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Inclusione persa lungo la strada

In arrivo nuova valutazione Ocse sulle competenze matematiche

19/11/2013
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ItaliaOggi

Inclusione persa lungo la strada

 di Giovanni Scancarello  
 

Il prossimo 3 dicembre l'Ocse pubblicherà i dati dell'edizione 2012 del Pisa, il programma di valutazione internazionale che misura le competenze in matematica, scienze e lettura degli studenti di 15 anni di 70 Paesi del mondo. Tra il 2000 e il 2009 per l'Italia, fanno sapere da Parigi, non si registrano variazioni di particolare rilievo, se per questo si intende il salto dei livelli di apprendimento al di sopra della media Ocse. Anche se, va detto, che nell'arco di tempo considerato, per il nostro Paese si registrano comunque miglioramenti, soprattutto sul versante scientifico e matematico del curriculum. Vedremo se anche con l'edizione del 2012, che torna a concentrarsi sulle competenze in matematica, il trend positivo nel settore matematico e scientifico sarà confermato e se, magari, riusciremo a superare la linea rossa della media Ocse. Ma meno incoraggianti sono i dati sul fronte della lettura, su cui si era concentrata l'edizione 2009 del Pisa: rispetto al resto dei Paesi Ocse, l'Italia presenta un quadro di uscita dalla scuola media e dalle superiori in cui solo le femmine sono in progressivo vantaggio nello sviluppo di competenze in lettura, rispetto ai maschi che invece arretrano in modo preoccupante. Non c'entrerebbe lo status socio-economico degli studenti che, soprattutto in Italia, non incide significativamente sul rendimento in lettura. A fare la differenza sono sempre di più i fattori di genere o la fortuna di essere nati da genitori con titoli di studio più alti. Ma per l'Ocse diventa sempre più facile, con un database sulle competenze degli studenti di tutto il mondo che ormai archivia dati da più dieci anni, rilevare i fattori di sistema che influenzano l'innalzamento degli standard di apprendimento. Nell'ultimo Focus Pisa pubblicato dal'Ocse, infatti, si legge che laddove è stato possibile rilevare un miglioramento delle prestazioni in lettura, ciò sembra correlato a due condizioni. La prima è che va meglio dove gli stakeholder (insegnanti, genitori, studenti, ma anche decisori politici e parti sociali) fanno insieme quadrato intorno all'obiettivo dell'innalzamento degli standard degli studenti. La seconda riguarda l'equità educativa, che per l'Ocse, va detto, riguarda soprattutto le condizioni di accesso agli studi, in rapporto allo status economico di provenienza. Qui la questione rispetto al caso italiano è particolarmente complessa. L'Italia, infatti, non presenta un problema di equità in ingresso all'istruzione, per cui la scuola è effettivamente accessibile a tutti, qualsiasi ne sia la condizione socio-economica di provenienza. L'Italia resta uno dei Paesi che, da questo punto di vista, ancora adesso presenta un sistema di istruzione fra i più democratici al mondo. La varianza delle prestazioni in lettura, calcolata a partire dal background socioeconomico, è del 12%, più bassa della media Ocse (14%). Da noi il problema dell'equità inizia dopo che gli studenti sono entrati a scuola, per cui gli studenti più attrezzati e competitivi diventano sempre più forti, mentre quelli che arrivano meno attrezzati in classe diventano sempre più deboli. Un caso su tutti quello degli studenti immigrati. L'Italia è il Paese, insieme solo all'Irlanda, in cui in lettura gli stranieri perdono terreno rispetto agli autoctoni.


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