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ItaliaOggi: Enti di ricerca verso il riordino

Pronto dlgs del ministero dell'università

22/01/2008
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ItaliaOggi

Sburocratizzare gli enti di ricerca, ampliarne la partecipazione della comunità scientifica, ed eliminare nello stesso tempo strutture costose ed inutili. La bozza di decreto delegato presentata pochi giorni fa dal ministro dell'università e della ricerca Fabio Mussi parla chiaro e punta, secondo quanto annunciato dallo stesso ministro, a garantire autonomia, trasparenza ed efficienza nella gestione degli enti pubblici nazionali di ricerca, riordinando i loro statuti e organi. Una bozza che, per ora, è composta di nove articoli e che mira a definire prima di tutto le finalità generali degli enti pubblici di ricerca vigilati dal ministero. E che va ad agire innanzitutto sulla riformulazione degli stessi statuti degli enti che avranno il compito di valorizzarne il ruolo in ambito nazionale e internazionale. Intanto il testo spinge ad evitare che agli enti possano essere imposti obiettivi specifici che vadano al di fuori della loro missione, dal programma nazionale ricerca e dalle tendenze internazionali, se non si concorda con essi e si aggiungono risorse addizionali. Tra le novità si prevede l'affidamento all'Agenzia nazionale di valutazione di valutare la qualità dei risultati della ricerca svolta dagli enti, ma anche l'efficienza delle loro attività. Introdotto poi un ulteriore principio: attribuzione dei soldi statali agli enti in base proprio alla valutazione dell'agenzia. Ma i paletti ai principi di delega non finiscono qui. Nella riforma degli organi statutari si prevede innanzitutto una riduzione del numero dei componenti: tutti gli organi dell'ente, si legge nella bozza, dovrà risultare numericamente inferiore alla situazione attuale. Inoltre si introducono nuove procedure di individuazione dei presidenti e dei componenti di nomina governativa dei consigli di amministrazione tramite scelte effettuate in rose di candidati proposte da appositi comitati di selezione nominati di volta in volta dal governo. Il tutto, però, assicurando nei comitati un'adeguata rappresentanza d'esponenti della comunità scientifica e comunque escludendone i dipendenti dell'ente interessato e il personale del ministero stesso. Imposti anche i termini di mandato degli organi, per evitare, come avvenuto in passato nel mondo universitario, che ci siano cambiamenti di statuto per prolungare il termine degli incarichi.


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