al prossimo passaggio al cdm. E non è escluso, ed è l'estrema ratio, il ricorso al decreto legge. Entrambe le strade, allegati e dl, danno copertura altamente normativa e sono sperimentate: le ha percorse, con esito positivo, Letizia Moratti, ai tempi della sua riforma della scuola. Il nodo sarà sciolto forse già in settimana.


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