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Il Messaggero-VScuola, alla ripresa sacchi a pelo e proteste

Scuola, alla ripresa sacchi a pelo e proteste di ANNA MARIA SERSALE ROMA - La pausa festiva avrà calmato le acque? Pare di no. La scuola riprende dopodomani, ma il clima è infuocato. Guelfi e...

05/01/2002
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Il Messaggero

Scuola, alla ripresa sacchi a pelo e proteste
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - La pausa festiva avrà calmato le acque? Pare di no. La scuola riprende dopodomani, ma il clima è infuocato. Guelfi e Ghibellini continueranno a litigare, gli uni in difesa della scuola privata, gli altri di quella pubblica. I professori tornano in cattedra senza sapere come sarà l'istruzione del futuro, mentre aleggia sulle loro teste la nuova rivoluzione (accantonata quella di Berlinguer, è in arrivo quella della Moratti). E gli studenti, che hanno riposto il sacco a pelo prima delle vacanze di Natale, sono pronti a riportarlo a scuola. Già, perché la stagione calda delle occupazioni non è finita. Il Movimento studentesco non ha deposto le armi: "Non ci rassegneremo alla distruzione della scuola pubblica". Sullo stesso fronte anche gran parte dei professori, che non vedono di buon occhio nè i progetti di finanziamento delle private, nè l'equiparazione dei docenti delle non statali.
Più di sette milioni di studenti dopodomani torneranno tra i banchi e quasi un milione di dipendenti, tra insegnanti, presidi, tecnici e segretari, riprenderanno il lavoro a pieno ritmo. Dopo le festività la scuola ricomincia. Però mentre le famiglie si attrezzano per organizzare il rientro dei figli e programmare l'iscrizione per il nuovo anno, lo scontro politico sulla scuola si fa più aspro.
Scendono in campo anche i presidi. L'11 gennaio daranno forfait per l'intera giornata. Sono delusi delle "inadempienze del governo" che gli fa tirare il collo, in attesa del sospirato riconoscimento economico della dirigenza. "Non basta lo status giuridico - hanno più volte sottolineato i capi d'istituto - In qualità di dirigenti dobbiamo avere più soldi in busta paga". Per il carico di responsabilità e lavoro accresciuto dall'autonomia, i presidi pretendono un "salario congruo". Tant'è che alcuni mesi fa hanno respinto un'offerta non ritenuta soddisfacente.
Insomma, si ricomincia in un clima di tensione e con la prospettiva di altri scioperi. Il 15 febbraio, infatti, i professori, pur distinguendosi dal pubblico impiego, non si lasciano sfuggire l'occasione per fare uno sciopero che avrà molto peso. Diserteranno le cattedre per l'intera giornata. Quali le ragioni della protesta? In ballo c'è tutto, a cominciare dai soldi: "Siamo stufi di essere il fanalino di coda dell'Europa - dicono con rabbia - Aspettiamo l'adeguamento agli standard degli altri paesi da tempo immemorabile". Eppoi, c'è il capitolo delle carriere e degli incentivi commisurati al ruolo e all'impegno. "Ma quando? - chiedono - E in quali termini?". Il fronte della contestazione è molto ampio. Attraversa tutti i sindacati, dalle posizioni caute della Cisl a quelle estreme dei Cobas. "Sulla Finanziaria diamo un giudizio molto negativo, quella del 15 sarà la più grande manifestazione della scuola e del lavoro pubblico nella storia del sindacato italiano. Sciopereranno più di tre milioni di persone", avverte il segretario generale della Cgil-scuola Enrico Panini, commentando l'iniziativa di lotta che culminerà con un corteo per le vie della capitale.
Gli studenti, intanto, si preparano ad un rientro tra i banchi che sarà segnato dalla ribellione: "Stiamo preparando - sostengono - i contro-Stati generali. Per opporci ai diktat della Moratti, alla sua filosofia della scuola azienda, che finirà per creare scuole per i ricchi e scuole per i poveri".


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