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Il Giornale-Il titolo di studio non avrà più valore legale".

Il titolo di studio non avrà più valore legale". MARCELLO CHIRICO Da Milano E se un giorno il fatidico "pezzo di carta" non fosse più indispensabile per ottenere un posto di lavoro ed, ev...

19/06/2002
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Il Giornale

Il titolo di studio non avrà più valore legale".
MARCELLO CHIRICO

Da Milano

E se un giorno il fatidico "pezzo di carta" non fosse più indispensabile per ottenere un posto di lavoro ed, eventualmente, fare carriera? Al Pirellone hanno intenzione di riflettere seriamente su questa ipotesi, tant'è vero che presto verrà presentata al Parlamento una proposta di legge lombarda con lo scopo di rivedere i tradizionali criteri d'assegnazione dei "posti" all'interno dell'amministrazione pubblica. Partendo proprio dal superamento della laurea a favore delle reali capacità professionali di ogni singolo individuo. Quella "meritocrazia" che a questo punto, chissà, potrebbe essere sancita per legge.
A lanciare la proposta è stato il groppo radicale presente in Regione Lombardia, e l'assemblea l'ha approvata grazie soprattutto al sostegno compatto di Forza Italia. Una mozione - quella del Partito di Emma Bonino - presentata ieri durante la discussione della nuova legge regionale sulla dirigenza (anch'essa approvata dal consiglio) che impegna la giunta "a presentare, entro tre mesi, un pdl al Parlamento teso a superare il criterio del valore legale dei titoli di studio per quanto attiene i concorsi e le nomine nell'amministrazione regionale e a sostituirlo con altri criteri meglio atti ad individuare le effettiva capacità professionali". Proposta che la giunta presieduta da Roberto Formigoni ha immediatamente recepito "perché - spiega proprio l'assessore istruzione, Alberto Guglielmo - il titolo di studio, di per sé, non è abilitante a introdurre una persona al mondo del lavoro. Semmai dovrebbe essere uno degli elementi, e sarà proprio su questa possibilità che andremo a lavorare nella stesura della nostra legge". Che avrà un duplice scopo: "Offrire maggiori possibilità ai diplomati e a quanti non si possono permettere di iscriversi all'Università oltre ad aumentare possibilità di impiego per chi e' alla ricerca di un lavoro.
"Questa decisione - ha sottolineato Lorenzo Strik Lievers, capogruppo radicale in Regione - indica con nettezza la strada maestra per elevare la qualità dell'offerta formativa: liberare la scuola dall'equivoco distorcente del pezzo di carta fine a se stesso. Senza il valore legate del titolo di studio studenti e genitori sapranno che la fatica scolastica ha senso e valore solo e soltanto se porta ad apprendere qualcosa di veramente utile per la vita. E insegnanti e presidi sapranno che una scuola verrà giudicata, scelta o non scelta dalle famiglie degli alunni, non per il titolo che rilascerà ma per quello che davvero sarà in gradi di insegnare at propri figli".
La proposta lombarda sarà pronta entro il prossimo autunno e sottoposta poi al vaglio di Montecitorio, partendo dal presupposto che - in Lombardia - a sostenere la necessita di una riforma dei concorsi pubblici e' l'intera Casa delle libertà. Forza Italia in testa, più che mai convinta del fatto che vadano individuati nuovi metodi d'accesso alle qualifiche dirigenziali all'interno dell'amministrazione pubblica. "Se Si facesse un'indagine sull'intero territorio nazionale sul numero dei top-manager presenti nel settore privato che non posseggono la laurea, scopriremmo che ce ne sarebbero tantissimi - e' il parere di Giulio Boscagli, capogruppo di Fi in Lombardia -: ecco perchè siamo convinti che la proposta radicale sia tutt'altro che malvagia e vada presa in seria considerazione". Proprio quello che si accinge a fare la giunta di centrodestra.


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