ItaliaOggi: La riforma Illy-Prodi non piace a Cgil, Cisl e Uil

Mario D'Adamo

No allo smantellamento dell'unicità del sistema nazionale d'istruzione. È quanto chiedono i sindacati scuola confederali in preallarme per la recente intesa fra il presidente del consiglio Prodi e il governatore del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illy. Con una lettera dell'11 gennaio scorso i segretari di Cgil, Cisl e Uil scuola, infatti, esprimono il loro profondo dissenso sull'attuazione delle ipotesi convenute tra Prodi e Illy, che ritengono «una forzatura delle norme previste in materia di trasferimento delle competenze dallo stato alla regione», e chiedono a Prodi e al ministro dell'istruzione, Beppe Fioroni, di smentire le possibili interpretazioni «in merito alla regionalizzazione del sistema scolastico del Friuli».
Il 21 dicembre scorso, Prodi e Illy hanno aggiunto al protocollo del 2006 un atto che, all'art. 8, dichiara testualmente: «Il governo e la regione condividono l'opportunità di avviare, nelle forme costituzionalmente previste, il percorso atto a trasferire alla regione le funzioni in materia di istruzione, nel quadro delle linee emergenti a livello nazionale». Il trasferimento avverrà gradualmente e conformemente alle linee decise in sede di Conferenza stato-regioni. Non sembrano, quindi, messi in discussione «i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale» e «i principi generali che la legislazione regionale deve osservare». I livelli e i principi, infatti, riservati dall'art. 117 della Costituzione alla legislazione statale, non sono né trasferibili né delegabili alle regioni.