ItaliaOggi: Ccnl per i dirigenti dell'accademia

di Benedetta P. Pacelli

Un sospiro di sollievo per i dirigenti delle università e degli enti di ricerca. Che dopo anni di attesa si vedono garantire un vero contratto e solo per il loro comparto. Dopo una lunga trattativa, infatti, è stato appena firmato all'Aran l'ipotesi di contratto nazionale per il quadriennio 2002-2005 dell'area dirigenziale. Una vera svolta per i circa 500 amministrativi e i tecnici dell'università e della ricerca fino al 2001 nel comparto complessivo della dirigenza pubblica. Ora invece avranno un vero e proprio contratto che affronta anche le parti riguardanti le ferie o la maternità. Tra le principali novità i mutati criteri per gli incarichi di direzione, un passaggio che ha tenuto bloccato la firma del contratto per diversi mesi. Questo perché, fino a ora, negli enti di ricerca e nelle università non avvenivano assunzioni di dirigenti ma venivano dati incarichi al personale di tali strutture a svolgere compiti di direzione. In virtù delle nuove norme, chi svolgerà un incarico dovrà prendere un aspettativa rispetto al lavoro che sta svolgendo e dovrà avere un contratto firmato come incarico di direzione. Gli incrementi del quadriennio sono il 5,66% per il primo biennio e 5,01% per il secondo biennio. Un totale incrementale del 10,67% che andrà a incidere su tre voci distinte: la parte dello stipendio tabellare, quella dell'indennità di posizione (fissa o variabile) e la terza parte lasciata alle dinamiche interne dei singoli, legata all'indennità di risultato. C'è poi il capitolo che disciplina il riconoscimento dell'equiparazione alla dirigenza sanitaria nei policlinici. Un equiparazione che per effetto di una legge già avviene, ma che ora è riconosciuta anche da un punto di vista giuridico. Ora l'ipotesi di contratto dovrà passare al vaglio del governo e poi della corte dei conti per la registrazione. Un traguardo importante per il segretario generale della Cgil scuola università Enrico Panini che «finalmente vede i dirigenti di questo comparto avere un vero contratto, differente da quelli di area ministeriale che faceva perdere loro la propria specificità. Mentre è necessario valorizzare il fatto che l'università e gli enti di ricerca proprio perché sono luoghi legati alla formazione e alla conoscenza hanno bisogno di una propria specificità contrattuale».